Descrizione Renzo Lucia Don Abbondio Padre Cristoforo e Gertrude

Descrizione Renzo Lucia Don Abbondio Padre Cristoforo e Gertrude


Renzo: la descrizione di Renzo è presente nel primo capitolo.Questa risulta molto esuriente, dato che ci informa di tutto quello che c’è da sapere sul personaggio.Di fronte a Don Rodrigo, alle sue violenze e soverchierie, non pensa che alla vendetta ed all’omicidio. Ma da questo lo terranno sempre lontano le parole di fra Cristoforo e le suppliche di Lucia. E’ ingenuo, ignorante, e quindi facile ad essere preso, inebriato, sviato dagli avvenimenti esterni. Eppure non è un balordo, anzi è abbastanza accorto e intelligente per cavarsi d’impaccio o mettersi in salvo. Questa figura trova costantemente una rappresentazione viva mossa e attraente. Con Renzo Manzoni mostra spesso il suo umano sorriso: il sorriso dell’uomo colto e meditativo che fissa a guardare l’uomo semplice e buono. Renzo è un personaggio dinamico, infatti è una varietà continua di stati d’animo, atteggiamenti e situazioni.

Lucia: è il personaggio per eccellenza più amato dal Manzoni: una creatura quindi, che il poeta ha voluto presentarci sotto una luce ideale, pur mantenendola nella realtà dei sentimenti e degli atteggiamenti di una giovane contadina, semplice ed intelligente, religiosa e innamorata. IL lavoro, la preghiera e il pianto sono gli atteggiamenti più comuni ed insieme più poetici di Lucia. Lavora nel suo paese, lavora nel monastero a Monza, lavora nella casa del sarto, nel palazzo di donna Prassede ecc..; prega costantemente quando ogni speranza terrena sembra crollare, e ogni aiuto umano scomparire; per lei la preghiera è sicurezza ma soprattutto calma; piange e il pianto è la sua arma e le sue lacrime sono più eloquenti di ogni parola.

Don Abbondio: trovatosi a vivere in una società retta dai prepotenti e da rivali e accorgendosi di essere”senza artigli” e “senza zanne” e “come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”, ciò che lo governa è la paura che lo rende egoista e irragionevole. Ha paura di tutto e di tutti: di don Rodrigo e di Renzo, dell’Innominato e dei Lanzichenecchi, della mula e dei precipizi. Vive schiavo delle minuzie della vita; privo di volontà, cede a tutti dopo breve resistenza; debole, vuol far passare la sua titubanza per prudenza; incapace per natura a compiere il male, per viltà si fa complice e strumento dei violenti. E’ privo di cultura, è attaccato al denaro, è diffidente di tutti…, però Manzoni è riuscito a far diventare don Abbondio il personaggio più famoso dei promessi sposi.

Padre Cristoforo: è il personaggio che rappresenta l’ideale cristiano della carità e del sacrificio. La sua natura impulsiva trova nella religione cristiana un freno e la forza di vincere se stessa. Ma nell’uomo nuovo nato dalla conversione, rimane il fuoco d’una volta, insofferente di ogni ingiustizia. C’è un combattimento continuo fra temperamento e volontà religiosa: e da questo combattimento nasce un personaggio vivo e drammatico in ogni situazione del racconto. Per il trionfo della giustizia, fra Cristoforo non si limita a dare consigli, ma agisce continuamente, operando senza titubanza e con la dedizione di tutto se stesso.

Gertrude: la sua storia è una tragedia completa. La cupa realtà del maggiorasco, l’insensibilità degli uomini di fronte agli interessi della classe, l’assolutismo di un padre sordo alle voci più umane, la debolezza di una creatura incapace di affermare fino al sacrificio l’inviolabilità dei suoi diritti e dei suoi doveri, sono tratteggiati con sapienza profonda di psicologo e mano leggera d’artista. in fine c’è lo studio del progressivo sconvolgimento dell’animo di Gertrude suora, sentito come naturale risultato della falsa educazione e della soppressione della volontà, ed alimentato dal sempre più violento crescere dell’ardore sensuale.