FIGURE RETORICHE IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI

FIGURE RETORICHE IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI


1. Le figure retoriche del significato:

pietra è una metonimia ( la materia per l’oggetto), sta ad indicare la tomba, simbolo qui di quella “corrispondenza d’amorosi sensi” di cui Foscolo scriverà nei “Sepolcri”: la tomba è qui il  luogo degli affetti familiari, dove la madre parla al figlio morto del figlio lontano.

il fior…caduto: metafora. E’ un’immagine che risale agli autori classici, quella di assimilare la giovinezza ad un fiore. Spiegazione: la tua morte avvenuta nel fiore della tua giovinezza.

suo dì tardo traendo: dì è una sineddoche ad indicare l’età ( una parte per il tutto). Si può anche intendere “trascinando stancamente i suoi giorni, a causa del dolore”, oltre che trascinando faticosamente la sua vita di persona ormai vecchia”.

cenere muto:metonimia / è il mutam cinerem di Catullo. Ancora la tomba centro di affetti, luogo di ricordi. L’espressione è in rapporto di parallelismo con ossa mie, l’una riferita al fratello, l’altra al  Foscolo, ambedue in relazione con la figura della madre.

ossa mie: metonimia , ad indicare il corpo del poeta una volta morto.

i miei tetti: sineddoche( la parte per il tutto), la patria, altro elemento della cosiddetta “religione delle illusioni” di Foscolo. si tratta di quei valori, di quegli ideali quali l’amore, la gloria, la virtù, l’eroismo, l’amore, che la ragione riconosce come inevitabilmente finiti, ma che il cuore non si rassegna a ritenere tali.

le palme: metonimia per braccia.

gli avversi Numi: metonimia per destino, sorte avversa.

tempesta-quiete: parallelismo metaforico. La tempesta sono gli affanni e le preoccupazioni della vita; la quiete è quella della morte.

cure-viver/porto-quiete……viver-tuo/tuo-porto: doppio chiasmo.

e prego anch’io nel tuo porto quiete: metafora E prego anch’io di torvare riposo nel porto della moret dove tu sei approdato.La morte è vista come un porto in cui l’uomo trova rifugio dalla tempesta.

2.Il poeta  spera un giorno di poter pregare sulla tomba del fratello, ma  tale illusione si rivela ben presto assai remota, in quanto è l’esilio il suo destino; unica possibilità di ricongiungimento con i suoi cari, all’indomani della morte in terra straniera, un gesto di pietà di genti straniere.

3. Metro: sonetto di endecasillabi rimati ABAB ABAB CDC CDC

Enjambement: fuggendo/di gente in gente;seduto/su la tua pietra;gemendo/il fior; secrete/cure.

4.Multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras, frater, ad inferias,
ut te postremo donarem munere mortis
et mutam nequiquam alloquerer cinerem.
Quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum.
Heu miser indigne frater adempte mihi,
nunc tamen interea haec, prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias,
accipe fraterno multum manantia fletu,
atque in perpetuum, frater, ave atque vale.

Il modello del sonetto è sicuramente il carme CI di Catullo, del quale Foscolo ripropone diverse espressioni, ma le differenze sono notevoli: in Foscolo c’è l’identificazione e il parallelismo tra il poeta ed il fratello; in Catullo poi troviamo le offerte funebri fatte sulla tomba , mentre nel sonetto foscoliano è presente il lamento per l’impossibilità di piangere sulla tomba.

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