IL BARONE RAMPANTE

IL BARONE RAMPANTE


«Con questo libro è descritta un’epoca di ripensamento del ruolo che possiamo avere nel movimento storico, mentre
nuove speranze e nuove amarezze si alternano. Nonostante tutto, i tempi portano verso il meglio; si tratta di trovare il
giusto rapporto tra la coscienza individuale e il corso della storia»
CARATTERI GENERALI:
La vicenda del barone Cosimo Piovasco di Rondò che trascorre tutta la sua esistenza sugli alberi, vivendo un rapporto
distante e separato dalla realtà storica e sociale, si fa metafora ed immagine dell’intellettuale moderno che partecipa, sì,
alla storia e alla vita associata, ma conservando fino in fondo nei loro confronti un ironico distacco.
TEMATICHE:
L’importanza della ragione:
Il Barone Rampante è un’ironica e moralistica «favola» che rappresenta la ragione utopica, ossia di un modello di
ragione che, pur non riuscendo a modificare la realtà, rimane strumento rigoroso per conoscere il mondo.
La sfida al labirinto ed il ruolo dell’intellettuale:
Nel Barone Rampante è delineata la funzione dell’intellettuale moderno e quella del ruolo della letteratura. Infatti il
protagonista si distacca dal mondo, ma senza abbandonarlo e rimanendo, invece, attento osservatore dei suoi eventi.
L’intellettuale, infatti, deve guardare il complesso labirinto della realtà con occhi di sfida, così da cercare di
comprendere appieno tutte le sue infinite strade.

Calvino individua nel labirinto la figura simbolo della contemporaneità che si presenta come un caos privo di
significato. Ebbene per Calvino si tratta di essere all’altezza della problematicità e della complessità dell’oggi, di non
rimanerne affascinati ed intrappolati, di sforzarsi a conoscerla, restandone però distaccati. È questa la sfida al labirinto.
Due sono le strade che si possono percorrere di fronte al labirinto della realtà:
1. La prima è il rifiuto delle visioni semplicistiche ed il tentativo di creare una mappa che sia la più particolareggiata
possibile, sfidando così la complessità della vita;
2. La seconda è l’abbandono al fascino del labirinto che corrisponde alla rappresentazione dell’uomo come un essere
perduto nel caos della vita.
Compito della letteratura è aiutare chi non crede alla crisi di ogni certezza nel tentativo di trovare una via d’uscita,
seppur quest’ultima, come dice Calvino, “non sarà nient’altro che il passaggio da un labirinto all’altro”.