I MALAVOGLIA ANALISI ANALISI

I MALAVOGLIA ANALISI ANALISI

I MALAVOGLIA ANALISI ANALISI


Scritto nel 1881 è il primo romanzo dell’incompiuto ciclo “I vinti”, ed è considerato il capolavoro della letteratura verista. Verga supera il bozzettismo veristico per contribuire in modo fondamentale alla creazione di una tradizione narrativa realistica in Italia. Nella storia del declino dei Malavoglia egli dà una rappresentazione lucidamente critica della crisi di una civiltà arcaica investita da nuove, spietate leggi economiche. Il suo attaccamento ai valori più autentici di quella civiltà (la famiglia patriarcale, la casa del nespolo) si accompagna alla condanna dei suoi colpevoli ritardi; ma su tutto domina un pessimismo di fondo, un senso di immobilità e immutabilità dei destini sociali e umani che è in netto contrasto con gli ottimismi trionfanti della borghesia italiana postunitaria.

I Malavoglia sono una famiglia di pescatori di Aci Trezza, in Sicilia, che devono lottare quotidianamente contro le molteplici avversità imposte dal loro destino. Il vecchio Padron ‘Ntoni, suo figlio Bastianazzo, la moglie di Bastianazzo e cinque nipoti costituiscono questa famiglia che si riunisce proprio attorno al vecchio nonno, punto di riferimento affettivo e personaggio principalmente impegnato nel salvaguardare ad ogni costo quello che è il simbolo della famiglia: la casa del nespolo. Questa casa costituisce il luogo della tradizione ed il teatro della loro vita quotidiana. Il romanzo ha come protagonista corale il villaggio di Aci Trezza, ove si assiste al progressivo disfacimento della Malavoglia: durante una tempesta, in mare viene persa la barca “Provvidenza”, fonte di sostentamento della famiglia; assieme a lei se ne va anche il povero Bastianazzo. Ma questo è solo l’inizio delle disgrazie: il giovane ‘Ntoni si dimostra totalmente diverso dal nonno e, insofferente per la fatica che il mestiere di pescatore comporta, si getta in alcune avventure, che si concludono con la sua idea di darsi al contrabbando. Nell’esercizio di questa sua attività illegale, finisce col ferire il brigadiere del paese, andando così a finire in carcere. Ma ‘Ntoni non sarà l’unico ad arrecare disonore alla famiglia: la giovane Lia decide di andare via di casa, ma la sorte non le offrirà nulla di meglio che una carriera di prostituta in città. Ancora, la casa del nespolo viene pignorata ed il vecchio ‘Ntoni viene a mancare in ospedale. La speranza della famiglia è totalmente riposta sulla laboriosa Mena e su Alessi, il quale, con la moglie Nunziata, riesce a rimpossessarsi della casa. Il romanzo giunge così al termine, riservandosi però un’ultima nota amara: ‘Ntoni, scontata la sua pena in carcere, fa ritorno al paese, dove però non vi è più posto per lui: per questo decide di andarsene per sempre.

PERSONAGGI

Padron ‘Ntoni: è il patriarca della famiglia, uomo onesto e dedito al proprio lavoro di pescatore con una grande passione; la sua posizione importante all’interno della famiglia fa in modo che possa essere considerato come il “dito grosso” e come tale ha diverse responsabilità come, ad esempio, comandare le feste. Il suo fisico è piuttosto minuto, di bassa statura. La sua esperienza e la sua posizione ne fanno un uomo particolarmente saggio, capace di trovare il proverbio adatto ad ogni occasione. Egli cerca in ogni modo di salvaguardare la casa del nespolo, che per la sua famiglia rappresenta il luogo custode della tradizione e teatro della vita quotidiana. Questa casa rappresenta l’unità familiare e l’importanza conferitagli da Padron ‘Ntoni testimonia l’attaccamento di quest’ultimo ai valori della famiglia e della tradizione.

Bastiano: figlio di Padron ‘Ntoni, soprannominato Bastianazzo, ha sposato Maruzza la Longa, dalla quale ha avuto cinque bambini. Lavora come pescatore con suo padre, verso il quale si è sempre comportato in maniera molto rispettosa. La sua morte avviene durante una tempesta che coinvolge anche “La Provvidenza” la barca di famiglia che è sempre stata la principale fonte di sostentamento per la famiglia.

‘Ntoni: figlio maggiore di Bastianazzo e Maruzza. Il suo aspetto attira la corte di numerose ragazze: Sara, la Mangiacarrube e Barbara aspirano tutte a sposare questo ragazzo. Tornato dal servizio militare, manifesta la sua indisposizione a condurre la vita da pescatore che gli era destinata in quel di Aci Trezza. Si sente come un cane legato alla catena e la sua reazione è quella di ribellarsi ad una vita che sembra incondizionatamente indirizzata verso un futuro di povertà e fatica. Dapprima si trasferisce a Trieste in cerca di fortuna, ma presto è costretto a ritornare al paese d’origine, dove, sempre povero e disoccupato, comincia a frequentare l’osteria, divenendo presto un assiduo giocatore e bevitore. In seguito si dedica al contrabbando, ma durante un “colpo” si imbatte nel brigadiere del paese ferendolo: per ‘Ntoni questo implica l’arresto e la reclusione in carcere. Dopo aver scontata la pena, fa il suo segreto ritorno nel villaggio, ma gli capisce che quello non è più il suo posto: ha tradito le regole della convivenza familiare e decide di conseguenza di andarsene per sempre.

Luca: figlio di Bastianazzo e Maruzza. Un altro esempio dell’accanimento della sorte contro la famiglia Malavoglia: Luca parte per il servizio militare e, durante un combattimento, muore nel pieno della giovinezza.

Mena: figlia diciottenne di Bastianazzo e Maruzza: è soprannominata Sant’Agata perché sempre intenta al lavoro al telaio. Vuole bene a Compare Alfio, povero carrettiere che, a sua volta, nutre un sentimento nei suoi confronti: il loro amore è quasi segreto, fatto solo di sguardi. Tuttavia, le disgrazie che affliggono a più riprese la famiglia di Mena, causano la forzata conclusione di questo loro rapporto, mentre Mena stessa deve contribuire con il suo lavoro a riscattare la casa del nespolo pignorata.

Alessi: è il fratello minore di Mena, in tutto simile a Padron ‘Ntoni. Infatti, come il suo anziano nonno, è molto laborioso e dedito ad accumulare il denaro necessario per permettere il matrimonio di Nunziata. Inoltre, riesce anche a ricomprare la casa del nespolo. Il compito di mandare avanti la famiglia e la sua tradizione spetterà a lui e a sua sorella Mena.

Lia: è la minore dei figli di Bastianazzo e Maruzza. Anche lei, come ‘Ntoni, decide di abbandonare il paese in cerca di miglior sorte, ma in realtà è costretta a prostituirsi, disonorando la propria famiglia.

Questi sono i personaggi principali del racconto, ma in realtà il romanzo potrebbe essere definito “corale”, perché i protagonisti della vicenda sono da ricercare tra l’umile gente siciliana di questo paesino. Queste persone cercano di mantenersi unite all’interno delle loro case e delle loro famiglie, creando così un popolo che cerca di difendersi dalle numerose sventure aggrappandosi ai propri valori. Coloro che cercano di sfuggire al proprio destino, rimangono irrimediabilmente scottati da esperienze negative.

AMBIENTE

La storia si svolge nel paese siciliano di Aci Trezza e specialmente in alcune parti del paese stesso. La farmacia, ad esempio, viene rappresentata come il luogo ove si discutevano i vari discorsi politici; l’osteria, viene identificata come il luogo di ritrovo di tutti i perditempo; la bottega del barbiere Vanni Pizzuto e la strada stessa, teatro di numerosi incontri e di scambio di pettegolezzi tra i vari paesani.

NARRAZIONE

Verga cerca di rendere l’umile gente siciliana protagonista della vicenda. I fatti vengono narrati da un punto di vista esterno, piuttosto oggettivo, salvo poi commentare le azioni dei vari personaggi dal punto di vista morale e segnalare così il loro tragico destino. Inoltre fornisce al lettore le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, importanti per comprendere i vari risvolti della storia. L’autore utilizza una lingua che subisce notevolmente le inflessioni del dialetto siciliano: a prima vista questo stile potrebbe sembrare scarno o eccessivamente semplificato, ma in realtà Verga centra in pieno il proprio intento di riportare la lingua effettivamente parlata dai cittadini siciliana, espressione di una cultura popolare che viene poi rappresentata in tutte le sue dimensioni: i proverbi, i modi di dire, le credenze religiose e le usanze tradizionali vanno a costituire un vero e proprio quadro vivido e reale di un paese siciliano.

FULCRO CENTRALE

Il fulcro centrale del racconto è la vita dei paesani e le vicende che fanno in modo che questi possano essere considerati “vinti”. Infatti la famiglia Malavoglia subisce numerose disgrazie e sventure, ma non si arrende mai, trovando sempre una motivazione per andare avanti.

GENERE

Il romanzo può essere definito corale: infatti i numerosissimi personaggi interagiscono tra loro, creando un intreccio di vicende dalle quali emergono quelle riguardanti la famiglia Malavoglia.