Esiodo Teogonia vv 116-139
Esiodo Teogonia vv 116-139
- Dunque, per primo fu Caos, e poi
- Gaia dall’ampio petto, sede sicura per sempre di tutti
- gli immortali che tengono la vetta nevosa d’Olimpo,
- e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,
- poi Eros, il più bello fra gli immortali,
- che rompe le membra (), e di tutti gli dei e di tutti gli uomini
- doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.
- Da Caos nacquero Erebo e nera Notte.
- Da Notte provennero Etere e Giorno
- che lei concepì a Erebbo unita in amore.
- Gaia per prima generò, simile a sé,
- Urano stellato, che l’avvolgesse tutta d’intorno,
- che fosse ai beati sede sicura per sempre.
- Generò i monti grandi, grato soggiorno alle dee
- Ninfe che hanno dimora sui monti ricchi d’anfratti;
- essa generòanche il mare infecondo, di gonfiore furente,
- Ponto, senza amore gradito; dopo
- con Urano giacendo, generò Oceano dai gorghi profondi,
- e Coio e Crio e Iperione e Iapeto,
- Teia Rea Temi e Mnemosine
- e Foibe dall’aurea corona, e l’amabile Teti;
- e dopo di questi, per ultimo, nacque Crono dai torti pensieri,
- il più tremendo dei figli, e prese in odio il gagliardo suo genitore.
- Generò poi i Ciclopi dal cuore superbo (…)