HEGEL LO SPIRITO OGGETTIVO

HEGEL LO SPIRITO OGGETTIVO


Per oggettività dello Spirito Hegel intende le istituzioni, esteriori all’individuo, nelle quali l’uomo concretamente vive. Esse sono oggettive perché si presentano al singolo uomo come una realtà data, come qualcosa di concretamente esistente in modo oggettivo. Ad esempio, venendo al mondo, l’uomo si trova a far parte di una famiglia, che è per lui qualcosa di dato, un ente della realtà. In effetti si tratta di una forma molto particolare di oggettività, perché la famiglia non ha alcuna esistenza senza gli individui (soggetti, dunque) che la compongono. L’oggettività dello Spirito è così formata dall’estraniazione degli stessi soggetti: le istituzioni, ad esempio la famiglia, sono l’oggettivazione dell’uomo stesso in una realtà che non ha più i tratti soggettivi dell’uomo ma ha regole e caratteristiche sue proprie. Queste istituzioni, in quanto oggettive, si presentano all’uomo come dotate di caratteri che sfuggono alla volontà del singolo: hanno letteralmente leggi oggettive, indipendenti dalla volontà dei soggetti, benché siano costituite da soggetti.

Nicolai Hartmann ha chiarito molto bene la concezione hegeliana dello Spirito oggettivo in questa pagina che riportiamo: “ Lo Spirito oggettivo è un elemento della vita in cui noi tutti ci troviamo e al di fuori del quale non abbiamo alcuna esistenza, è per così dire l’aria spirituale in cui respiriamo. Si tratta della sfera spirituale in cui nascita, educazione e circostanza storica ci pongono e ci lasciano crescere: quel quid universale che nella cultura, nei costumi, nella lingua, nelle forme del pensiero, nei pregiudizi e nelle valutazioni predominanti conosciamo come potenza sopraindividuale e tuttavia reale, nei cui confronti il singolo si presenta quasi senza potere e senza difesa, poiché penetra, porta e caratterizza la sua essenza come quella di tutti gli altri. E’ facile divenirne storicamente coscienti (guardando indietro, dal punto di vista degli epigoni): noi parliamo di tendenza e correnti spirituali di un’epoca, dei suoi orientamenti, idee valori, della sua morale, scienza ed arte. Intendiamo questi fenomeni come qualcosa di storicamente reale, che ha il suo nascere e perire e dunque la sua vita nel tempo, non diversamente dagli individui. Siamo però ben lontani dall’attribuire all’individuo storico come tale questi fenomeni, come se

fossero soltanto i suoi. Concretamente li afferriamo certamente nel modo più facile nell’uno o nell’altro rappresentante dallo spiccato rilievo, ma sappiamo che si tratta solo di un rappresentante, che quella realtà che in lui si esprime spiritualmente non è la sua e neppure oggettivamente si risolve in lui. Non meno noto è lo spirito oggettivo nella vita del proprio presente. Si parla per esempio chiaramente di un “sapere del nostro tempo”. A questo sapere il singolo partecipa, imparando vi si orienta, ma tale sapere non si risolve mai nel sapere del singolo. Innumerevoli intelligenze vi collaborano, ma nessuna lo dice certamente suo. Tuttavia è qualcosa di totale, di comprensivo, di sviluppantesi unitariamente, una realtà con ordinamento e leggi proprie. Non ha spazio in nessuna coscienza singola; tuttavia si tratta di un elemento specificamente spirituale, essenzialmente differente da ogni dimensione cosale, materiale. E con ciò è assolutamente reale, dotato di tutto quel che appartiene alla realtà: nascita nel tempo, crescita, sviluppo, culmine e decadenza. Gli individui sono i suoi portatori. Ma la sua realtà non

quella degli individui, come la sua vita e la sua durata sono diverse dalla loro vita e durata. Continua a sussistere nell’avvicendarsi degli individui, è una realtà spirituale, un essere sui generis, spirito oggettivo ”.

Hegel distingue tre momenti della Filosofia dello Spirito oggettivo, il diritto, la moralità e l’eticità.