DANTE ALIGHIERI BIOGRAFIA RIASSUNTO

DANTE ALIGHIERI BIOGRAFIA RIASSUNTO

DANTE ALIGHIERI BIOGRAFIA RIASSUNTO


DANTE nasce a Firenze verso la fine di maggio 1265. Egli ci dice di essere nato sotto la costellazione dei gemelli (21 maggio – 20 giugno) e di aver compiuto il viaggio ultraterreno, descritto nella Commedia, nel 1300 mentre era “nel mezzo del cammin della ‘sua’ vita”. L’anno di nascita viene, dunque, fatto risalire al 1265 perché si ritiene che la durata media della vita nel Medioevo fosse di 70 anni, quindi Dante nel 1300 doveva averne 35.
Il vero nome del poeta è Durante; Alighieri è un patronimico da Alighiero, suo padre. La sua famiglia appartiene alla piccola nobiltà ed è di parte guelfa. Nel 1265, anno di nascita di Dante, molte famiglie guelfe, dopo il sopravvento dei ghibellini, vengono espulse da Firenze; la famiglia degli Alighieri non risulta inclusa nell’elenco degli esiliati, quindi si deduce che avesse uno scarso peso politico all’interno della città. Al 1277 risale un documento riguardante il contratto di matrimonio fra Dante e Gemma Donati (le nozze avverranno nel 1295), la quale porta in dote solo 200 fiorini piccoli, una somma decisamente modesta, il che fa pensare che la famiglia della sposa non fosse troppo agiata.
Nel 1283 Dante fa il suo ingresso nella società letteraria del tempo inviando un sonetto intitolato A ciascun alma presa a gentil core ai maggiori poeti del tempo, fra cui Cavalcanti. Nello stesso anno inizia a comporre delle liriche che saranno incluse nella Vita Nuova, in cui canta il suo amore per una donna che egli chiama Beatrice e che gli studiosi hanno identificato con una certa Bice Portinari, figlia di Folco. Nella Vita Nuova il poeta dice di aver incontrato Beatrice quando aveva 9 anni e di averla rivista quando ne aveva 18 (nel 1283 appunto) rimanendone folgorato.
Nel 1287 è probabile che Dante soggiorni a Bologna; ne è testimonianza la trascrizione di un sonetto sulla Garisenda, che il poeta compone in quegli anni, trascritto sui Memoriali Bolognesi, che sono dei registri ufficiali del comune di Bologna, dove sono trascritte leggi e sentenze. I notai erano soliti trascrivere delle poesie tra una pagina e l’altra dei Memoriali, per evitare che qualcuno facesse delle aggiunte. Non si sa cosa Dante faccia a Bologna ma è sicuro che non frequenti l’università poiché il suo nome non compare negli elenchi degli studenti dello Studium bolognese.
Nel 1289 Dante partecipa alla battaglia di CAMPALDINO tra i feditori a cavallo dell’esercito della Lega Guelfa che si scontra con gli aretini e i ghibellini toscani. Tale testimonianza ci è data dal Bruni, nel ‘400, che ritiene di essere venuto in possesso di un’epistola, poi andata perduta, in cui il poeta descrive lo scontro. Nello stesso anno Dante partecipa all’assedio del castello di CAPRONA.
Nel 1290 muore Beatrice e Dante pone mano alla prima opera matura: raccoglie delle Rime con dei commenti in prosa e la chiama, in nome di Beatrice, la Vita Nuova. La stesura dell’opera completata nel 1295 segna la chiusura di un capitolo della vita di Dante, quello della giovinezza di cui sappiamo poco dal punto di vista biografico.
Tra il 1290 e il 1295 è collocato il cosiddetto TRAVIAMENTO di Dante al quale la critica ha dato diverse interpretazioni. Dante ne parla in tre opere, in momenti diversi: nella Vita Nuova, in un periodo contemporaneo ai fatti; nel Convivio, dieci anni più tardi, e nel Paradiso Terrestre alla fine del Purgatorio, vent’anni più tardi. Nella Vita Nuova fa riferimento ad una visione amorosa: dopo la morte di Beatrice aveva rivolto le sue attenzioni ad una Donna Pietosa, ma una “mirabile visione” lo distoglie da questo amore. Nel Convivio spiega che la Donna Pietosa è l’allegoria della filosofia e l’amore per tale disciplina aveva prevalso su quello provato per Beatrice. Nel Purgatorio, al cospetto di Beatrice, il poeta si pente per questo suo traviamento. La spiegazione più plausibile è quella che propone due tipi di crisi cui il poeta va incontro in quegli anni:
1) CRISI IDEOLOGICA: dopo la morte della donna amata Dante si dedica agli studi di filosofia concentrando l’attenzione sulle tesi eterodosse degli averroisti che traducevano la filosofia di Aristotele ponendosi spesso in contrasto con la morale cristiana;
2) CRISI POLITICA: nel 1295 Dante si iscrive all’Arte dei Medici e degli Speziali, fra cui sono compresi anche gli intellettuali e gli studiosi di filosofia. Questa decisione è dovuta al fatto che possono partecipare alla vita politica della città solo coloro che sono iscritti ad un’Arte. Non è escluso che il poeta, a distanza d’anni, abbia visto questa sua decisione come qualcosa di sbagliato da cui deriva il traviamento. Infatti, nel 1300 viene eletto priore e da questa carica farà poi derivare tutti i suoi mali, primo fra tutti l’esilio.

II PERIODO: 1295 – 1302 (carriera politica)
1296 – 97: Dante fa parte del Consiglio dei Cento e in seguito del Consiglio del Podestà. Nel frattempo a Firenze il partito GUELFO si era diviso fra GUELFI BIANCHI, guidati dai Cerchi e GUELFI NERI, guidati dai Donati. I DONATI sono una famiglia di antica nobiltà ma meno ricchi dei CERCHI che sono però più nobili. I G. NERI iniziano una politica molto pericolosa alleandosi con il PAPA BONIFACIO VIII, eletto nel 1294 dopo le dimissioni di CELESTINO V (colui che per viltà fe’ il gran rifiuto). Il papa si era autoproclamato vicario e padrone di tutta la Toscana, creandosi molte inimicizie fra i G. BIANCHI e Dante è uno dei suoi più acerrimi nemici.
1300: durante la festa di San Giovanni, patrono di Firenze, avvengono degli scontri fra BIANCHI e NERI. Dante è tra i Priori che decidono l’espulsione di tutti i capiparte, fra cui Corso Donati e Cavalcanti.
1301: ritornati dall’esilio i capiparte, a Firenze si riaccendono i contrasti e assieme ai Neri si fa avanti nuovamente Bonifacio VIII che invia a Firenze, come paciere, CARLO DI VALOIS, fratello del re di Francia. Per ostacolare l’arrivo di questi, a ottobre viene inviata dalla Signoria una delegazione, di cui fa parte anche Dante, dal Papa. Ma gli ambasciatori vengono trattenuti a Roma con degli espedienti e nel frattempo il 1 novembre Carlo di Valois arriva a Firenze, dando il via ad una sanguinosa strage di Bianchi. Quelli che rimangono vengono mandati in esilio.
1302: il 27 gennaio viene emessa la condanna di Dante all’esilio per BARATTERIA, cioè il poeta viene accusato di essersi lasciato corrompere quand’era Priore e di aver venduto cariche pubbliche. Egli avrebbe dovuto pagare una multa di 5.000 fiorini entro tre giorni dalla sentenza e sarebbe rimasto in esilio per due anni, con l’interdizione perpetua dalle cariche pubbliche. Non essendosi presentato, il 10 marzo l’esilio viene tramutato in condanna a morte e viene ordinata la confisca dei beni.
La tradizione vuole che egli si trovasse a Siena quando fu raggiunto dal bando, dopo aver lasciato Firenze per Roma nell’ottobre del 1301. Da questo momento inizia il ventennale esilio in cui Dante sognerà sempre di tornare nella sua città.

III PERIODO: 1302 – 1321 (l’esilio)
Il periodo dell’esilio può essere a sua volta diviso in più periodi:

1302- 1304
1302: Secondo la testimonianza del Bruni, nel settembre Dante partecipa all’adunanza nel Castello di DARGONZA, presso Arezzo, in cui i GUELFI BIANCHI si riappacificano con i vecchi GHIBELLINI.
1303: Da un’epistola perduta, trascritta da Pellegrino Calvi, segretario di Scarpetta degli Ordelaffi, si apprende che egli viene inviato a Forlì e vive presso Scarpetta svolgendo le funzioni di segretario e consigliere, poi si allontana dalla corte per rifugiarsi a Verona presso Bartolomeo della Scala.
1304: il 20 luglio avviene lo scontro di LASTRASSIGNA, cittadina presso Firenze, in cui i Bianchi subiscono la sconfitta definitiva. Deluso, Dante decide di separarsi dai suoi compagni e di far parte per se stesso.
1304 – 1312/13.
1304 – 1306: rimane nel Veneto, a Treviso, a Padova e forse a Venezia. PETROCCHI, in base alla lettura di un passo del Convivio in cui l’autore dice di aver viaggiato nei paesi dove si parla la lingua del sì, crede sia stato anche a Parigi.
1306: Dante è in Lunigiana ospite dei Marchesi MALASPINA.
1307 – 1308: Per questo periodo mancano i documenti. Una tradizione parla di un amore per una donna lucchese di nome Gentucca, nominata anche nel passo del Purgatorio in cui Dante incontra Bonagiunta. È probabile, quindi, che in questi anni il poeta si fermi nella Toscana nord – orientale, tra la Lunigiana e Lucca.
1308: Viene eletto imperatore ARRIGO VII di Lussemburgo, occupando il posto vacante alla morte di FEDERICO II. Egli viene incoronato re dei Romani nel 1309 con doppia investitura: re di Germania e Re d’Italia e scende in Italia per ricevere l’incoronazione papale. Tutti gli esiliati, tra cui Dante stesso, sperano che il nuovo imperatore si faccia garante di una pace con il Pontefice e li faccia tornare nelle città natali.
1311: Dante è ospite dei BATTIFOLLE nel casello di POPPI nel cosentino. Da qui invia una lettera all’imperatore esortandolo a marciare contro Firenze. Ma Arrigo VII si rende presto conto di aver contro tutti coloro che non volevano la pacificazione, tra cui i Neri di Firenze che gli chiudono le porte della città. Anche il Papa cambia idea e si rifiuta di andare a Roma per incoronarlo (la sede papale dal 1304 era stata spostata ad Avignone, causa le lotte tra le fazioni Orsini – Colonna). L’incoronazione avviene in Laterano e non in Vaticano, da parte di ecclesiastici fedeli all’imperatore e ha solo valore simbolico.
1313: In agosto Arrigo VII muore a Buonconvento, presso Siena, mentre è già sulla strada del ritorno verso la Germania. Con lui muoiono anche le speranze di Dante che si rende conto ormai di poter tornare a Firenze solo grazie alla sua fama per poter essere incoronato poeta. In questo stesso anno molto probabilmente soggiorna a VERONA presso CANGRANDE DELLA SCALA e vi rimane fino al 1318 circa.
1315: Da un’epistola ad un amico fiorentino sappiamo che agli esuli viene data la possibilità di far ritorno a Firenze, ad una condizione: devono vestirsi da penitenti, offrire una candela e un obolo a San Giovanni e recarsi al Battistero in processione. Dante rifiuta considerando disonorevole la proposta e sperando di ritornare nella sua città per i meriti poetici.
1318 – 1321: è a Ravenna, ospite di GUIDO NOVELLO DA POLENTA. Durante questo soggiorno è certo che si sposta e viaggia in qualità di ambasciatore del signore di Ravenna. Nel 1319 per un periodo è a Mantova, nel 1320 è di nuovo a Verona dove, nella chiesa di Sant’Elena, discute la Quaestio de aqua et terra, una questione relativa all’altezza delle acque rispetto alle terre emerse.
1321: Durante un’ambasceria a Venezia contrae le febbri malariche e muore a Ravenna in settembre. La sua tomba, nonostante nei secoli seguenti Firenze abbia insistentemente reclamato le spoglie del più insigne poeta fiorentino, si trova nella città in cui morì.

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