GIOVANNI VERGA L’ULTIMA GIORNATAA

GIOVANNI VERGA L’ULTIMA GIORNATA

GIOVANNI VERGA L’ULTIMA GIORNATA


L’ultima giornata è una novella di Giovanni Verga appartenente alla raccolta Per le vie. Ambientata nei dintorni di Milano, in essa si cerca di ricostruire l’ultima giornata di un suicida. Ancora una volta si nota il contrasto fortissimo tra la gente che fa festa perché è il giorno dell’Ascensione e la vita di un uomo solo che, sopraffatto dal mondo, decide che è ormai venuto il momento di porre fine alla sua vita.

La novella non segue un ordine cronologico: dal ritrovamento del cadavere cominciano a vedersi le ultime persone che hanno avuto a che fare con l’uomo, poi si torna all’ultima giornata ed alla decisione del suicidio, quindi si passa di nuovo al presente, con le persone che festeggiano e mostrano curiosità per l’accaduto.

Si viene così a scoprire che l’uomo era arrivato in città circa un mese prima, dormendo da una “affittaletti”. Ogni giorno chiedeva se ci fosse una lettera per lui, ed ogni giorno usciva a cercare del dafarsi in giro, “colle scarpe rotte, la schiena curva, stanco già prima di muoversi“. L’uomo era giunto a Milano con la speranza di un lavoro, perché gli avevano detto che lì, a Milano, di lavoro ce n’era. Eppure lui, che di lavori ne aveva già fatti tanti, neppure a Milano riesce a trovarne uno! Quella lettera infatti gli diceva che non c’era posto per lui in officina; e difatti, essendosi anche rotto un braccio, nessuno più lo voleva a lavorare. La notte del sabato la gente era in festa nelle locande, eppure lui non ha tanta voglia di ballare (così lo ricordano alcune ragazze in festa), già deciso sul fatto d’ammazzarsi. Spia nelle botteghe ma non ha neppure il coraggio di fermarsi, tant’era la paura di essere sempre scacciato via. Solo una donna si ferma a parlare con lui: non per generosità, ha bisogno di riposo e di sfogarsi con qualcuno, e gli dice della sua vita finché va via.

La novella si conclude coi festeggiamenti del giorno dell’Ascensione, con le ragazze che, stanche di ballare, parlano del suicidio del giorno, con i ragazzi che si contendono lo sguardo di una giovane donna, con l’oste che a fine serata spranga le porte, fa i conti della giornata e sveglia la moglie dietro la cassa. Ancora una volta è vivo il contrasto tra la vita spensierata (o quanto meno agiata) di alcuni e la vita difficile di altri.

Tutto intorno, sotto il cielo stellato, si faceva un gran silenzio, e il grillo canterino si mise a stridere sul ciglio della ferrovia. (Da: Giovanni Verga, L’ultima giornata)

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