I Trionfi di Francesco Petrarca breve riassunto

I Trionfi di Francesco Petrarca breve riassunto


-L’unica altra opera in volgare oltre il Canzoniere, di Francesco Petrarca, è costituita dai Trionfi. Questi ebbero una gestazione molto lunga che si snodò a partire dal 1351, terminando il 12/2/1374, poco prima della morte; lo stesso Petrarca ci fornisce la data esatta. I Trionfi sono un poema incompiuto diviso in sei parti, in terzine dantesche. Il metro, la rigida architettura e la forte carica allegorica evidenziano l’influenza di Dante nella composizione di quest’opera. Di seguito un breve riassunto dei sei Trionfi.

Petrarca colloca l’inizio della narrazione nel giorno dell’anniversario del suo innamoramento per Laura. Il poeta sta dormendo in Valchiusa quando gli appaiono sei visioni. Le visioni rappresentano lo scontro tra temi (allegorie) contrapposti tra loro, con il conseguente trionfo di uno di essi: apre il poema il Trionfo d’Amore: questi si presenta al poeta sopra un carro infuocato, seguito da numerosi amanti famosi (saranno privilegiati exempla classici): il poeta scorge Laura e attratto dalla donna comincia anch’egli a seguire il carro di Amore, giungendo all’isola di Cipro, patria di Venere. È lì che si accorge di essere diventato anch’egli “schiavo d’amore”. Segue quindi il Trionfo della Pudicizia: Laura sconfigge Amore grazie all’aiuto di alcune note rappresentanti della castità e lo rinchiude nel tempio della Pudicizia, in Roma. Ma è proprio Laura a soccombere, adesso, con l’apertura del Trionfo della Morte: lasciata Roma, il particolare corteo imbocca la strada per la Provenza. Durante il tragitto la Morte si presenta a Laura confessandole il motivo della sua venuta mentre quest’ultima recepisce la notizia con animo sereno, assecondando nei modi il volere di Dio. Laura si ammala di febbre e viene a mancare nel giro pochi giorni; la donna è descritta circondata dalle amiche disperate mentre il poeta non riesce neppure a esprimere lo strazio e l’enorme dolore provato. Laura si presenta sotto una veste angelica anche negli ultimi attimi della sua vita, anzi ella, grazie alla sua bellezza e nobiltà d’animo, riesce a rendere bella e armoniosa anche la Morte. Lo stile e il lessico sono curati e rarefatti, non lasciano mai trasparire il senso di morte e di lacerazione che ci si aspetterebbe, al contrario, dalla vicenda. L’armonia, il distacco e l’incomunicabilità del dolore hanno reso questo passo “immortale”.
In seguito la Morte è sconfitta dal Trionfo della Fama; Petrarca presenta come esempi una galleria di uomini famosi e vincenti, uomini d’azione e intellettuali, prediligendo le figure di antichi romani. Sarà il Trionfo del Tempo a svelare tutta la vanità della Fama, distruggendola. Ma anche il tempo è nulla di fronte al Trionfo dell’Eternità: Dio e la sua misericordia riscattano ogni cosa mondana, il poeta comprende e si distende quindi nell’attesa della visione di Dio, aspettando di rivedere Laura, ormai beata in cielo.

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