DIVINA COMMEDIA INFERNO RIASSUNTO

DIVINA COMMEDIA INFERNO RIASSUNTO

DIVINA COMMEDIA INFERNO RIASSUNTO

CANTO PRIMO
Dante si trova in un periodo nero della sua vita, la selva oscura. Nel tentativo d’uscita, salendo una collina incontra tre fiere: una lonza, che rappresenta la lussuria, un leone la superbia e una lupa l’avarizia. In suo aiuto giunge Virgilio che spiega al protagonista che l’unico modo per uscirne vivo è intraprendere un viaggio nell’oltretomba.
CANTO SECONDO
Momento del tramonto. Dante è assalito da perplessità e timori, si domanda il motivo per cui è concesso ad un uomo qualunque questo viaggio già intrapreso da Enea e San Paolo, uomini molto importanti. Virgilio gli rivela che la sua salvezza sta a cuore a tre donne: la Vergine, Santa Lucia e Beatrice. A queste parole, rinfrancato, Dante si riavvia.
CANTO TERZO
“Lasciate ogni speranza voi che entrate” sono queste le parole scritte sopra la porta dell’Inferno, che affermano la dannazione eterna e cancellano ogni speranza. Improvvisamente sente i sospiri e i pianti degli ignavi (coloro che non hanno mai schierato), destinati a roteare in un turbine di sabbia seguendo un’insegna, stimolati da tafani e vespe che rigano di sangue il loro volto, che misto alle lacrime, cade ai piedi succhiato da fastidiosi vermi. Il disprezzo che Dante prova per gli ignavi si traduce nella pena. Si trovano di fronte a Caronte, il traghettatore dell’Acheronte, il fiume che permette l’entrata nell’inferno. All’opposizione di Caronte, Virgilio pronuncia le parole “vuolsi così colà dove si puote // ciò che si vuole, e più non dimandare”. Arrivati, un terremoto fece svenire Dante.
CANTO QUARTO
Dante arriva nel Limbo dove risiedono tutti i meritevoli nati prima di Cristo; dentro le sette mura di un castello, un prato verde e fiorito, un luogo aperto e luminoso. Incontra i maestri della poesia classica: Omero, Orazio, Ovidio e Lucano; coi quali dialoga.
Personaggi
Omero: famoso un poeta vissuto nell’antica Grecia nel VIII sec. a.C. Orazio e Ovidio: poeti latini vissuti nel periodo dell’Impero Romano. Lucano: poeta e storico. Saladino: famoso Emiro Ottomano. Ipocràte: fonda la medicina. Avicenna e Galieno: traducono dall’arabo i grandi testi greci.
CANTO QUINTO
Sulla soglia del secondo cerchio sta Minosse, che con la sua terribile coda decreta la pena. I peccatori di questo cerchio sono i lussuriosi. Dante incontra due amanti di Rimini, Francesca e Paolo, che scontarono con la morte l’adulterio, per mano del marito offeso, Gianciotto Malatesta. La loro storia turba Dante a tal punto da farlo svenire.
Contrappassso: come in vita furono travolte dalla furia della passione, così qui nell’Inferno le anime dei lussuriosi sono trascinate senza posa da una bufera di vento.
Personaggi
Minosse: il mitico re di Creta, figlio di Giove e d’Europa; fa tanti giri di coda quanti cerhi, i dannati, devono scendere. Francesca da Polenta: nata a Ravenna e andata in sposa intorno al 1275 a Gianciotto Malatesta, signore di Rimini. Si dice che a Rimini, Francesca abbia incontrato il fratello di suo marito, Paolo Malatesta e proprio la lettura del “Lancillotto e Ginevra” , spinse loro al peccato. “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”: Galeotto è la traduzione Dantesca di Galeunt, il giullare che si ipotizza avesse scritto il romanzo.
CANTO SESTO
Nel terzo cerchio le ombre dei golosi giacciono prostrate nel fango, sotto una pioggia eterna mista di acqua fetida, di grandine e neve. Cerbero, il cane tricipite, introna gli spiriti con il suo latrare e con le mani unghiate li scuoia e li squarta. Per permettere il passaggio, Virgilio gli butta nelle bocche della terra come segno di disprezzo e per placare la sua voglia di divorare. Dante riconosce un fiorentino, Ciacco, che gli predica il futuro di Firenze, dominata dal Neri e dalla superbia.
Personaggi
Cerbero: cane con tre teste e con coda e crini di serpente. Dante ne fa un mostro di voracità insaziabile, crudeltà ferina e le note ripugnanti dell’aspetto che hanno un significato allegorico: negli occhi vermigli, la bramosa ira; nella barba unta, la sozza ingordigia; nel ventre largo, la voracità insaziabile; negli artigli la natura rapace. Ciacco: uomo fiorentino
CANTO SETTIMO
Sulla soglia del quarto cerchio sta Pluto, il maledetto lupo. Due schiere di peccatori, gli avari da destra e i prodighi da sinistra, rotolano faticosamente enormi massi, s’incontrano in un punto del cerchio, scambiandosi imprecazioni; si girano e ripercorrono il cammino fino a scontrarsi nel punto opposto. Giungono alle rive dello Stige, dove nel fango sono immersi gli accidiosi e gli iracondi.
Personaggi
Pluto: il lupo maledetto, il cui simbolo è quello della brama di ricchezza.
CANTO OTTAVO
Flegias è il traghettatore dello Stige. Virgilio e Dante si trovano in difficoltà nell’affrontare i demoni
Personaggi
Flegias: è il simbolo e la figura vivente dell’ira
CANTO NONO
L’intervento di un Messo celeste aiuta i due pellegrini al passaggio al basso Inferno. Entrano nella città di Dite dove gli eretici sono condannati ad essere sepolti in una bara di fuoco.
CANTO DECIMO
Nel sesto cerchio, quello degli eretici, Dante centra la sua attenzione sugli epicurei. Incontra due personaggi. Farinata degli Uberti, grande capo ghibellino, che due volte vinse i guelfi a cui aderiva Dante; è chiuso nella sua passione politica e profetizza al poeta l’esilio. Cavalcante Cavalcanti, il padre di Guido Cavalcanti, dato che chiede notizie sul figlio, Dante arriva alla conclusione che le anime sono a conoscenza del futuro ma non del presente.
Personaggi
Dante mette in contrapposizione due personaggi così diversi: Farinata degli Uberti è un uomo magnanimo e fiero, il poeta ci rivela la sua ammirazione nei confronti di questo personaggio “ed el s’ergea col petto e con la fronte”, la grandezza morale di Farinata è espressa quasi con termini fisici.
CANTO DECIMOPRIMO
I due pellegrini sostano alla tomba di papa Anastasio II, Virgilio spiega al compagno le condizioni dei cerchi seguenti. Incontrano: nel settimo cerchio i violenti e nell’ottavo i fraudolenti.
CANTO DECIMOSECONDO
VII cerchio. Dante e Virgilio scendono per un cammino alpestre, scosceso e franoso. I peccatori di questo cerchio sono i violenti contro il prossimo, si ricordano Azzolino e Opizzo, che sono immersi in un fiume di sangue bollente, il Flegetonte, sotto la guardia dei Centauri. Virgilio chiede di parlare con Chirone, il capo dei Centauri, per chiedere il suo aiuto ad attraversare il fiume, viene ordinato a Nesso di scortare e aiutare Dante nel passaggio.
Contrappasso: in vita hanno ucciso e sparso molto sangue, ora sono costretti a bollire nelsangue.
Personaggi
Nesso: si innamorò di Deianira, la moglie di Ercole, mentre la trasportava tentò di rapirla; ferito a morte dall’eroe offeso, diede a Deianira la sua veste, madida di sangue avvelenato, facendole credere che avesse il potere di far innamorare chi l’indossasse; Ercole, indossata la veste morì.
Azzolino: tiranno e capo dei ghibellini, morto in carcere nel 1259.
Opizzo: signore di Ferrara, ucciso con le mani del figlio nel 1293.
CANTO DECIMOTERZO
VIII cerchio. I due poeti s’inoltrano in una selva di sterpi foschi e contorti, spogli ma pieni di spine su cui s’annidano le Arpie sozze e deformi. Dentro gli alberi stanno gli spiriti dei suicidi, che neppure dopo il giudizio universale torneranno a rivestirsi del loro corpo contro il quale incrudelirono, rimarrà invece appeso all’albero. Tra essi Dante riconosce Pier della Vigna, che gli racconta perché si è ucciso; e un fiorentino che s’impiccò disperato nella sua casa. Le altre ombre, inseguite e dilaniate dalle cagne feroci, sono scialacquatori, che dispersero le loro ricchezze nel gioco e nel vizio.
Contrappasso: hanno disprezzato la vita, vengono tramutati in vegetali dato che gli uomini pensano che non abbiano sensibilità, sono tormentati dalle arpie che scempiano il loro “corpo”.
Personaggi
Pier della Vigna: poeta, ministro e consigliere dell’Imperatore Federico II, accusato di tradimento venne fatto incarcerare e per il dolore si uccise.
CANTO DECIMOQUARTO
Nel terzo girone del settimo cerchio ci sono i violenti contro Dio, sono nella sabbia infuocata e piove fuoco.
CANTO DECIMOQUINTO
VII cerchio. Una schiera di sodomiti che corre lungo l’argine del ruscello, guarda con stupore l’aspetto dei due pellegrini. Incontrano Brunetto Latini, parlando rimpiangono la sua pena e di non essere ancora vivo, Dante gli ricorda ciò che gli aveva insegnato e in particolar modo come l’uomo diventa eterno, continuando il cammino notano altri famosi sodomiti .
Contrappasso: in vita sono andati contro natura, si sono lasciati prendere da una passione innaturale; ora la natura va contro di loro e sono costretti a camminare sulla sabbia rovente.
Personaggi
Brunetto Latini: seguì le vicende fiorentine da guelfo, grande filosofo e maestro in retorica.
CANTO VENTESIMOSESTO
Tutta l’ottava bolgia risplende di innumerevoli fiamme, in ognuna di queste è racchiusa l’anima di un peccatore. Si avvicina ai due una fiammella biforcuta, che contiene Ulisse e Diomede; il primo narra a Dante gli inganni e le frodi per cui si trova punito con Diomede nell’inferno: da vecchio, bramoso di sempre nuove esperienze, si indusse con pochi compagni a varcare le colonne d’Ercole lanciandosi nell’oceano aperto alla ricerca alla ricerca di terre sconosciute, e riuscì a intravederle da lontano, ma solo per morire subito dopo travolto dalle onde, come piacque a Dio.
Contrappasso: come in vita ardevano per fare nuove scoperte, nell’Inferno scoprono cosa vuol dire ardere.
CANTO VENTESIMOSETTIMO
Appena se ne andò la doppia fiamma, ne arrivo subito un’altra che conteneva Guido da Montefeltro; informa Dante delle condizioni della Romagna e gli rivela che fu capo dei ghibellini, astuto guerriero, da vecchio s’era convertito entrando nell’ordine dei francescani. Papa Bonifacio VIII lo invitò a corte per chiedergli dei consigli contro i ribelli Colonnesi; spinto dalla promessa del papa di assolverlo in anticipo dal peccato, lo ha consigliato.
Personaggi
Guido da Montefeltro: capo dei ghibellini romagnoli, guerriero astutissimo.
CANTO TRENTESIMOPRIMO
I due pellegrini procedono per una vasta pianura, verso l’orlo del grande pozzo centrale. In lontananza Dante scorge tra le tenebre grandi masse che scambia prima per torri e intanto ode suonare un corno. Avvicinandosi le torri da lui immaginate sono giganti che torreggiano con tutto il busto. Il suonatore di corno è Nembrot, oltre i giganti del mito classico: Fialte, Anteo, e Briarieo. Virgilio esorta Anteo, il quale prende i mano i due e li depone sul fondo del pozzo.
Personaggi
Nembrot: il responsabile di aver fatto innalzare la torre di Babele, da cui derivò la confusione linguistica
Fialte: uno dei giganti che tentarono la scalata del cielo.
Briareo: Virgilio lo rappresenta con cento braccia nell’atto di minacciare Giove.
Anteo: figlio di Nettuno e della Terra, si nutriva di leoni.
CANTO TRENTESIMOSECONDO
Il fondo dell’Inferno è formato da un lago ghiacciato, il Cocito, diviso in quattro zone. Nella prima, la Caina, ci sono i traditori dei parenti che sono immersi fino al collo; nella seconda, l’Anteora, i traditori della patria, nella stessa posizione ma con il viso più esposto al gelo; la Tolomea, dove sono distesi supini i traditori degli ospiti; infine la Giudecca, dove i traditori dei benefattori sono del tutto immersi nel ghiaccio. Dante nota due teste che sporgono e cozzano fra di loro con violenza: sono i fratelli Alberti che si uccisero a vicenda. Dante prende col piede nel viso di Bocca degli Abati, che tradì i guelfi a Montaperti. Infine si presenta un dannato che rode il capo di un altro con la stessa naturalezza con cui affamato addenta un pane.
CANTO TRENTESIMOTERZO
Ugolino della Gerardesca racconta a Dante come fosse stato lasciato morire di fame coi figli e nipoti per ordine dell’Arcivescovo Ruggeri, rievoca ad uno ad uno i giorni e le ore di quel terribile supplizio. Il sentimento raggiunto dalla pietà che prova il poeta per i figli, esplode nell’invettiva contro Pisa. Incontra Frate Alberigo e Branca Doria; nuova invettiva contro i genovesi.
CANTO TRENTESIMOQUARTO
Al centro del pozzo infernale, che è anche il centro della terra, sta Lucifero, che con le sue tre bocche mangia Giuda, Bruto e Cassio. Virgilio racconta che quando Lucifero venne scagliato dall’Empireo, toccò il nostro mondo nell’emisfero australe, le terre che vi emergevano, per paura di lui si ritrassero sotto le acque e andarono a formare la “gran secca” dell’altro emisfero; le altre terre, mosse dalla sua caduta, che determinò la cavità al cento del globo, si spostarono e formarono il Purgatorio. Virgilio, tenendo Dante, si appiglia a Lucifero, scende lentamente al centro della Terra, poi si rivolta e sale lungo le gambe del mostro. Usciti giungono a rivedere le stelle e il cielo


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