I GALLI LINGONI

I GALLI LINGONI


I Galli Lingoni
Quello dei Lingoni, che sembrerebbe significare “i Saltellanti” (1), è il nome di un popolo Celtico originario della Gallia Transalpina, stanziato tra i fiumi Senna e Marna (Francia).
Durante la migrazione storica del IV secolo a.C. che portò decine di tribù galliche a trasferirsi in quella zona dell’Italia settentrionale che gli storici chiamano Gallia Cisalpina, i Lingoni si stanziarono nei pressi della foce del fiume Po all’epoca popolata dagli Etruschi.

LE FONTI CLASSICHE
Strabone (ca 58 a.C. – 25 d.C.) geografo greco che ha vissuto molti anni a Roma, descrive le Gallie nel volume IV della sua opera De Geografia e così parla delle terre di origine dei Lingoni.
Presso i Sequani si eleva il Monte Giura, che costituisce la frontiera tra loro gli Elvezi. Dopo gli Elvezi e i Sequani vengono ad ovest gli Edui e i Lingoni, poi i Mediomatrici , i Leuci e un cantone dei Lingoni. Strabone, Le Gallie, Vol. IV del De Geografia

Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.) nella sua opera monumentale Ab Urbe condita, così ci descrive la calata dei Galli nella Cispadana.
Poi ancora, i Boi e i Lingoni, passando attraverso le Alpi Pennine, quando già il territorio fra il Po e le Alpi era tutto occupato, varcano il Po con zattere e cacciano via dalla regione non solo gli Etruschi ma anche gli Umbri, rimanendo tuttavia al di là degli Appennini. E finalmente i Senoni, ultimi immigrati, occupano il territorio dal fiume Utente fino all’Esino. Tito Livio, Ab Urbe condita, V, 35

Lo storico greco Polibio (ca 203 a.C. – 120 a.C.) nei primi due libri della sua opera Storie, ci narra quanto accadde nel Mediterraneo, dal Sacco di Roma (390 a.C.) fino alla Prima guerra punica (264-241 a.C.), ci scrive dei Celti citando anche dei Lingoni.
…(le terre) che sono situate nei dintorni delle foci del Po furono abitate da i Laevi e dai Lebeci, e dopo di loro dagli Insubri, il più grande di questi popoli; e a valle lungo il fiume, vivevano i Cenomani. Le contrade prossime ad Adria erano occupate da un’altra popolazione antichissima, i Veneti… che poco differiscono dai Celti per gli usi e i costumi ma parlano un’altra lingua… Al di là del Po si sono fissati per primi gli Anari, poi i Boi, in direzione dell’Adriatico i Lingoni, infine, vicino al mare, i Senoni. Polibio, Storie, II,17

Circa nel 350 a.C. (ma la datazione è incerta e controversa) nel Periplo di Scilace, si legge che tra il territorio degli Etruschi di Spina e quello venetico di Adria vi era un tratto di costa controllato dai Celti, che si trattasse proprio dei Lingoni???
Dopo gli Etruschi [di Spina] vi sono i Celti, in un ristretto territorio fino alla costa adriatica… dopo i Celti vi sono i Veneti, nel cui territorio scorre un ramo del Po chiamato Eridano… Scilace, Periplo 18,19

EVIDENZE ARCHEOLOGICHE
Benché si possa disporre di una certa quantità di fonti classiche che documentano le presenza dei Celti nell’area deltizia, i rinvenimenti archeologici che ne attestino la frequentazione sono davvero scarsissimi.
Nella necropoli dell’antica città di Spina, emporio commerciale etrusco, sorto alla foce di un ramo del fiume Po, verso la seconda metà del VI sec. a.C., crocevia dei commerci tra la Grecia (in particolare Atene), l’Etruria Tirrenica e il cuore della Pianura Padana, sono stati trovati alcuni reperti tipicamente celtici, databili alla fase finale della frequentazione della città (III sec. a.C.), proprio quando la pressione celtica nella Valle Padana era più forte, dando adito all’ipotesi di una vera e propria commistione (2) tra Etruschi e genti celtiche.
Uno dei cartelli esposti nelle sale del museo archeologico di Ferrara, interamente dedicato ai ritrovamenti di Spina recita: “[…] Contatti intensi fioriti tra il 320 e il 280 ca. a.C. allorquando nella Valle Padana si erano imposte forme di coesistenza non conflittuale tra le popolazioni locali e le popolazioni celtiche e le sepolture spineti, anche ora numerose e dotate di ricchi corredi, indicano con tutta evidenza l’esistenza di una salda enclave economica con i Galli.”

LA ROMANIZZAZIONE
Dopo la conquista romana della Gallia Cispadana (inizio del II sec. a.C.), guerrieri Lingoni si arruolarono nelle legioni di Roma, la presenza di cinque Coorti Lingone è attestata da iscrizioni, lapidi, altari e diplomi di II e III sec. d.C..
Le COHORS I, II, III, IV LINGONUM EQUITATA, reparti di cavalleria di stanza in Britannia (Vallo di Adriano) e la COHORS V LINGONUM in Dacia.
La zona del delta del Po, per la particolare condizione ambientale e geografica (tra la laguna e il mare) rimane ai margine dell’opera di centuriazione che coinvolge la Cisalpina (3) lungo la via Emilia.
Le genti celtiche godono di una certa autonomia e col tempo si integrano nella società romana, come è testimoniato da alcune iscrizioni e steli funerarie.

Per finire una citazione molto tarda rispetto al periodo d’insediamento dei Celti nel ferrarese, ma che testimonia come le loro tracce siano rimaste a lungo nel tempo, infatti nel 1895 Giosuè Carducci ne “alla città di Ferrara” descrive le terre degli estensi come paludose e un tempo popolate da coloni Lingoni dediti alla pesca.

“Salve, Ferrara! Dove stan le belle
torri d’Ateste e case d’Arïosti
eran paludi, e i Língoni coloni
davan le reti”

Giosuè Carducci, alla città di Ferrara, 77-8

“da Celticpedia”

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