Dedalo e Icaro Capitolo 10

Dedalo e Icaro Capitolo 10

Dedalo e Icaro Capitolo 10


Dedalo non è soltanto un grande architetto alla cosrte di re Minosse. Egli è anche un inventore geniale.Dicono di lui che costruisca statue che camminano da sole, veri automi. Lui ha escogitato la bizzarra vacca di legno in cui si è nascosta la regina Pasifae per congiungersi con il toro di cui era innamorata.per quest’ultima invenzione, Minosse non lo ha mai perdonato. Ne vuole a Dedalo per aver fatto venir al mondo l’orrido Minotauto.
Perciò appena Dedalo ultima il labirinto, la prigione del mostro, Minosse vi rinchiude Icaro, figlio di Dedalo.Ecco Dedalo prigioniero della sua invenzione. Anche per chi conosce la costruzione, è impossibile evadere dal labirinto.
Minosse ha fatto sbarrare tutte le uscite. Dedalo però non si scoraggia. Ha appena avuto una nuova ispirazione.
Fabbricherà delle ali, la leggenda non spiega come. Dedalo stesso se la assicura alle spalle e giù per le braccia, fino ai polsi. La stessa cosa fa con Icaro.
Eccoli spiccare il volo! Dedalo e Icaro, leggeri come ucceli, realizzano uno dei sogni più antichi dell’umanità, volere… Addio, Cnosso!
Addio, labirinto maledetto! Addio, ulivi d’argento e piccole care bianche di Creta! Padre e figlio sorvolano ormai le onde e i vasti fondali del mare. Le meraviglie! Quei furbastri degli uccelli giocano a nascondino con le nuvole e si lasciano portare dal vento… Volteggiano a occhi chiusi… Quante delizia!
Dedalo ha avvertito Icaro: non ci si deve alzare troppo. NOn ci si può avvicinare al sole. Ma Icaro adora volare! Si sente così felice… Eccolo stordito dell’altezza e dall’aria pura. Sale sempre più altro. Sorvola le nuvole, dove il cielo si fa sempre più blu.
Icaro ha il fischio del vento nelle oreccie. Non può sentire Dedalo che gli urla di scendere. Ha scordato le raccomandazioni. Vola… Si avvicina al sole.
E’ pieno di entusiasmo: vedere il sole così vicino è privilegio degli dei.
Quell’incosciente, quel gradasso di Icaro si crede forse uno di loro? Ignora forse che “non si pò guardare in faccia il sole, nè la morte”? Pregherà la temerità a caro prezzo.
Per effetto del calore, la cera delle ali comincia a liquefarsi. Una dopo l’altra, le piume volano via dal corpo.E poi… sciagura! Icaro cade a mulinello, sempre più veloce. Precipita come un sasso. Ormai è ridotto a un minuscolo punto sull’oceano. Affonda, e non riaffiorerà mai più.
La vicenda di Icaro richiama un proverbio latino:” La rupe Tarpea (da cui si gettavano i criminali) è vicina al Campidoglio (la collina sacra agli dei)”. Significa che il rischio di cadere è massimo per chi si crede prossimo alle vetta. Ecco quel che incarna Icaro, simbolo di progetti troppo ambiziosi.

Fine Capitolo dieci

 

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