ERCOLE CHI ERA

ERCOLE CHI ERA

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Eracle è un eroe della mitologia greca, corrispondente alla figura della mitologia romana di Ercole. Era figlio di Alcmena e Zeus, lui era dotato di una forza sovraumana. Ercole nacque ad Argo. La storia di questo eroe non è raccontata in una sola opera, ma ne sono state scritte molte che lo vedono protagonista. Celebri le sue imprese, ad esempio le dodici fatiche, che lo vedono affrontare serpenti dalle testi molteplici, leoni dalla pelle impossibile da scalfire, uccelli in grado di sparare piume affilate e molti altri mostri che l’eroe riuscì sempre a sconfiggere. La sua complessa personalità, l’ambientazione di fatto che la maggior parte di esse sia legata ad animali, assimilano talvolta l’immagine di Eracle agli antichi sciamani, dotati di poteri soprannaturali, e una certa comunanza di aspetti si rintraccia anche in eroi fenici come Melqart. Le dodici fatiche, poi, possono avere qualche correlazione con i segni dello zodiaco, molti dei quali sono appunto rappresentati da animali. Nel mondo romano Ercole presiedeva alle palestre e a tutti i luoghi in cui si faceva attività fisica; considerato anche una divinità propizia, gli si rivolgevano invocazioni in caso di disgrazie, chiamandolo Hercules Defensor o Salutaris. E’ inoltre da ricordare che fin quasi all’età moderna lo Stretto di Gibilterra era noto come “Colonne d’Ercole”, con espressione chiaramente evocativa: un ricordo dei viaggi e degli spostamenti dell’eroe che, nel corso delle sue imprese, toccò paesi dell’Asia Minore e del Caucaso e raggiunse l’Estremo Oriente e il Grande Oceano, che delimitava le”terre dei vivi”. La leggenda era d’origine fenicia: il dio tirio Melquart (identificato poi dai Romani con Ercole e detto Hercules Gaditanus, per il famoso tempio di Gades a lui dedicato) avrebbe posto ai lati dello Stretto due colonne, che furono poi considerate l’estremo limite raggiunto da Ercole e, soprattutto nel Medioevo, il confine posto dal dio affinchè gli uomini non si spingessero nell’Oceano Atlantico. Eracle fu venerato come simbolo di coraggio e forza, ma anche di umanità e generosità anche presso i romani.


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