Gli sviluppi della rivoluzione russa

Gli sviluppi della rivoluzione russa

Gli sviluppi della rivoluzione russa


Il pensiero socialista elaborato da Marx ed Engels determinò in Russia una sanguinosa guerra civile fra i “rossi” (sostenitori del regime comunista dei soviet) e i “bianchi” (filozaristi, kulaki, borghesi nazionalisti e militari).

Temendo la diffusione della rivoluzione, le potenze capitalistiche dell’Intesa (Francia, Inghilterra, Giappone, Stati Uniti) sostennero le truppe “bianche” con vari attacchi militari (1918). Il governo sovietico per salvare la propria indipendenza, creò l’Armata rossa (guidata da Lev Trotskij), che riuscì a sconfiggere gli avversari e a porre fine alla guerra civile. Sterminata la famiglia imperiale (17 luglio 1918), qualche mese dopo fu proclamata la Repubblica socialista federativa sovietica russa; in seguito i bolscevichi imposero il Partito comunista russo come partito unico e crearono una brutale polizia di Stato (Ceca, e poi Gpu) destinata a reprimere i nemici della rivoluzione.

Il leader comunista Lenin intraprese un processo di rinnovamento della società russa (“tesi d’aprile”), abolendo la grande proprietà terriera privata, spartendo quella medio-piccola tra i contadini, confiscando i beni ecclesiastici e imperiali e stabilendo il controllo operaio sulle fabbriche. Queste misure non bastarono però a sollevare le masse della povertà e Lenin adottò il comunismo di guerra, un programma di controllo forzato su tutta la produzione, specialmente quella agraria (requisendo così, le derrate). Contadini e piccoli possidenti si opposero e il governo comunista rispose con dure repressioni che fecero crescere il clima di terrore. Ad aggravare la situazione intervenne la crisi agricola dovuta al calo della produzione nazionale e alle avverse condizioni climatiche.

Di fronte al malessere generale Lenin decise di attenuare il rigore della sua politica e diede corso al Nep (Nuova politica economica), che prevedeva l’apertura al libero commercio, l’aumento dei prodotti disponibili per il consumo, la prospettiva di profitti privati e una maggiore libertà per i contadini; vi furono risultati positivi anche nell’industria e nel settore operaio. Lenin intraprese inoltre una lotta all’analfabetismo e incentivò la diffusione della cultura, migliorò le condizioni igienico-sanitarie della popolazione, ma continuò a mantenere un atteggiamento di chiusura nei confronti della religione. In occasione del primo congresso dell’Unione dei soviet (30 dicembre 1922) venne creata l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, che fu dotata di una Costituzione; la direzione dello Stato fu affidata al Comitato0 centrale del Partito comunista, che deteneva il potere sulla base del principio marxista della dittatura del proletariato; il potere giudiziario fu attribuita alla Corte suprema dei soviet.

Nel 1919 Lenin istituì la terza internazionale al fine di organizzare i partiti comunisti dei vari paesi contro il capitalismo e di stabilire rapporti di politica internazionale che favorissero anche il riconoscimento ufficiale dell’Urss. La discussione di focalizzò su due obiettivi contrapposti: “rivoluzione permanente” (Trotskij) e “socialismo in un Paese solo” (Stalin)

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