I PASTORI ANALISI

I PASTORI ANALISI

Gabriele D’Annunzio
Alcyone
Sogni di terre lontane
I PASTORI
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Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

ANALISI DEL TESTO
a- Prima Decodifica
-Nella prima strofa il poeta ricorda i pastori nel percorso verso il mare, le transumanza che desta in lui un senso di nostalgia.
-Nella seconda strofa si parla del viaggio e della voglia dei pastori di lasciar un ricordo che li conforti fino all’ arrivo al mare. Come ogni anno i pastori rinnovano il loro bastone di legno per il cammino.
-Nella terza sequenza, si parla del tradizionale percorso lungo il tratturo e della voce dell’ uomo che per primo vede la spiaggia.

– Nell’ ultima strofa troviamo l’ arrivo e la descrizione della spiaggia che evidenzino la nostalgia dell’ autore e la voglia di trovarsi nella sua terra accanto ai suoi pastori.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
1°V SET TEM BRE ﮞAN DIA MOﮞE’ TEM PO DI MI GRA RE
2°V O RAﮞIN TER RA D’A BRUZ ZIﮞI MIEI PA STO RI
3°V LA SCIAN GLI STAZ ZIﮞE VAN NO VER SOﮞIL MA RE
4°V SCEN DO NOﮞALL’ A DRI A TI CO SEL VAG GIO
5°V CHE VER DEﮞE’ CO MEﮞI PA SCO LI DEI MON TI
6°V HAN BE VU TO PRO FON DA MEN TEﮞAI FON TI
7°v AL PE STRI CHE SA POR D’AC QUA NA TI A
8°v RI MAN GA NE’ CUO RIﮞE SU LIﮞA CON FOR TO
9°v CHE LUN GOﮞIL LU DA LA LOR SE TEﮞIN VI A
10°v RIN NO VA TOﮞHAN NO VER GA D’A VEL LA NO
11°v E VAN NO PEL TRAT TU ROﮞAN TI COﮞAL PIA NO
12°v QUA SI PER UN ER BAL FIU ME SI LEN TE
13°v SU LE VES TI GIA DE GLIﮞAN TI CHI PA DRI
14°v O VO CE DI CO LUI CHE PRI MA MEN TE
15°v CO NO SCEﮞIL TRE MO LAR DEL LA MA RI NA
16°v O RA LUNG ES SOﮞIL LI TO RAL CAM MI NA
17°v LA GREG GIA. SEN ZA MU TA MEN TOﮞE’ L’A RIA
18°v IL SO LEﮞIM BION DA SI LA VI VA LA NA
19°v CHE QUA SI DAL LA SAB BIA NON DI VA RIA
20°v I SCIA QUIO CAL PES TIO DOL CI RU MO RI
21°v AH PER CHÉ NON SON IO CO’ MIEI PAS TO RI

LEGENDA
Rosso-SILLABA TONICA CON ACCENTO RITMICO FORTE
DA QUESTA TABELLA SI DEDUCE CHE LE PAROLE COLPITE DAGLI ICTUS, SONO QUELLE CHE EVIDENZIANO LA NOSTALGIA E LA VOGLIA DI TORNARE ALLA SUA TERRA NATìA.
a) SOSTANTIVI- settembre, tempo, Abruzzi, pastori, stazzi, mare, Adriatico, pascoli, monti, fonti, sapor, cuori, conforto, sete, via, verga, tratturo, piano, vesti, padri, voce, mente, tremolar, marina, litorale, greggia, mutamento, sabbia, lana, i sciacquio, calpestìo, rumori.
b) VERBI-andare, migrare, lasciare, scendere, bere, rimanere, illudere, rinnovare, conoscere, camminare.
c) AGGETTIVI-selvaggio, verde, alpestri, antico, erbal, silente, bionda.
d) AVVERBI-profondamente, già, primamente.

I PASTORI

Cesure e rime RIME CESURE

Settembre, andiamo. / E’ tempo di migrare. A A MINORE
Ora in terra d’Abruzzi / i miei pastori B A MAIORE
// lascian gli stazzi / e vanno verso il mare: A A MINORE
scendono all’Adriatico / selvaggio C A MAIORE
che verde è / come i pascoli / dei monti. D A MAIORE

Han bevuto / profondamente ai fonti D A MINORE
// alpestri,/ che sapor / d’acqua natía E A MINORE
rimanga / ne’ cuori esuli / a conforto, F A MINORE
che lungo illuda / la lor sete in via. E A MINORE
Rinnovato hanno / verga d’avellano. G A MINORE

E vanno / pel tratturo antico / al piano, G A MAIORE
quasi per un erbal / fiume silente, H A MINORE
su le vestigia / degli antichi padri. I A MINORE
O voce di colui / che primamente H A MINORE
// conosce il tremolar / della marina! L A MINORE

Ora lungh’esso / il litoral cammina L A MINORE
// la greggia. / Senza mutamento è l’aria. M A MINORE
il sole imbionda sì / la viva lana L A MINORE
che quasi dalla sabbia / non divaria. M A MAIORE
Isciacquío, / calpestío, / dolci rumori. N A MINORE

Ah perché non son io / cò miei pastori? N A MINORE

LEGENDA

/ CESURE
// ENJAMBEMENT

b- Seconda Decodifica
– La poesia formata da cinque strofe in versi endecasillabi. Le rime sono alternate, nelle strofe la rima dell’ultimo verso corrisponde a quella del primo verso della strofa successiva. In ogni strofa è presente una rima sciolta come nella B – F – I .

c- LIVELLO FONICO
a)Allitterazioni delle lettere r, l, v, s.
b)Assonanze e consonanze delle lettere a, e, i, o, u / r, t, n.
c)Disseminazione del significante ci sono dei termini come voce, marina, silente, isciacquio, calpestio e romori che richiamano il senso uditivo e altri visivi come viva lana, sabbia, monti, erbal fiume.
Le variazioni di ritmo e di tono sono ovviamente in rapporto con la diversa ampiezza complessiva tra le parti contraddistinte dai diversi contesti: i campi semantici, monti, tratturo, mare; Le diverse azioni , partenza , viaggio, arrivo, rammarico; i diversi protagonisti pastori e poeta.

LIVELLO MORFO SINTATTICO
Ci sono molte parole trisillabiche come settembre, andiamo, migrare e molte bisillabiche del linguaggio corrente giornaliero, fatta eccezione per alcuni termini come: cuori esuli a conforto, verga d’avellano, erbal fiume silente, isciacquio, calpestio.
Per quanto riguarda il livello sintattico prevale la paratassi ma ci sono varie subordinate.
Possiamo dire che la poesia può essere divisa in tre parti:la partenza, il viaggio, l’arrivo. In ognuna di queste parti, l’autore riporta alcuni particolari che evidenziano sia l’indelebile ricordo e la voglia di ripercorrere la transumanza con i suoi affezionati pastori.

LIVELLO SEMANTICO
I due temi principali sono la volontà del poeta di stare con i suoi pastori e il ricordo e la nostalgia del poeta verso la sua terra natia.
La lirica che tratta l’ argomento della transumanza è ambientata nel mese di settembre,nel quale i pastori scendono dalla montagna alla pianura con i loro pascoli per passare l’inverno.
Seguono un preciso sentiero cioè il tratturo, lo stesso che percorrevano i loro antenati anni addietro.

Figura 1 STRUTTURA SINTATTICA

LIVELLO SEMANTICO

Il poeta, al sopraggiungere di settembre, sente il richiamo della sua terra, come se l’antica tradizione pastorale di migrare dai monti alla pianura lo spingesse ad unirsi ai pastori d’Abruzzo.
Ed ecco che emergono i due temi: quello del ricordo e quello della nostalgia.
Infatti la migrazione assume un valore sacrale nella ripetizione degli stessi gesti, che rievocano quelli degli antenati in un atmosfera densa di sensazioni, ricordi, rimpianti.