FIRENZE PONTE DI FERRO

FIRENZE PONTE DI FERRO

Ponte San Nicolò

Nel 1317 era stato decretato di costruire in questa zona un ponte e di chiamarlo Ponte Reale, in onore di Roberto d’Angiò capo della fazione guelfa: Giovanni Villani racconta come in effetti si fondassero le sue pile, che tuttavia non dettero mai adito alla realizzazione, sospesa per sopraggiunti eventi politici e per la necessità, dopo la disastrosa alluvione del 1333, di concentrare sforzi e finanze nella ricostruzione degli altri ponti. Solo nel 1835, sotto il granduca Leopoldo II, il progetto si attuò parzialmente con l’erezione di un ponte di ferro intitolato a San Ferdinando, inaugurato il 20 marzo 1837 e realizzato, al pari di quello a valle di San Leopoldo (laddove è oggi il ponte della Vittoria), dalla ditta francese dei fratelli Séguin, che operò in concessione, riservandosi il diritto della riscossione di un pedaggio per 104 anni.

firenze 1902 ponte di ferro oggi Ponte San Nicolò
firenze 1902 ponte di ferro oggi Ponte San Nicolò

Per poter ridurre la luce del ponte fu costruita una diga sulla riva destra, ma la riduzione dell’alveo ebbe come conseguenza l’aumento della forza delle acque, che, in occasione della piena del 3 novembre 1844, fecero rovinare il ponte.

Ricostruito nelle identiche forme questo fu nuovamente riaperto al transito il 10 gennaio 1853. Successivamente, per consentire il passaggio della linea chiantigiana del tramway, il ponte subì significative modifiche, fino ad essere ricostruito nel 1890 con una maggiore sezione e portata a traliccio su progetto dell’ingegnere Giacinto Rodriguez, conservando comunque della precedente struttura le spalle, con i quattro leoni in marmo che segnavano l’ancoraggio dei tiranti di sospensione. Fu questo ponte (peraltro già chiuso al traffico pesante nel 1935 in considerazione delle sue precarie condizioni di stabilità) che venne minato e distrutto dalle truppe tedesche in ritirata la notte del 3 agosto 1944. L’Amministrazione Militare Alleata provvide a realizzare un Baley Bridge (a struttura metallica portante provvisoria) che funzionò fino al 1948, quando il Ministero dei Lavori Pubblici bandì un pubblico concorso per la costruzione di un ponte in muratura.

Il concorso fu vinto dalla Società S.P.E.R. di Roma con un progetto dell’ingegnere Riccardo Morandi, che prevedeva un’unica campata di circa 90 metri di luce per una lunghezza totale di 132, con una carreggiata di 16 metri affiancata da due marciapiedi di 2 metri e cinquanta. “Il grande arco, di cemento armato a tipo cellulare, ha lo spessore in chiave di m 1,32 e, all’imposto, di m. 3,50. Il parapetto, formato da tanti finissimi pilastrini, venne subito chiamato dai fiorentini ‘chiusura lampo’” (Bargellini-Guarnieri 1978). Severe critiche all’opera, inaugurata il 26 maggio del 1949, furono mosse anche da voci autorevoli, come quella di Roberto Papini, soprattutto in relazione ad una variante in corso d’opera che portò la chiave centrale a superare di un metro l’altezza prevista, determinando una maggiore curvatura della linea di carreggiata. Tuttavia “il ponte di Morandi ha una bella linea e non ingombra con pesanti pile l’alveo del fiume, consentendone una completa visuale” 

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