GIOVANNI PASCOLI IL LAMPO

GIOVANNI PASCOLI IL LAMPO

GIOVANNI PASCOLI IL LAMPO

Il lampo venne pubblicato nella terza edizione (1894). Apre la sezione intitolata Tristezze.


TESTO POETICO

E cielo e terra si mostrò qual era: 1

la terra ansante, livida, in sussulto; 

il cielo ingombro, tragico, disfatto: 2

bianca bianca nel tacito tumulto 3

una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio , che, largo, esterrefatto 4

s’aprì si chiuse , nella notte nera.


PARAFRASI

Il cielo e la terra apparvero quali erano

(all’improvviso chiarore del lampo)

la terra ansimante (come se per lo spavento respirasse affannosamente), di un colore plumbeo e sconvolta;

il cielo ingombro di nubi, cupo, sconvolto (dalla violenza del temporale):

una casa appare bianchissima (quasi spettrale) nel silenzioso sconvolgimento e all’improvviso scompare subito;

come un grande occhio che, atterrito, si apre e si chiude nel buio della notte.


CARATTERISTICHE FORMALI

Titolo: è informativo perché leggendo la parola “Il lampo” si capisce che si riferisce a un tema spaventoso come appunto il bagliore di un lampo che ci rende atterriti.  Il titolo informativo, infatti, permette l’acquisizione di notizie e informazioni a priori, da parte del lettore riguardanti il contenuto del testo poetico. Il fenomeno del lampo non viene mai nominato nei versi; è il lettore che deve ricavarlo dal titolo della lirica.

Strofe – Versi: è una piccola ballata5 di 7 versi endecasillabi, il cui primo verso costituisce la ripresa.

Ballata: di origine medievale, destinata alla musica e alla danza, è composta da stanze analoghe a quelle della canzone, spesso alternate da brevi strofe sempre uguali, dette ritornelli o riprese. La ballata, nell’Ottocento, ha subìto un’importante modifica, assumendo un carattere narrativo e privandosi quasi sempre del ritornello.

Rime: Lo schema delle rime è A BCBCCA.

Campi semantici: di colore = Forte contrasto cromatico tra “livida”, “bianca bianca” “notte nera”.

Linguaggio:  scarsa frequenza di verbi, uso di numerosi aggettivi, staccati da fitti segni di interpunzione.


[1] L’inizio della poesia è folgorante come il fenomeno del lampo.

[2] vv. 2-3: i due versi costituiscono il cuore tematico della lirica: infatti gli aggettivi, pur essendo riferiti a due aspetti della natura – come la terra e il cielo – denotano condizioni fisiche o psichiche proprie di creature viventi in preda alla paura. In questo modo il poeta avvia lo scambio tra fenomeno naturale e condizione umana, che è fondamentale nella poesia. Infatti, sebbene il breve componimento descriva un fenomeno meteorologico, tuttavia la scena descritta non è da leggere in chiave realistica o paesaggistica, bensì in chiave metaforica.

[3] Lo sconvolgimento della natura è reso ancora più drammatico dal fatto che, non essendo ancora scoppiato il tuono, il bagliore della luce preannuncia in un silenzio sospeso il caos che di lì a poco si manifesterà come suono. Il lampo, rappresentato attraverso gli effetti che produce con la sua illuminazione repentina, è simbolo dell’improvvisa rivelazione dell’angoscia dell’animo umano di fronte al dolore dell’esistenza.

[4] Il bianco spettrale della casa, che improvvisamente appare per scomparire subito, somiglia ad un grande occhio che, atterrito, si apre e si chiude. Il paragone tra un oggetto come la casa e un occhio umano sottolinea il rapporto analogico tra la natura e l’uomo e comunica il terrore dell’uomo di fronte alle tempeste della vita.

[5] Ballata: di origine medievale, destinata alla musica e alla danza, è composta da stanze analoghe a quelle della canzone, spesso alternate da brevi strofe sempre uguali, dette ritornelli o riprese. La ballata, nell’Ottocento, ha subìto un’importante modifica, assumendo un carattere narrativo e privandosi quasi sempre del ritornello.

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