COSI E SE VI PARE

COSI E SE VI PARE 

RIASSUNTO


E’ una commedia tratta dalla novella “La signora Frola e il signor Ponza, suo genero”. Fu rappresentata per la prima volta nel 1917.

Svolge il dramma di tre personaggi che per il loro strano modo di vivere destano la curiosità della gente della cittadina in cui si sono trasferiti dopo che un terremoto ha distrutto il loro paese di origine. Il signor Ponza, rispettabile funzionario di Prefettura, pur venerando la propria suocera e provvedendo largamente alle sue necessità, le impedisce tuttavia di avere alcun contatto con la figlia, sua moglie. Il Prefetto, che si è assunto l’impegno di soddisfare la morbosa curiosità di amici e parenti circa la strana vicenda, usando con discrezione la propria autorità, interroga separatamente il signor Ponza e la signora Frola ed ottiene due contrastanti versioni che non svelano il miste-

  1. Infatti il signor Ponza afferma di aver perduto nel terremoto la sua prima moglie, figlia della signora Frola, la quale, impazzita per il dolore, crede invece che la sua se-conda moglie sia sua figlia. Egli per pietà le lascia coltivare questa illusione e non con-sente alla ex-suocera di incontrarsi con la presunta figlia per non svelare la triste realtà. Dal canto suo, la signora Frola afferma invece che il genero, impazzito, crede morta la prima moglie, che invece è stata solo ricoverata per alcun tempo in una clinica. Da ciò la sua volontà di risposarsi e la necessità, per assecondarlo, di fingere nuove nozze con la donna che in effetti è la sua prima moglie. Per il suo bene la signora Frola ha accettato di vivere in quel modo. Non resta che interpellare direttamente la signora Ponza, che appare sulla scena col volto velato e fa la sua enigmatica dichiarazione: «Qui c’è una sventura, come vedono, che deve restar nascosta, perché solo così può valere il rimedio che la pietà le ha prestato… La verità? è solo questa: che io sono, sì, la fi-glia della signora Frola… e la seconda moglie del signor Ponza… e per me nessuna, nessuna!». Ed alle rimostranze del prefetto che dice: «Ah, no, per sé, lei, signora: sa-rà l’una o l’altra», ella risponde con fermezza: «Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede».

L’opera è stata definita una commedia corale perché non c’è un vero e proprio protagonista. In genere nelle opere di Pirandello il portavoce della filosofia dell’inco-municabilità era anche il personaggio principale, qui invece chi ha la funzione di spie-gare agli spettatori la nuova immagine del mondo ha soltanto due momenti in cui è il primo attore della scena.

La commedia è stata strutturata in questo modo perché questa volta la critica al-la società borghese doveva essere messa sullo stesso piano dell’esposizione filosofica. Nelle altre commedie e nei romanzi, la società faceva da sfondo all’azione interiore del protagonista. La critica restava feroce, ma era posposta alla filosofia. In Così è, invece, la critica, anche se è propedeutica alla filosofia, resta costantemente regina della com-media fino all’ultima scena. Pirandello attua questo cambio di prospettiva (enunciazione della filosofia/critica alla società) frequentemente nell’opera, infatti in questa com-media allo scrittore interessa mettere soprattutto in luce la limitatezza delle certezze dell’occidente. Solo alla fine del romanzo, come un’apparizione, ci verrà svelato final-mente l’enigma. Apparirà la verità sotto forma di una donna, ma essa non sarà più la Parola che dall’alto tuona la sua rivelazione, la verità ora appare dimessa, quasi schiva. Questa nuova presentazione della realtà come unica verità e nello stesso tempo onni-comprensiva di tutte le verità fino ad ora enunciate, non poteva che apparire in questo modo, schiva, quasi riluttante ad offrire la sua voce a chi non è pronto per comprender-la. Ma esponiamo prima la trama per poi addentrarci nell’analisi dell’opera.