Guido i’ vorrei Parafrasi

Guido i’ vorrei Parafrasi

Dante Alighieri


Metro: sonetto con schema ABBA ABBA CDE EDC.

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

fossimo presi per incantamento

e messi in un vasel 1, ch’ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio 2

sì che fortuna 3od altro tempo rio

non ci potesse 4 dare impedimento,

anzi, vivendo sempre in un talento,

di stare insieme crescesse ’l disio 5.

E monna Vanna e monna Lagia poi

con quella ch’è sul numer de le trenta 6

con noi ponesse il buono incantatore 7:

e quivi ragionar sempre d’amore,

e ciascuna di lor fosse contenta,

sì come i’ credo che saremmo noi.


NOTE

1 vasel: nave magica, già presente nei romanzi del ciclo bretone (o arturiano).

2 al voler vostro e mio: a prescindere dalla direzione nella quale spira il vento, la nave si muove sempre secondo la volontà dei suoi passeggeri, come previsto appunto dalle doti magiche del ciclo delle leggende arturiane.

3 fortuna: fortunale, vento tempestoso.

4 potesse: il congiuntivo ha valore desiderativo, come il precedente “fossimo presi” (v. 2) e i congiuntivi che seguono, tutti in dipendenza dal “vorrei” del primo verso.

5 La comunanza di desideri e di intenti rafforza il senso di appartenenza all’interno del gruppo di amici.

6 quella ch’è sul numer de le trenta: Vanna o Giovanna è la donna amata da Cavalcanti, Lagia la donna di Lapo. La compagna di Dante alla quale qui si fa riferimento non può essere Beatrice che, nell’elenco delle sessanta donne più belle di Firenze (che faceva parte di un componimento andato perduto, ma menzionato nella Vita Nova), occupava il nono posto.

7 Il buono incantatore: è il mago del v. 3 (nel ciclo arturiano, la nave magica è quella di Merlino).


PARAFRASI

Guido (apostrofe), io vorrei che tu (Guido Cavalcanti), Lapo (Lapo Gianni de’ Ricevuti notaio e poeta stilnovista) ed io fossimo catturati per magia e messi su una piccola nave (vasel – metafora – diminutivo di vaso, significa qui navicella e si riferisce alla nave di mago Merlino) che con qualunque vento (ad ogni vento) andasse attraverso il mare, secondo il (al) mio ed il vostro desiderio, in modo tale che una burrasca (fortuna, fortunale) o un altro tipo di cattivo tempo (tempo rio) non ci potesse essere di ostacolo; anzi, vivendo sempre secondo un’unica volontà (in un talento, si riferisce all’unione spirituale data dall’amicizia), aumentasse la voglia di stare insieme (di stare insieme crescesse ‘l disio – anastrofe).

E poi (io vorrei che) il buon (valente) mago (Merlino) mettesse insieme a noi (con noi ponesse il buono incantatore – anastrofe) la signora (monna, indica la donna sposata) Vanna (la donna di Guido Cavalcanti) e la signora Lagia (abbreviazione di Alagia, è la donna di Lapo) insieme a quella che occupa il trentesimo posto (ch’è sul numer de le trenta – nell’elenco steso da Dante,

pistola sotto forma di sirventese, oggi andato perduto, delle 60 donne più belle della città):

e qui vorrei parlare (ragionar) sempre d’amore e che ciascuna di loro fosse felice come io credo che lo saremmo noi (similitudine).

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