Decameron Struttura

Decameron Struttura


-Il Decamerone fu scritto probabilmente tra il 1349 e il 1351. In esso si narra la storia di sette donne e dieci uomini, che dovendo sfuggire alla peste che aveva colto  Firenze in quel periodo (e in tutta l’Italia), parliamo della famosa peste nera, decidono di fuggire in una villa fuori città ( si ritiene che fosse la villa di Fiesole) e per ammazzare il tempo, racconteranno a turno una novella ciascuno ogni giorno, per dieci giorni, per un totale di 100 novelle.

Sicché il Decameron è una raccolta  di 100 novelle, nella cui composizione assumono fondamentale importanza sia il Proemio, che la cornice.

In merito nel proemio il Boccaccio esplicita le motivazioni che l’hanno portato alla redazione dell’opera. Molto interessanti sono i motivi: un libro per chi è afflitto da pene d’amore, nell’intento di dare loro consigli utili. Bisogna ricordare che il lettore medievale era nel periodo medievale prevalentemente donna, sicché il romanzo sembra essere deliberatamente fatto per le donne. Ecco, la fortuna che è a loro mancata, può essere sopperita attraverso una lettura che le possa distrarle dalle angustie del vivere quotidiano.

Anche la cornice svolge una funzione fondamentale. Che cos’è la cornice? Tutto ciò che è al di fuori del mero racconto delle novelle, dai fatti delle novelle, quindi: la Firenze afflitta dalla peste; la descrizione stessa del contagio; il cambiamento di usi e costumi che è stato provocato dalla peste; alla descrizione dei fatti reali, si contrappongono i fatti delle novelle: i giovani grazie alle proprie forze saranno in grado di dare un ordine alle cose. Ed è proprio la cornice a dare una sorta di continuum che lega tra loro le varie novelle.

Le novelle hanno una forte vocazione narrativa, una forte vocazione al racconto breve. Sono cento come i canti della Divina Commedia. In questo periodo va distinta la novella di taglio episodico dalla novella di destino.

Ogni giornata in cui si raccontano le dieci novelle ha un tema, scelto dal re o dalla regina (i ragazzi o le ragazze): il tema della prima giornata è libero e ad introdurre la giornata è Panfilo.

Il tema della seconda giornata è quello delle avventure a lieto fine e la regina è Filomena (amante del canto, oppure colei che è amata).

Il tema della terza giornata introdotta dalla regina Nefile, si narra di chi ottiene o ritrova una cosa desiderata da tanto tempo. Qui si intrecciano vari temi: il tema della fortuna, quello della virtù dell’ingegno, la dialettica versus la fortuna.

Nella quarta giornata il tema è quello degli amori infelici, il re è Filostrato (vinto d’amore). E’ Boccaccio a introdurre la quarta giornata, risponde alle critiche dei suoi denigratori che lo accusano di occuparsi di argomenti futili, e Boccaccio risponde citando figure femminili reali. In questa giornata Boccaccio vuole spiegare la natura dell’istinto, come la potenza dell’eros sia predominante. Molto importante in questa giornata è la novelletta delle papere. Papere uguale a demoni. Si racconta la vita del mercante fiorentino Filippo Balducci. La novella si chiude con le considerazioni di Filippo Balducci sulla natura e sulla sua forza.

La quinta giornata è quella degli amori a lieto fine. La regina è Fiammetta. Vi è un meccanismo di ribaltamento tra la quarta e la quinta giornata. Si comincia con una tensione aspra e poi il clima si rasserena verso il lieto fine man mano che la giornata scorre. Il lieto fine nel Decameron bisogna conquistarselo attraverso una serie di avventure. C’è uno schema iniziatico: il fanciullo diventa uomo e acquista il potere a sposarsi.

Sesta giornata, è la giornata elogiativa dell’arte del saper ben parlare. Le novelle si svolgono interamente a Firenze e Certaldo. Viene qui celebrato lo spirito fiorentino. Memorabile è la novella di Frate Cipolla. E’ la giornata che apre il secondo gruppo di cinque. La regina è Elissa.

La settima giornata è aperta da Dioneo e si narra delle beffe fatte dalle donne ai loro mariti. Sono donne scontente per la loro condizione matrimoniale, vi è un inappagamento sessuale. La beffa consiste in un equilibrio a due, per poi passare ad un equilibrio triangolare. E’ la giornata delle beffe per amore o per salvamento, è la giornata dei falsi pudori.

Ottava giornata, regina Lauretta, si narra di qualunque tipo di beffa. Qui troviamo due novelle dedicate a Calandrino, personaggio alquanto buffo. L’excursus su Calandrino si snoda diciamo in quattro atti: due novelle nell’ottava giornata, e due novelle nella nona giornata.

La nona giornata è la giornata del tema libero come la prima; mentre la decima ed ultima giornata vede come re Panfilo, se i temi che vanno dalla seconda all’ottava giornata sono stati quelli della fortuna, dell’amore, dell’ingegno, nella decima giornata abbiamo novelle di magnanimità, quelle dei gesti splendidi, delle grandi rinunce. E’ la giornata della virtù per eccellenza. Le novelle quattro e cinque, trattano questioni già trattate nel “Filoloco” sua opera giovanile, sono una sorta di riepilogo.

La struttura del Decameron è molto simile a quella della commedia dantesca. Si tratta di cento novelle divise in tre grandi aree tematiche: fortuna, amore, ingegno più la liberalità. E’ una mappa di tutto il vivibile, la grammatica di tutto ciò che si può raccontare.

Boccaccio non si propone temi trascendentali, egli vuole far distrarre, cosicché apre alla narrativa realista occidentale, come nello stesso periodo Petrarca inventa la lirica, la poesia dell’io, dell’introspezione.


Riassumendo:

–  nel Decameron si riassume una secolare tradizione di cultura cittadina e borghese che riflette non solo l’ascesa dell’intraprendente classe mercantile fiorentina, ma anche i più antichi ideali cavallereschi

–  L’importanza della cornice è data dal fatto che nella contrapposizione alla versione di morte descritta nell’introduzione, essi designano il quadro di una vita che si ricostituisce con la gioiosa serenità della giovinezza e la comune fiducia in un’umanità ingentilita e riscattata dal dolore.

–  Il Decameron è un grande repertorio di tipi e di situazioni, di burle, di motti, di trame romanzesche e quotidiane.

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