Guerra di Successione spagnola 1700

Guerra di Successione spagnola 1700

Guerra di Successione spagnola 1700-1714

Conflitto provocato dalla morte senza discendenti di Carlo II, re di Spagna (1° nov. 1700). Già prima della morte del sovrano, i candidati più diretti alla Successione in Spagna, Luigi XIV di Francia e l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, in seguito ai rispettivi matrimoni con Maria Teresa e Margherita Maria, due sorelle di Carlo, non nascosero entrambi il loro desiderio di subentrare, quali eredi, nel possesso del vastissimo impero spagnolo.

Carlo II nel suo testamento nominava Filippo d’Angiò, secondogenito del Delfino erede universale della monarchia, con la clausola che la Corona di Spagna non venisse mai unita a quella di Francia. Dopo qualche esitazione, Luigi XIV accettò il testamento e il nuovo re fu riconosciuto senza contrasti a Madrid. L’Inghilterra dapprima accettò la successione di Filippo V, ma l’ingerenza della Francia negli affari politici e militari spagnoli, tale da giustificare ogni dubbio sull’asserita divisione delle corone di Francia e di Spagna, spinse ben presto le potenze marittime all’alleanza con l’imperatore, irremovibile nel mantenere la candidatura del suo secondogenito Carlo alla Corona di Spagna. Anzi, assai prima che Leopoldo e Guglielmo III d’Orange stipulassero la Grande Alleanza dell’Aia (7 sett. 1701), gli imperiali, al comando di Eugenio di Savoia, erano penetrati in Lombardia, con il pretesto che si trattava di un feudo dell’impero da considerarsi vacante. La fortuna delle armi, dapprima favorevole a Eugenio, si capovolse successivamente fino a ridurre le comunicazioni con l’Austria alla sola via dell’Adige e a costringerlo all’inattività per la scarsezza delle sue forze. Nella primavera del 1702, con la dichiarazione di guerra inglese, il conflitto si estese a tutta l’Europa. In Germania i principi della casa di Wittelsbach, l’elettore di Baviera e quello di Colonia si dichiararono per Luigi XIV re di Francia, al quale la sorte delle armi fu nel complesso favorevole sia nel 1702, sia nel 1703. Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, già alleato della Francia, deluso nelle sue aspirazioni sul Milanese, nel nov. 1703 passò alla coalizione antiborbonica. Nonostante questa defezione, l’esercito francese volle operare nel 1704 lo sfondamento verso Vienna, ma la manovra si concluse con un disastro: nella battaglia di Höchstädt (13 ag. 1704) le forze franco-bavaresi furono disfatte dagli anglo-olandesi e dagli imperiali diretti dal duca di Marlborough e dal principe Eugenio.

Questa battaglia fu lo scontro decisivo di tutta la guerra e da allora i franco-spagnoli si trovarono ridotti alla difensiva. Nello stesso anno, in seguito all’adesione del Portogallo alla Grande alleanza, la guerra fu portata anche in Spagna, dove gli inglesi si impadronirono di Gibilterra, mentre l’arciduca Carlo, entrato facilmente in Catalogna, occupò Barcellona (1705) e costrinse lo stesso Filippo V ad abbandonare temporaneamente Madrid. Luigi XIV aveva nel frattempo concentrato ogni suo sforzo contro il duca di Savoia, ma Torino, stretta d’assedio fin dal sett. 1705, oppose una strenua resistenza, che si protrasse fino all’arrivo dell’esercito liberatore di Eugenio di Savoia (battaglia di Torino, 7 sett. 1706). L’Italia aveva cessato di essere campo di battaglia: la Lombardia cadde nelle mani degli imperiali e Luigi XIV concordò con l’imperatore Giuseppe I, succeduto a Leopoldo nel 1705, la neutralità della penisola (ag. 1707). La guerra intanto si avvicinava sempre di più al cuore della Francia. La vittoria di lord Marlborough a Ramillies (23 marzo 1706) valse la conquista dei Paesi Bassi spagnoli, e l’altra ad Audenarde, conseguita dalle forze congiunte di Marlborough e di Eugenio (11 luglio 1708), determinò l’occupazione di Lilla; in Italia, fin dal luglio 1707 il generale L.J. Daun aveva conquistato Napoli. La Francia era ridotta ormai agli estremi e Luigi XIV iniziò nel maggio 1709 trattative di pace all’Aia, che fallirono soprattutto per la richiesta dell’impegno da parte del Re Sole di imporre, se necessario, con le proprie armi al nipote Filippo la rinuncia alla corona spagnola. La guerra fu ripresa; una nuova battaglia sanguinosissima fu combattuta a Malplaquet (11 sett. 1709), senza vinti né vincitori. Le nuove trattative di pace, svoltesi a Gertruydenberg, risultarono vane anch’esse; nell’ag. 1710 l’arciduca Carlo (che aveva assunto fin dal 1705 il nome di Carlo III) entrò a Saragozza.

La disfatta totale, diplomatica e militare, della Francia e della Spagna sembrava ormai solo questione di tempo, quando si verificarono alcuni avvenimenti che sfaldarono la compattezza della coalizione avversaria. In Inghilterra, l’avvento al governo dei tories, che erano contrari alla guerra, portò al richiamo di Marlborough e all’inizio di trattative di pace con la Francia (1710-11). Nel corso di tali trattative morì l’imperatore Giuseppe I (17 apr. 1711), a cui doveva succedere, in virtù del pactum mutuae successionis del 12 sett. 1703, l’arciduca Carlo, pretendente alla corona di Filippo V. La riunione dei possedimenti della casa d’Austria a quelli della Corona di Spagna in una sola persona avrebbe alterato sostanzialmente l’equilibrio politico europeo: essa costituiva un pericolo assai più imminente e grave di «monarchia universale» che non l’ascesa al trono spagnolo di Filippo V. L’11 apr. 1713, a Utrecht, la Francia firmò la pace con le potenze marittime, con il duca di Savoia, con il Portogallo e con la Prussia. L’Austria e l’impero continuarono nella lotta ancora per diversi mesi, ma, costretti a fronteggiare da soli la Francia, finirono anch’essi per acconsentire alla pace, conclusa infine a Rastatt (7 marzo 1714) e a Baden (7 sett. 1714).

Pace di Utrecht

Gli impegni assunti a Utrecht furono i seguenti:

1. Filippo di Borbone veniva riconosciuto legittimo re di Spagna con il nome di Filippo V, ma la sua corona veniva separata da quella di Francia: iniziava la dinastia dei Borbone di Spagna, tuttora al trono nel Paese iberico.

2. La Spagna cedeva all’Austria i Paesi Bassi spagnoli, il regno di Napoli nonché il Ducato di Milano e lo Stato dei Presidii in Toscana, mentre invece cedeva la Sardegna alla Baviera di Massimiliano II Emanuele (11 aprile 1713), impegno questo che poi non fu ratificato dall’Austria e che costituì il pomo della discordia per la continuazione della guerra (cfr. Sabine Enders: “Il regno di Sardegna, il duca di Baviera e Vincenzo Bacallar Sanna. Storia di un libro”, in: Vincenzo Bacallar Sanna, La Sardegna Paraninfa della Pace e un piano segreto per la sovranità 1712-1714, Stuttgart 2011, pagg. 11-73). A Rastatt la Francia sottoscrive il trattato di pace con l’imperatore, a cui vengono confermati i suoi possedimenti italiani e la Sardegna

3. La Spagna cedeva all’Inghilterra la rocca di Gibilterra e l’isola di Minorca nelle Baleari.

4. La Francia cedeva all’Inghilterra i territori nordamericani di Terranova, l’Acadia e la Baia di Hudson. Inoltre si impegnava a non appoggiare più le rivendicazioni dei cattolici Stuart al trono inglese espellendo Giacomo Francesco Edoardo Stuart dalla Lorena e riconoscendo quale legittimo re d’Inghilterra Guglielmo d’Orange, marito di Maria, figlia primogenita del defunto Giacomo II.

5. Agli olandesi veniva concesso il diritto di costruire fortificazioni militari lungo il confine tra i Paesi Bassi ex spagnoli, ora austriaci, e la Francia.

6. Al duca Vittorio Amedeo II di Savoia venne assegnata la Sicilia con il relativo titolo regio, nonché Casale e tutto il Monferrato, parte della Lomellina e la Valsesia.

7. Il Ducato di Mantova (gli ex domini gonzagheschi) rimaneva all’Austria.

8. La regione dell’Alta Gheldria, il cosedditto Overkwartier, veniva diviso tra – la Prussia, con la Gheldria prussiana comprendente Geldern, Viersen, Horst e Venray – la Repubblica delle Sette Province Unite, con l’Alta Gheldria degli Stati comprendente Venlo, Montfort ed Echt – l’Austria, con la Gheldria austriaca comprendente Roermond, Niederkrüchten e Weert – il Ducato di Jülich, con la Gheldria di Jülich comprendente Erkelenz.

9. La Spagna cedeva all’Inghilterra l’asiento de negros, ovvero il monopolio del commercio degli schiavi africani verso l’America, nonché il cosiddetto vascello di permissione, ovvero l’autorizzazione ad un vascello inglese fino a 500 tonnellate di attraccare una volta l’anno in uno dei porti dell’America meridionale.

Per poter mettere definitivamente la parola fine alla guerra di successione spagnola, era necessario, però, che anche l’Austria sottoscrivesse il trattato di pace con la Francia: ciò avvenne il 6 marzo 1714 nella città di Rastadt. Inoltre la Pace di Utrecht lascio i Corsari disoccupati, e dato che questi rimasero senza lavoro, cominciarono ad attaccare le navi mercantili Spagnole e Inglesi nelle Indie Occidentali. Ciò comportò un grave danno alle economie dei due imperi.

Pace di Rastadt
Gli impegni assunti dalla Francia e dall’Austria a Rastadt furono i seguenti:
1. La Francia riconosceva tutti i nuovi possedimenti asburgici in Italia: il milanese, il
napoletano e la Sardegna e riconosceva, altresì, l’assegnazione definitiva all’Impero dei Paesi
Bassi spagnoli.
2. I principi elettori di Baviera e di Colonia venivano reintegrati nei loro possedimenti. Nel
trattato la cessione della Sardegna alla Baviera di Massimiliano II Emanuele non viene più
menzionata.

Conclusioni

I trattati di Utrecht e Rastadt, dopo aver parzialmente smembrato l’impero spagnolo, sancirono molti cambiamenti nel rapporto di forze tra le maggiori potenze europee e mondiali. Sinteticamente potremmo così riassumerli:

1. Il tramonto definitivo della Spagna come grande potenza, nonostante le colonie d’oltremare fossero rimaste legate alla madrepatria.

2. Il fallimento delle mire espansionistiche ed egemoniche della Francia di Luigi XIV. 3. La rinuncia parziale da parte della Francia e a favore dell’Inghilterra di parte dei suoi possedimenti continentali nell’America del Nord, riservandosi soltanto poche presenze nell’area caraibica.

4. L’affermazione dell’Inghilterra come potenza marittima egemone nel mondo e suo monopolio, unitamente agli olandesi, del controllo sulle rotte commerciali verso l’America e verso l’oriente.

5. L’affermazione dell’Austria asburgica come prima e più grande potenza presente sul continente europeo.

6. La nascita del nuovo Regno di Prussia nell’Europa orientale.

7. L’acquisizione del titolo regio da parte dei Savoia e, nel 1720, allorché si “scambiarono” con gli Asburgo Sicilia e Sardegna (elevata a Regno dall’Imperatore per l’occasione) della quale Vittorio Amedeo II fu il primo a fregiarsi.

8. L’avvicendamento della dinastia Borbone sul trono di Spagna, dopo due secoli di dinastia asburgica.

9. L’attracco di un vascello inglese, una volta l’anno, in uno dei porti spagnoli dell’America meridionale, notoriamente chiusi a tutti i Paesi non appartenenti alla Spagna, per poter liberamente commerciare significava l’inizio dello scardinamento delle misure protezionistiche adottate dalla Spagna per favorire le proprie navi nel trasporto delle merci da e verso l’Europa. Inoltre, in seguito ai trattati di Utrecht e Rastadt, Filippo V salvò il trono ma allo stesso tempo dovette rinunciare a tutti i possedimenti in Europa, cosa che però gli permise di concentrarsi maggiormente sulla politica interna per migliorarne la situazione. Successivamente la Spagna si ritrovò nuovamente a fronteggiare l’Austria a causa degli interessi in Italia di entrambe le potenze.

 

 

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