GIORNO PER GIORNO DI GIUSEPPE UNGARETTI PARAFRASI

GIORNO PER GIORNO DI GIUSEPPE UNGARETTI PARAFRASI


Parafrasi:
Nessuno…tanto: riproduce le parole del bambino malato.
Il primo frammento mostra il bambino sofferente (con il viso già scomparso: perché ormai segnato dalla morte); il padre cerca di consolarlo distraendolo (per distrarre il suo bimbo).

Nel secondo frammento il bimbo è morto ed il poeta trasmette il senso di perdita con la consapevolezza che ora solo in sogno potrà baciare le mani piene di fiducia nei confronti della vita (fiduciose) del bimbo.
Ma la vita riprende, il poeta discorre, lavora, si veste (mutato: d’abito. Va cercato il significato psicologico e non quello reale), prova dei sentimenti (temo), fuma…e si domanda: come è possibile (come si può) sopportare un dolore così grande (tanta notte = metafora per buio interiore).

Nel frammento 3 vi è il rimpianto del poeta per ciò che avrebbe potuto essere.

Nei momenti in cui il poeta ha abbandonato ogni speranza (quando non spero più) immagina che gli si ripresenti l’ombra del piccolo (l’ombra…) per provare conforto (come mi illumina).

Nella strofa 5 il poeta ricorda i momenti in cui il bimbo era in salute e correva per le stanze ed era per il padre motivo di consolazione. Questo passato assume adesso agli occhi del poeta un alone di favola (passato di favola) che custodisce (la protegge) il ricordo della voce innocente del bambino mentre il suo corpo si disfa nella terra (la terra l’ha disfatta).

una: la voce del figlio, vivissima nel ricordo del poeta.
dalle vette immortali: dall’eternità.

I frammenti 7 e 8 esprimono tutto lo strazio del poeta, uno strazio che lo accompagnerà per tutta la vita

ed è continuo schianto!: il poeta esprime tutta la disperazione.

Il poeta afferma di essere tornato nella sua Roma (colli…amati: i colli e i pini di Roma), dove anche l’aria ha un ritmo conosciuto (del…accento: il suono famigliare dell’aria) che non potrà mai più condividere con il figlio; ed anche questo gli provoca un dolore che lo trafigge ad ogni respiro.

Segnato ferocemente da questa perdita il poeta non avverte più la vitalità (furori: l’estate è tradizionalmente associata all’eros) dell’estate, né i presentimenti (dell’estate) della primavera, né le manifestazioni (colori, frutti) inutili (stolte) dell’autunno: (Per…clemente) solo l’inverno, la stagione più triste, è in corrispondenza con lo stato d’animo del poeta che vive per un desiderio irrealizzabile (spoglio).