Dolente lasso giĆ non m’asecuro parafrasi
di Guido Guinizzelli
TESTO
Dolente, lasso, giĆ non māasecuro,
chĆ© tu māassali, Amore, e mi combatti:
diritto al tuo rincontro in pieā non duro,
chƩ mantenente a terra mi dibatti,
come lo trono che fere lo muro
e āl vento li arborā per li forti tratti.
Dice lo core agli occhi: āPer voi moroā,
e li occhi dice al cor: āTu nāhai desfattiā.
Apparve luce, che rendƩ splendore,
che passao per li occhi e āl cor ferƬo,
ondāio ne sono a tal condizione:
ciĆ² furo li belli occhi pienā dāamore,
che me feriro al cor dāuno disio
come si fere augello di bolzone.
Parafrasi
Dolente, misero, non mi rassicuro ancora, poichĆ© tu mi assali, Amore, e mi fai guerra; dritto al tuo impeto io non rimango in piedi, poichĆ© subito mi precipiti a terra, come il fulmine fende le mura e il vento, con la sua gagliardia, svelle gli alberi; il cuore dice agli occhi: a causa vostra Ā io muoio; gli occhi dicono al cuore: tu ci hai distrutti. Apparve una luce che brillĆ² d’uno splendore il quale attraversĆ² gli occhi e ferƬ il cuore; per cui sono in tale stato; furono gli occhi pieni d’amore che mi ferirono il cuore con un desiderio, come un uccello viene ferito da un bolzone [freccia a grossa punta].