I SETTE RE DI ROMA
I SETTE RE DI ROMA
I sette re
Durante la sua primissima fase storica, Roma fu una città-stato monarchica ,dal greco μόνος (monos), e ἄρχειν (-árchìs, suffisso derivato dal verbo árchein, ovvero governare, comandare), simile alle poleis greche monarchiche : infatti aveva un governo autonomo e il potere, del popolo, veniva esercitato da un sovrano eletto dal popolo, chiamato rex. Egli era eletto a vita, quindi non era tenuto a rendere conto al popolo, e deteneva non solo il potere politico, ma anche quello militare e religioso : era infatti il pontefice massimo (vedi Religione). Nel suo compito, il re era assistito dal Senato. Esso era formato da anziani scelti dal re(resta da ricordare che solo i patrizi potevano far parte del senato, e spesso i senatori erano scelti tra le famiglie più importanti e nobili). La monarchia a Roma durò circa due secoli e mezzo, durante il quale si susseguirono vari re, dei quali non si sa esattamente il numero, ma la tradizione vuole che i re di Roma siano 7 :
Romolo, il fondatore;
Numa Pompilio;
Tullio Ostilio;
Anco Marzio;
Tarquinio Prisco;
Servio Tullio;
Tarquinio il Superbo.
La monarchia a Roma nacque con la fondazione della città stessa : Romolo dopo aver ucciso il fratello divenne infatti il primo re. Romolo, dopo aver regnato a lungo, scomparve durante un temporale. La leggenda narra che Romolo ascese al cielo e diventò un dio, che i romani veneravano col nome di Quirino. In seguito alla morte di Romolo, il Senato cercò di impossessarsi del potere e passare dalla monarchia all’oligarchia, ma il popolo non glielo concesse.
In seguito alla vittoria dei romani contro i sabini (popolo laziale, non distante da Roma), questi ultimi andarono ad abitare a Roma e strinsero un patto con i romani : i re dovevano essere sia romani sia sabini e dovevano alternarsi tra loro. Così a Romolo succedette il sabino Numa Pompilio, al quale seguì il romano Tullio Ostilio e a sua volta il sabino Anco Marzio.
Dopo la sua morte, si impossessarono del territorio e del trono romano tre re etruschi (Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo). Ciò determinò una perdita di indipendenza per un certo periodo.
Durante il regno dell’ultimo re, l’etrusco Tarquinio il Superbo, soprannominato così per la sua malvagità, si scatenò una rivolta popolare (509 a.C.) che portò a termine la monarchia.
Nome – Nome latino | Periodo del regno | Opere principali |
Romolo (Romolus) | 753 a.C. – 716 a.C. | Fondò di Roma, fortificò della città, favorì nuovi matrimoni, organizzò l’esercito, istituì il Senato ed il diritto d’asilo. |
Numa Pompilio (Numa Pompilius) | 715 a.C. – 673 a.C. | La ninfa Egeria gli dettò le riforme da attuare : l’istituzione del collegio delle Vestali e quello dei Pontefici ed altri ancora, la riforma del calendario (si fissò da 10 a 12 mesi: aggiunse Gennaio, dedicato a Giano, e Febbraio) |
Tullo Ostilio (Tullus Hostilius) | 673 a.C. – 641 a.C. | È considerato il discendente di Romolo poichè svolse opere simili al fondatore : organizzò l’esercito e rinnovò la guerra contro i Sabini. |
Anco Marzio (Ancus Marcius) | 641 a.C. – 616 a.C. | Era il nipote di Numa Pompilio ed anche se amava la pace, fu costretto a combattere per proteggere il territorio romano. Sconfisse gli abitanti di Ficana e di Politorium e li fece insediare sull’Aventino, generando così la classe sociale dei plebei. Inoltre costruì il 1° ponte sul Tevere. |
Lucio Tarquinio Prisco (Lucius Tarquinius Priscus) | 616 a.C. – 579 a.C. | Dopo aver condotto guerre contro popoli latini, edificò il Tempio di Giove, il Circo Massimo, la Cloaca Massima (un condotto fognario) e duplicò il numero dei senatori (che divennero 200) |
Servio Tullio (Servius Tullius) | 578 a.C. – 539 a.C. | Riordinò l’esercito, ricostruì le mura della città, portò il numero dei senatori a 300 e istituì i comizi centuriati(assemblee alle quali si partecipava a seconda della classe sociale |
Lucio Tarquinio, detto Tarquinio il Superbo (Lucius Tarquinius Superbus) | 535 a.C. – 510 a.C. | Fu chiamato Superbo per aver negato la sepoltura al suocero (Servio Tullio) che aveva ucciso con l’aiuto della moglie. Per come mantenne il regno, si scatenò la rivolta popolare che diede fine alla monarchia. |