FOSCOLO VITA E PERSONALITA

FOSCOLO VITA E PERSONALITA

FOSCOLO VITA E PERSONALITA


LA VITA

Ugo Foscolo nasce sull’isola di Zante nel 1778, che in quel tempo era sotto il controllo di Venezia da padre italiano e madre greca. Alla morte del padre si trasferisce a Venezia dove continua i suoi studi e si appassiona di politica, vedendo in Napoleone la figura dell’eroe che combatte per la libertà, tuttavia quanto Napoleone firma il trattato di Campoformio con l’Austria Foscolo ne rimane profondamente disgustato e volontariamente va in esilio recandosi prima a Milano e poi a Bologna, dove inizia a scrivere la prima stesura del suo romanzo intitolato le Ultime lettere di Jacopo Ortis. Successivamente Foscolo va a Genova dove entra a far parte dell’esercito della città per difenderla dai nemici, ma nel momento in cui Genova viene conquistata si trasferisce a Firenze per poi spostarsi in Francia dove incontra Fanny Hamilton, da cui avrà la figlia Floriana. Di fatto Foscolo non si sposerà mai, ma nei suoi continui spostamenti avrà numerose relazioni sentimentali. In Francia Foscolo incontra anche Manzoni, che lo accogli freddamente per poi tornare a Milano, dove inizia la composizione della sua opera intitolata i Sepolcri.

Grazie all’aiuto di Vincenzo Monti, Foscolo ottiene la cattedra universitaria di letteratura a Pavia, ma ben presto perde il lavoro in quanto la cattedra gli viene tolta e ritorna a Milano dove tuttavia i suoi rapporti con la società borghese milanese risultano essere difficili a causa del suo comportamento anti napoleonico.

Nel 1812 Foscolo si reca a Firenze dove frequenta il salotto della contessa d’Albany, compagna dell’Alfieri, iniziando a lavorare alla sua opera chiamata le Grazie per poi recarsi nel 1814, dopo la caduta di Napoleone, a Zurigo per giungere successivamente in Inghilterra, dove viene accolto cordialmente. In Inghilterra, Foscolo, ormai stanco e disilluso, si isola dal mondo culturale e si dedica ad opere di critica letteraria, accudito dal sua figlia Floriana.

Nel 1827 Foscolo muore in Inghilterra, successivamente le sue spoglie vengono trasferite in Italia e seppellite nella basilica di Santa Croce a Firenze.

LA PERSONALITA’

Foscolo rappresenta l’immagine del nuovo letterato che vive senza la protezione dei principi e si mantiene facendo diversi lavori al fine di essere libero nel poter scrivere e poetare. Egli, sia nelle sue opere che nella sua vita, si presenta come una persona inquieta incapace di trovare la serenità negli affetti come nel lavoro infatti la sua vita è caratterizzata da continui viaggi, da continue relazioni sentimentali e da continui cambi di lavoro; tale inquietudine rende Foscolo l’emblema dell’eroe romantico, che vive liberamente e ha un forte senso civile e patriottico, che lo porta a soffrire e a combattere per la propria patria.

La sua inquietudine si rivela in due maschere contrapposte, che sono:

La maschera di Jacopo Ortis, il giovane patriota e innamorato infelice che si suicida per disperazione e amore della libertà;

La maschera di Didimo Chierico che guarda il mondo con disillusione e distacco, traducendo le opere altrui. Didimo rappresenta il vecchio Jacopo, qualora non si fosse ucciso.

LA POETICA

Foscolo si presenta come un pre romantico in quanto, vivendo in un momento di passaggio dato dalla fine del 1700 e l’inizio del 1800, riprende elementi della cultura illuminista, ma anticipa concetti della cultura romantica. Foscolo ha una solida base illuminista, dove la ragione e il progresso sono considerati elementi fondamentali, tuttavia egli vive lasciandosi trasportare molto spesso dalle sue passioni e quindi dai suoi sentimenti: la sua vita può essere descritta come un oscillare fra cuore e ragione. Nelle sue opere traspare sempre questa oscillazione fra cuore e ragione e quindi la mancanza di una stabilità fra queste due realtà, mettendo a nudo il suo io e i problemi del suo tempo.

Per quanto riguarda i caratteri del romanticismo, Foscolo anticipa alcune tematiche, quali:

Il valore del sentimento;

Il concetto di amore verso la patria;

Il concetto di armonia e di bellezza che egli riprende dalla cultura classica. Foscolo vede nella cultura classica quell’equilibrio di armonia e bellezza che egli aspira ma che non riesce a raggiungere per cui molto spesso nelle sue poesie fa riferimento alla cultura classica che compare come modello di vita per la  società contemporanea. Questo ritorno alla cultura classica è evidente principalmente in due poesie, a Laura Pallavicini  caduta da cavallo e all’amica risanata, dedicata ad Antonietta Arese.

Il concetto di esilio e di poeta-vate, cioè di poeta del popolo, che vive in modo eroico in quanto non si piega di fronte alle avversità e combatte per difendere i suoi ideali.

La predilezione per i paesaggi devastati dalla natura.

LE OPERE

Foscolo ha scritto diverse opere, fra cui le più importanti sono:

Le ultime lettere di Jacopo Ortis: è un romanzo epistolare formato da 67 lettere scritte dal protagonista della storia, Jacopo Ortsis, al suo amico Lorenzo Alderani, di cui non si conoscono le sue risposte. Jacopo rappresenta l’eroe pre romantico che ha due grandi passioni cioè l’amore per Teresa e la passione politica. Teresa, tuttavia, è destinata dal padre ad un altro uomo, che alla fine sposerà mentre la passione politica crollerà a causa del comportamento di Napoleone che da liberatore dell’Italia diventa vile traditore accettando il trattato di Capoformio. Jacopo, disilluso dal comportamento di Napoleone, decide di abbandonare Venezia, la sua città natale, e di viaggiare per l’Italia per poi ritornare a Venezia e scoprire che Teresa si è sposata. Sfiduciato e tradito dalle sue passioni Jacopo decide di suicidarsi in quanto per lui la vita non ha più senso poiché ha perso tutto. Quest’opera si presenta come un romanzo unitario anche se tratta di sue tematiche parallele, cioè l’amore per la donna e l’amore per la patria, ma nello stesso tempo si presenta come un romanzo nuovo, che parte da uno spunto reale in quanto Foscolo fa riferimento ad un fatto di cronaca, e introduce tematiche romantiche, come la visione pessimista sull’uomo e la sua storia. Secondo Foscolo, sebbene Jacopo cerchi di lottare per le proprie passioni, egli è destinato al fallimento perché la storia dell’uomo è una storia di decadimento, dove gli uomini vivono solo per ottenere il loro interesse all’interno di un mondo che segue delle proprie leggi ordinate che non possono essere cambiate. Jacopo, nel suo tormento, rappresenta l’uomo che si dibatte fra ragione e sentimento in quanto sa che tutte le sue passioni non potranno mai realizzarsi, ma nello stesso tempo ,spinto dal sentimento, non può fare a meno che sperare e dare forza alle sue stesse passioni. La stessa morte di Jacopo può essere vista come un ultimo gesto di protesta da parte del protagonista contro una realtà cruda e inevitabile che non può essere cambiata da nessuno. Foscolo inizia a lavorare a quest’opera già all’età di 18 anni per poi pubblicarla nella sua stesura definitiva a Zurigo. Le vicende di Jacopo si dividono in due parti: nella prima parte, ambientata nei colli Euganei, Jacopo incontra e si innamora di Teresa, la quale pur ricambiandolo è già stata promessa in sposa ad un altro uomo dal padre, per cui Jacopo sa che il suo amore non potrà mai realizzarsi; la seconda parte vede Jacopo girovagare per l’Italia, incontrando anche personaggi famosi come il poeta Parini e visitando le tombe dei grandi letterati italiani. Saputo del matrimonio di Teresa, Jacopo decide di suicidarsi, convinto che la vita ormai non gli possa riservare più nulla  chiedendo al suo amico Lorenzo di seppellirlo senza funerale con vicino il ritratto della sua amata.

Poesie: quest’opera è la raccolta di poesie del poeta, pubblicata per la prima volta a Milano nel 1803. L’opera è composta da 12 sonetti e 2 odi; i sonetti a loro volta possono essere divisi in due gruppi, cioè i sonetti giovanili ( 8 in tutto) dove il Foscolo descrive le proprie passioni come l’amore verso la patria e vero le donne e le proprie inquietudini, pensando anche al suicidio, con forza ed ardore; il secondo gruppo, formato da 4 sonetti, vede un Foscolo più meditativo e pacato che parla dei propri sentimenti e dei propri dolori in modo  raccolto; a questo secondo gruppo appartengono le poesie come In morte al fratello Giovanni e a Zacinto. Le due odi rappresentano la piena maturità poetica di Foscolo, dove emerge il tema della bellezza femminile vista come espressione di armonia universale. Le due odi sono a Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All’amica risanata.

Dei Sepolcri:  quest’opera è il capolavoro di Foscolo. Essa è un carme composto in versi endecasillabi sciolti che riprende il genere latino del carmen che veniva utilizzato per composizioni di natura sacra e religiosa. Foscolo nel comporre questo carma crea un genere nuovo che risulta essere un misto fra lirica ed epica. Egli prende spunto per la sua opera dall’amico poeta Pindemonte, che si stava dedicando ad un poema relativo al tema del cimitero, facendo riferimento all’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 che vietava per motivi politici, igienici e sociali, la sepoltura delle persone all’interno delle chiese. Pindemonte, da cattolico, è contrario all’editto napoleonico, Foscolo invece inizialmente lo accetta in modo positivo, ma poi muta la sua idea in quanto vede nelle tombe dei grandi personaggi italiani un esempio da ricordare e da conservare: secondo Foscolo la tomba ha valore simbolico per i vivi in quanto ricorda le gesta che i grandi uomini del passato hanno compiuto, ponendosi come esempio per le generazioni future. Il tema dei sepolcri è un tema molto diffuso all’epoca di Foscolo, ma interpretato in maniera diversa, infatti per alcuni poeti inglesi la tomba è simbolo della caducità dell’uomo o porta a riflettere sul tema della religione, mentre in Foscolo assume un valore civile. Il poeta, nell’ultima parte del carme, considera la poesia come il bello dell’arte, cioè come ciò che rimane anche dopo la morte in quanto è espressione di ciò che è di più puro nell’uomo. I sepolcri sono un opera di difficile lettura poiché  i passaggi logici che dovrebbero spiegare il ragionamento dell’autore sono molto spesso omessi in quanto egli scrive per transizioni, cioè sotto intendendo le connessioni logiche del proprio pensare. Sebbene tale opera non sia semplice, tuttavia può essere suddivisa in 3 parti fondamentali, quali: la prima parte si apre con il riferimento all’editto napoleonico che dapprima Foscolo accetta, ma poi contesta, facendo notare che le tombe sono un segno della civiltà dell’uomo e servono ai defunti per essere ricordati; la seconda parte porta Foscolo a considerare i vari riti di sepoltura, criticando quello medievale dove gli uomini erano seppelliti nelle chiese, tuttavia poco dopo egli ricorda come siano importanti le tombe presenti nella basilica di Santa Croce per gli italiani al fine di risvegliare il loro amore per la patria; la terza parte riguarda un’invocazione alle Muse protettrici della poesia immortale, che dà gloria agli eroi rendendoli tali. Qui Foscolo riprende alcune figure care alla mitologia greca come quella di Elettra,di Cassandra  e di Ettore in quanto fa riferimento alle rovine della città di Troia.

Notizie intorno a Didimo Chierico: quest’opera mette in luce la seconda maschera di Foscolo, che risulta essere distante dalla figura passionale del giovane Jacopo. Foscolo inizia a pensare a questa maschera già nel 1801 quando decide di scrivere un secondo romanzo, tuttavia la figura di questo secondo personaggio gli risulta difficile da applicare in quanto sono presenti in lui sentimenti contrastanti, per cui il progetto è rimandato fino al 1813 quando prende la luce la figura di Didimo Chierico, un nome di fantasia, che si presenta come il traduttore dell’ opera dello scrittore Sterne intitolata Viaggio sentimentale attraverso la Francia e l’Italia. Didimo è un  dotto grammatico, che si presenta come un uomo disincantato e ironico che osserva l’evoluzione della storia con distacco, avendo ormai domato le proprie passioni che sono state disilluse. Egli rappresenta l’antieroe scettico e disincantato, che scrive con ironia e satira attraverso immagini chiare ed un linguaggio più pacato. La figura di Didimo compare in tre opere distinte: la prima è quella relativa alla traduzione dello scritto di Sterne, traduzione che risulta essere molto libera e che vede prima una sorta di proemio in cui si delinea la figura di Didimo; la seconda è quella relativa all’opera Ipercalisse, che è un’invettiva contro la società del tempo in particolar modo francese; la terza è Lettere scritte dall’Inghilterra, dove Didimo annota le sue considerazione facendo un confronto fra gli italiani e gli inglesi e rappresenta l’ultimo periodo di vita del poeta.

Le Grazie: questo è un carme in endecasillabi sciolti che rappresenta il culmine della poesia fosco liana, rivolta ad una ripresa ed a una ri- interpretazione della cultura classica. L’opera, purtroppo, è frammentaria ed incompiuta, tuttavia mostra l’intento del poeta di descrivere una storia civilizzata ed ideale del genere umano attraverso le arti per cui rappresenta un modo alternativo di bellezza ed armonia. Gli inni che ci sono giunti sono 3, dedicati a tre dee diverse che simboleggiano tre arti diverse. Il primo inno è dedicato a Venere, la dea dell’amore ed è ambientato in Grecia; il secondo inno è dedicato a Vesta, la dea del focolare, ed è ambientato a Bellosguardo, località vicino a Firenze, mentre il terzo inno è dedicato alla dea Pallade Atena, dea delle arti consolatrici, ed è ambientato nella mitica città di Atlantide, dove la dea si rifugia ogni volta che negli uomini nascono desideri di guerra e di violenza. Quest’opera è scritta con un linguaggio pacato e ha il fine di riscattare l’arte dalla violenza dell’uomo, rendendola immortale e perfetta.

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