Da ossi di seppia Spesso il male di vivere

Da ossi di seppia Spesso il male di vivere

PARAFRASI E COMMENTO


Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l’incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio

che schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


Parafrasi: ho incontrato spesso il male di vivere, il dolore: era il ruscello che gorgoglia, la foglia secca che si accartoccia, il cavallo che crolla a terra. Non ho mai conosciuto il bene, la felicità, se non nell’indifferenza: una statua nell’immobilità del pomeriggio, una nuvola, un falco che vola in alto.

Commento: Montale aveva affermato che l’argomento della sua poesia in generale era “la condizione umana”. E in questa poesia egli ci parla appunto di tale condizione spiegandoci che essa è caratterizzata dal male, dal dolore. E per farci ben capire cosa vuole dire, egli si serve di immagini, o meglio ancora di oggetti e di animali che secondo lui ben rappresentano tale condizione negativa: il ruscello la foglia il cavallo. L’unico modo di sfuggire al dolore è sforzarsi di essere indifferenti, al di sopra delle passioni, distanti da tutti; così come la statua, la nuvola, il falco, anch’essi oggetti  e animali che secondo Montale rappresentano bene una condizione esistenziale, appunto quella dell’indifferenza.