Figure retoriche poesia a zacinto

Figure retoriche poesia a zacinto

Figure retoriche

Sineddochi: “sponde” (per terra) (v. 1); “greco mar” (al posto di mare Ionio) (v. 4); “limpide nubi” (al posto di cielo, clima) (v. 7); “fronde” (al posto di vegetazione) (v. 7); “inclito verso” (al posto di poesia) (v. 8);

La sineddoche consiste nel designare una cosa, anziché con il termine che le è proprio, con un altro termine avente con il primo un rapporto di quantità. Pertanto si ha una sineddoche quando si indica:

  • la parte per il tutto: “scafo” al posto di “nave”, “Inghilterra” al posto di “Regno Unito”, “Olanda” al posto di “Paesi Bassi”, “inglese” al posto di “britannico”, “Monte Carlo” al posto di “Monaco”, “joystick” al posto di “joypad” (modello con joystick);
  • il tutto per la parte: America” al posto di “Stati Uniti d’America, “americano” al posto di “statunitense“, cappotto di “renna“, ovvero fatto con la pelle della renna;
  • il genere per la specie: “il mortale” per “l’uomo”, “il felino” per “il gatto“, la belva lo azzannò” per “il leone lo azzannò”;
  • il singolare per il plurale: “l’italiano” all’estero per “gli italiani” all’estero;
  • il plurale per il singolare: “o sacrosante vergini, se fami / freddi o vigilie mai per voi soffersi” (Dante, , canto XXIX, vv. 37-38) in luogo di “fame e freddo”;
  • il numero determinato per l’indeterminato (“mille” saluti per “molti” saluti);
  • il numero indeterminato per il determinato: il libro ebbe “innumerevoli”

Antitesi (accostamento di due parole e frasi di significato opposto; esempi possono essere parole di senso contrario (vita/morte), contraddittorio (vitale/non-vitale), inverso (acquistare/vendere) ): v 11: “baciò-petrosa”

Enjambements: 3-4 verso; 4-5 verso; 6-7 verso; 8-9 verso; 13-14 verso.

Perifrasi (“giro di parole”, consiste nell’utilizzare, anziché il termine proprio, una sequenza di parole per descrivere una persona o una cosa ): “l’inclito verso di colui che l’acque cantò fatali” (Omero).

Allitterazioni (esalta rapporti fonetici tra le parole. Consiste nella ripetizione di una lettera, di una sillaba o più in generale di un suono in parole successive; il fenomeno avviene per lo più

a inizio parola): “sacre sponde” (v. 1); “fea… feconde” (v. 5); “vergine…/ Venere” (vv. 4-5); materna mia terra (v.13).

Apostrofi (si ha quando un personaggio o la voce narrante si rivolge a un uditore ideale diverso da quello reale): “Zacinto mia” (v. 3); “o materna mia terra” (v. 13).

Anastrofi (consiste nell’inversione dell’ordine abituale di un gruppo di termini successivi): “nè più mai toccherò le sacre sponde” (v.1); “vergine nacque / Venere” (vv. 4-5); “e fea quelle isole feconde” (v.5); “l’acque / cantò fatali” (vv. 8-9); “bello di fama e di sventura baciò la sua petrosa Itaca Ulisse” (vv. 10-11); “il canto avrai del figlio” (v. 12); “a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura” (vv. 13-14).

Litote (consiste nel dare un giudizio o fare un’affermazione adoperando la negazione di una espressione di senso contrario. Un esempio di litote è dire “non mi sento troppo bene”, per dire

“mi sento male”): “non tacque” (cioè parlò) (v. 6)


Forma metrica e rima: sonetto di endecasillabi a rime alternate (nelle quartine ABAB, nelle terzine CDE CED).