Euripide

Euripide

Nacque a Salamina nel 480 a.C. circa, ma fu iscritto nel demo attico di Flia. Il padre, Mnesarco, era proprietario terriero e la madre Clito era di origine nobile, ma la malevolenza dei comici e soprattutto di Aristofane li trasformò rispettivamente in un bottegaio e un’erbivendola. Le fonti su Euripide non sono del tutto attendibili; tra esse le più importanti sono: una biografia tramandata da alcuni codici e la Vita di Euripide di Satiro, biografo e filosofo peripatetico; le commedie di Aristofane e in particolar modo Le rane. Per la cronologia sono utili alcune epigrafi, il Marmor Parium e le upoqe,seij di età ellenistica.

Proprio per le distorsioni con cui i poeti comici hanno rappresentato il personaggio di Euripide, possiamo affermare che probabilmente le notizie delle fonti biografiche riflettano la tendenza dei biografi antichi ad attribuire all’autore fatti, sentimenti e problematiche presenti nelle sue opere. Per questo la notizia relativa all’ateismo rivolta ad Euripie potrebbe essere nata dallo scetticismo religioso e dagli atteggiamenti critici di molti dei suoi personaggi. Anche l’accusa di misoginia, per esempio, può aver origine dalla commedia, in particolare da Le donne alle Tesmoforie di Aristofane.

A differenza di Eschilo e Sofocle, Euripide non partecipò alla vita politica di Atene, tuttavia le tragedie dimostrano viva adesione, sia pure critica e polemica, alla realtà contemporanea e ai problemi che stavano travagliando la democraziona periclea.

Negli ultimi anni, dopo il 408, si recò in Macedonia presso il re Archelao dove morì tra il 407 e il 405 (morì prima della rappresentazione alle Lenee del 405 della commedia di Aristofane, Le rane). Dei tre figli (Mnesarchide, Mnesiloco ed Euripide detto “il giovane”), il terzo (che per la Suda sarebbe stato non un figlio ma un nipote), fu il solo a continuare l’attività di tragediografo.