CUSANO
CUSANO
L’infinità divina e la coincidenza degli opposti
Per Cusano Dio è ens perfectissimum, privo di limitazioni e creatore dell’intera realtà. Tutte le sue proprietà sono perfettamente realizzate al culmine della loro possibilità, quindi Dio è infinito in atto, o infinito negativo. Cusano parla di Dio come del “massimo assoluto” rispetto al quale non vi è nulla di più grande (in questo senso si rifà al “ciò di cui nulla di più grande può essere pensato” di Anselmo). Cusano però, oltre che alla tradizione scolastica razionalistica, si rifà soprattutto a quella mistica e alla teologia negativa. L’infinito di Dio in questo caso viene a significare la sua assoluta trascendenza. Cusano dice che per la teologia negativa “Dio non è né padre né figlio, né spirito santo, ma soltanto infinito”. Dio resta sempre trascendente e si sottrae ad ogni sforzo conoscitivo dell’uomo: è un Deus absconditus che rende vano ogni tentativo della ragione di svelarne l’essenza, restando inaccessibile e mostrandosi come un vero e proprio paradosso. Cusano esprime il carattere paradossale dell’infinità divina con la nozione della coincidentia oppositorum, la coincidenza degli opposti. Per far questo si serve di simboli matematici: la retta e la circonferenza (il massimo e il minimo) trovano nell’infinito la loro coincidenza. Cusano distingue, sulla scia di Platone e della tradizione neoplatonica, la ratio discorsiva e l’intellectus intuitivo: solo quest’ultimo è in grado di sollevarsi al di sopra della ragione e del suo principio di non contraddizione fino ad intravedere la paradossale coincidentia oppositorum dell’infinito. Non si tratta però di una vera e propria conoscenza destinata a soppiantare quella razionale. L’intelletto ha il compito di far intravedere i limiti della ragione e del suo principio di non contraddizione, presentandosi come un socratico “so di non sapere”: una docta ignorantia.
Il carattere congetturale della conoscenza umana
La nostra conoscenza è quindi solo congetturale, ipotetica. Nessuna conoscenza è, per Cusano, definitiva perché pur approssimandosi al proprio oggetto, la differenza tra i due è destinata a rimanere incolmabile. Per indicare ciò Cusano si serve della matematica: il rapporto tra verità e conoscenza è come quello tra una circonferenza e il poligono in essa inscritto (quest’ultimo si approssimerà tanto più alla circonferenza quanti più angoli avrà, ma, in quanto poligono, non potrà mai coincidere con essa). Partendo da questa insuperabile differenza tra conoscenza e verità Cusano trae motivo per celebrare l’inesauribile creatività della mente umana, che, essendo origine delle infinite congetture, risulta partecipe della stessa infinità creatività di Dio.
L’universo infinito come esplicatio Dei
Il carattere congetturale della conoscenza umana è riferito all’intero universo che, essendo infinito come il suo creatore, non consente alla ratio di giungere ad una sua completa conoscenza. L’universo è l’esplicazione, il dispiegamento, di Dio nel tempo e nella molteplicità, dove Dio è la complicazione della molteplicità nell’unità assoluta. Questo è il rapporto tra Dio e il mondo, quindi quest’ultimo, manifestazione ed esplicazione di Dio, non può essere finito, ma deve essere anch’esso infinito per poter esprimere l’infinità divina. Dio e mondo non sono allora due entità e contrapposte, ma l’unità e la molteplicità (la coincidentia oppositorum e gli opposti). Tra infinità del creatore e infinità del creato esiste una sostanziale differenza. Solo nel caso di Dio si può parlare di un infinito negativo, ossia un’infinità consistente nell’assenza di ogni limite. Nel caso dell’universo Cusano parla di un infinito privativo, indeterminato e privo di qualsiasi determinatezza. Dio esclude da sé ogni possibile limitazione della sua perfezione; l’universo è indefinito nel senso di rifiutare qualsiasi precisa determinazione. Questa concezione del rapporto tra Dio e l’universo in termini di complicazione ed esplicazione porta Cusano al rifiuto della cosmologia aristotelico-tolemaica, anticipando le tesi più innovative della rivoluzione astronomica dei secoli XVI e XVII. Cusano nega l’esistenza di un centro immobile e di una circonferenza assoluta dell’universo, la perfetta immobilità della terra e la sua posizione centrale nell’universo, l’esistenza delle stelle fisse, il carattere perfettamente circolare delle orbite dei pianeti e l’uniformità della loro velocità di rivoluzione, la perfetta sfericità della terra, la distinzione tra regione sublunare e la regione celeste e la restrizione della vita alla sola terra.