GUIDO GOZZANO LE FARFALLE

GUIDO GOZZANO LE FARFALLE

Le Farfalle è un poemetto che Gozzano scrive di aver finito nel 1913 ma che è rimasto in realtà incompiuto ed è uscito solo a puntate su La Stampa e sull’Illustrazione italiana. Secondo il progetto dell’autore dovevano esserci una parte proemiale e in seguito 6 monografie su una singola specie di farfalla. Gozzano in vita ha pubblicito 3 monografie e il proemio, tra il materiale preparatorio ne sono state trovate altre 3 monografie e vari indici. Dalle lettere con l’amica Amalia abbiamo informazioni sulla struttura originaria del poema. Questo è dedicato proprio ad Amalia e doveva prima essere un trattato naturalistico con delle illustrazioni, poi un volume epistolare sul modello degli abati settecenteschi. Una delle monografie più importanti è quella dedicata alla Acherontia Atropos, una farfalla comunemente chiamata “testa di morto” per la macchia caratteristica a forma di teschio che ha sulla nuca. Questa farfalla è dalla tradizione ritenuta un segno funesto e Gozzano ne parla anche nella Signorina felicita. In questa monografia Gozzano descrive l’interno di una casa borghese (come in altre opere) nel momento in cui una famiglia si trova nella sala da pranzo. La famiglia è interrotta dal rumore della Acherontia che sbatte sulla finestra cercando di entrare e dal rumore delle sue ali quando ronza intorno al lampadario. Gozzano vuole far capire al lettore il senso di mistero che questa creatura scaturisce nei commensali.