FEUDALESIMO APPUNTI

FEUDALESIMO APPUNTI

IL FEUDALESIMO


  1. Cosa fu veramente il feudalesimo

La storia è piena di “etichette”, di categorie storiografiche che gli storici hanno elaborato per cercare di sussumere la innumerevole varietà dei fatti ricavabili dai documenti. Questi termini astratti sono una delle difficoltà dello studio della storia a scuola, perché libri e insegnanti non si preoccupano di far capire a quale realtà concreta essi rimandano.

Per quanto mi riguarda, lo spunto che mi ha rivelato come fossero confuse le mie idee sul feudalesimo è legato alla Rivoluzione francese, e precisamente dal famoso decreto della notte del 4 agosto 1789 col quale vennero aboliti i diritti feudali. Mi sono chiesta come mai esistessero ancora, e cosa fossero. Non è un caso che la domanda mi nascesse da un avvenimento molto più prossimo alla contemporaneità, dal momento che la Rivoluzione francese inaugura un’ epoca nuova, con una visione socio politica a noi molto più familiare: infatti l’ interesse nasce sempre dal presente.

Riprendendo Giuseppe Sergi si può rispondere così: col termine “diritti feudali” venivano definiti gli obblighi dei contadini verso il signore o proprietario (censi, corveés, banalità cioè obblighi di pagare per l’uso del mulino, per tagliare il bosco ecc.) che nascevano da una consuetudine di soggezione verso il padrone (signore o proprietario, che poteva essere anche un borghese, come vedremo poi). Col termine “feudalesimo” si incorporava l’intero regime agrario e signorile nato nel Medioevo.

Naturalmente il giudizio degli Illuministi sul feudalesimo era assolutamente negativo, come sarà poi quello di Marx che lo identifica con un modo di produzione storicamente successivo a quello schiavista e precedente quello capitalista.

  1. Si può identificare Medioevo e feudalesimo?

Quando si usano i termini storiografici in modo nominalistico si cade facilmente in semplificazioni come questa. La realtà è sempre complessa, e la conoscenza storica deve fare i conti con ciò.

La risposta alla domanda è negativa. Bisogna infatti distinguere la signoria fondiaria, che nasce dal basso, e che precede e poi sopravvive al feudalesimo, e feudalesimo, che implica un potere delegato dall’alto. Sono i poteri signorili la vera caratteristica della società medievale, perché precedono e sopravvivono al feudalesimo vero e proprio (Bloch, Boutruche, Sergi).

  1. Come nascono signoria e feudalesimo?

Per capire un fenomeno io ho sempre trovato utile ripercorrerne la genesi. Questo consente di mettere a fuoco i bisogni da cui nasce l’invenzione, la sperimentazione di una risposta.

Gli studi di Robert Boutruche, ormai circa 50 anni fa, hanno costituito la svolta fondamentale sull’argomento.

a LA SIGNORIA FONDIARIA

Dal Basso Impero in poi la struttura della grande proprietà terriere è quella della villa o curtis. E’ divisa in riserva signorile e mansi, ereditari per consuetudine, i cui coloni lavorano anche

sulla terra padronale. E’ una realtà molto complessa, perché lo stato giuridico del manso non corrisponde a quello del conduttore. Gli obblighi comunque nascevano dallo stato giuridico della terra.

In questo mondo agrario, dove la ricchezza sta nella terra, un movimento dal basso spinge piccoli proprietari alla “dedizione” a un monastero, o a mettersi alle dipendenze di un vicino laico più potente. “In nome di Cristo. Noi tutti (seguono i nomi di 16 persone) ti doniamo tutti i nostri allodi (…) per la nostra buona volontà e affinché voi siate il nostro buon signore e difensore contro tutti gli uomini della vostra contea” (doc. in Boutruche p. 310). I proprietari degli allodi cedono la proprietà della terra ottenendone in cambio l’usufrutto, e divenendo così fittavoli, condizione evidentemente più favorevole per la protezione accordata dal signore.

Da un punto di vista sociale, la villa coincide con la signoria. C’è un signore che costringe all’obbedienza dei dipendenti che sono legati a lui da vincoli personali intrecciati a dipendenze terriere.

I poteri del signore erano:

-I DIRITTI DI BANNO Il banno è il potere di ordinare, obbligare, punire. Potevano essere:

canoni, corveès, donativi, tasse sul matrimonio e la successione ecc..

-LE IMMUNITA’ L’istituzione fu sviluppata già durante i regni barbarici: i sovrani concedevano questo privilegio a monasteri, chiese, ma anche a laici (“ Noi ordiniamo che nessun agente pubblico osi penetrare nelle terre di questa chiesa per istruire cause, riscuotere ammende, esigere il diritto di alloggio o sostentamento, richiedere corveés o tributi”, v. doc. in Boutruche p.130). Il signore che godeva di questo privilegio assumeva a sua volta poteri giudiziari e fiscali.

Nel tempo i poteri dei signori andarono estendendosi al di là della villa originaria, su territori più vasti, imponendosi sui semplici signori fondiari, gli allodieri e sui loro contadini (signoria territoriale di banno).

La signoria fondiaria fornisce la base del sistema vassallatico.

b IL VASSALLAGGIO

Nella società mista romano-barbarica nascono nuovi vincoli di subordinazione, in cui rimangono tracce della clientela romana e della “comitiva” germanica. Il vassallaggio nasce nell’ambiente delle clientele militari, dei guerrieri domestici. Ecco un documento di accomandazione (sec.VIII): “Poiché a tutti è perfettamente noto che non ho di che nutrirmi e vestirmi, ho chiesto alla pietà vostra (…)di potermi affidare e accomandare al vostro mundio

  • Voi dovrete aiutarmi e sostenermi tanto per il vitto come per il vestiario nella misura in cui potrò servirvi e ben meritare di voi (…).Per tutti i giorni della mia vita rimarrò sotto la vostra potestà e protezione” (doc. in Boutruche p.161).

C’erano due modi di retribuire il vassallo (Bloch, p 249): mantenerlo nella propria casa oppure assegnargli una terra,rimettendo a lui la cura del proprio sostentamento. Se per molti dipendenti basta essere sfamati alla tavola del signore, da lui vestiti e armati, per i personaggi più prestigiosi occorre un compenso, ed è il beneficio.

La formazione del regime feudale nasce dalla saldatura tra signoria fondiaria e vassallaggio. Il primo documento che possediamo riguarda Tassilone III duca di Baviera, che,ammesso alla presenza di Pipino il Breve, “si accomandò come vassallo con le mani. Egli prestò innumerevoli giuramenti mettendo le mani sulle reliquie dei santi e promise fedeltà al re, com’è dovere di un vassallo”. (Boutrouche p 168). Il servizio prestato dalle clientele armate è molto costoso. Il capitolare di Thionville dell’ 805 sancisce che per mantenere un cavaliere equipaggiato occorrono 12 mansi! Carlo Magno e i suoi successori utilizzano ai fini di governo quella rete di rapporti di subordinazione già saldamente stabiliti. Gli antichi membri del seguito militare furono insediati su terre; lo stesso accadde per nuovi fedeli che non erano mai stati compagni d’arme, e infine i vassalli del Signore (vassi dominici) forniscono le maglie di una vasta rete di fedeltà (Bloch).

c I RAPPORTI FEUDO-VASSALLATICI

Non furono i rapporti vassallatico-beneficiari sopra descritti a mettere in crisi gli stati carolingi, anche se si rivelarono strumenti adatti a favorire la formazione di poteri a carattere locale. L’impero carolingio cadde perché non corrispondeva alla mentalità e alla istruzione degli

uomini del tempo, incapaci di affermare la nozione astratta dello stato. La sua costruzione era smisurata rispetto alla base economico-sociale.

A causa però della crisi dello stato carolingio lo stesso rapporto si trasformò. Come scrive Vitolo, in origine l’elemento più importante era il vassallaggio, cioè la fedeltà che il vassallo giurava al suo signore. Solo successivamente la fedeltà veniva ricompensata con un beneficio o feudo. Ora invece il rapporto appare capovolto: il feudo, cioè la terra diventa l’elemento decisivo, per cui si entrava nel vassallaggio di qualcuno per ricevere quel determinato feudo.

Per questo si parla dopo il Mille di rapporti feudo-vassallatici in cui è in primo piano il rapporto con la terra: il feudo. Si crea così una rete molto intricata di rapporti: una rete piuttosto di una piramide, immagine quest’ultima appropriata solo alle monarchie feudali, come Inghilterra e Regno Normanno in Italia meridionale.

Ci fu così dal X sec. non solo una crisi, un’anarchia, ma una riorganizzazione dei poteri dal basso, con l’incastellamento e la nascita della signoria territoriale di banno.

In Francia il periodo dal 1000 al 1300 è chiamato la “seconda età feudale”, ma in Italia è l’”età comunale”.

E’interessante, come nota Alberzoni, che i Comuni adottino, per controllare il territorio circostante (contado), le modalità della signoria rurale, ora inserite nell’istituto feudale; che nella pace di Costanza l’Imperatore obblighi i Comuni al giuramento vassallatico (anche se l’Impero volendo richiamarsi al diritto romano era contrario al feudalesimo); che i successivi Stati regionali usarono il diritto feudale per legare a sé i piccoli principati.

4.Cosa determina la fine del feudalesimo?

Lo Stato moderno si incaricherà sin dal suo sorgere di combattere i feudatari, per accentrare il potere nelle mani del sovrano (assolutismo, dispotismo illuminato, stato rivoluzionario, napoleonico, stato accentratore e livellatore che anche oggi più o meno vediamo).

Ritorniamo alla Rivoluzione francese e agli odiosi “diritti feudali”. R. Pernoud fa notare che i proprietari borghesi rimettevano in vigore i diritti consuetudinari sulle terre signorili da loro acquistate. Il peggiore sfruttamento contadino fu probabilmente in quest’epoca.

5.Feudalesimo come sperimentazione

Abbiamo visto il giudizio negativo sul feudalesimo, ritenuto la causa dell’”anarchia feudale”. Con la dissoluzione dell’Impero carolingio abbiamo una “dissoluzione del potere”? Secondo Sergi piuttosto una “pluralizzazione dei poteri”. “Si riconosce alle signorie rurali dei castelli la dignità di un modo di funzionare della società”. (Pernoud)

Infatti il giudizio negativo nasce da un confronto con un concetto di stato come potere centralizzato, con leggi e amministrazioni uniformi. Si parla di “arbitrio feudale”. Ma nel mondo feudale tutto si basa sul legame personale e sulle consuetudini, che sono comunque una limitazione ai capricci dei potenti. “La tradizione è un dato (…) sempre suscettibile di evoluzione, ma mai sottomesso a una singola volontà particolare”. (Pernoud, p71)

Giuseppe Sergi, seguendo il giudizio del Tabacco, sottolinea come il Medioevo fosse l’”età della sperimentazione”. Una di queste sperimentazioni, destinata a lunga vita, fu il feudalesimo.

  1. La feudalità coincide con una spinta di energia L’espressione è di Lucien Febvre.

Sottolinea anche Pernoud che dai castelli nasce la civiltà cortese. Dal feudalesimo nasce il codice d’onore cavalleresco, una maggiore raffinatezza dei modi, una nuova attenzione piena di riguardi alla donna.

Anche Dawson sottolinea la vitalità della società feudale, rilevando però in essa un dualismo: secondo lo storico inglese in essa allo spirito barbarico si contrappone la concezione cristiana da cui nascono la cavalleria, le paci di Dio e la crociata. Lo stesso spirito cortese si contrappone secondo Dawson al Cristianesimo, almeno fino alla sintesi operata da S.Francesco.

Un ultimo suggerimento di metodo.

Forse è ovvio, ma per imparare bisogna mettersi al lavoro sotto la guida dei grandi storici. Alcuni grandi libri vanno letti, ed è una piacevole esperienza.

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