Così è se vi pare Luigi Pirandello

Così è se vi pare Luigi Pirandello


L’opera è stata definita una commedia corale perché non c’è un vero e proprio protagonista. In genere nelle opere di Pirandello il portavoce della filosofia dell’incomunicabilità era anche il personaggio principale, qui invece chi ha la funzione di spiegare agli spettatori la nuova immagine del mondo ha soltanto due momenti in cui è il primo attore della scena.
La commedia è stata strutturata in questo modo perché questa volta la critica alla società borghese doveva essere messa sullo stesso piano dell’esposizione filosofica. Nelle altre commedie e nei romanzi, la società faceva da sfondo all’azione interiore del protagonista. La critica restava feroce, ma era posposta alla filosofia. In Così è, invece, la critica, anche se è propedeutica alla filosofia, resta costantemente regina della commedia fino all’ultima scena. Pirandello attua questo cambio di prospettiva (enunciazione della filosofia/critica alla società) frequentemente nell’opera, infatti in questa commedia allo scrittore interessa mettere soprattutto in luce la limitatezza delle certezze dell’occidente. Solo alla fine del romanzo, come un’apparizione, ci verrà svelato finalmente l’enigma. Apparirà la verità sotto forma di una donna, ma essa non sarà più la Parola che dall’alto tuona la sua rivelazione, la verità ora appare dimessa, quasi schiva. Questa nuova presentazione della realtà come unica verità e nello stesso tempo onnicomprensiva di tutte le verità fino ad ora enunciate, non poteva che apparire in questo modo, schiva, quasi riluttante ad offrire la sua voce a chi non è pronto per comprenderla. Ma esponiamo prima la trama per poi addentrarci nell’analisi dell’opera.

Trama: in un paese arriva una nuova famiglia formata dal signor Ponza, un piccolo impiegato statale, la signora Ponza, moglie dell’impiegato e la signora Frola, suocera del signor Ponza. La famiglia si è trasferita in questa nuova città dopo che un terremoto ha colpito e distrutto il loro paese. Nell’ambiente piccolo-borghese appare subito evidente la stranezza di questa famiglia: la signora Frola e la figlia, moglie del Ponza, non si vedono mai, al contrario il signor Ponza si reca ogni giorno dalla suocera. Sconcertati da questi strani comportamenti, i vicini di casa cercano di indagare il fatto. Nascono così diverse ipotesi una contrastante l’altra; non potendo in questo modo arrivare a nessuna verità senza dei dati certi, cioè la testimonianza della famiglia, decidono di interrogarli uno alla volta. La conversazione-interrogatorio con il signor Ponza e la suocera, però, non fa che confondere le idee a tutti, infatti il marito afferma che la signora è impazzita dopo la morte della figlia, la sua prima moglie. Per non traumatizzare la suocera, lui e la nuova moglie hanno deciso di continuare a far credere alla signora Frola che la figlia sia viva. Proprio per non far scoprire il loro inganno benefico, impediscono alla signora di incontrare la nuova moglie. La signora Frola, anch’ella interpellata, con altrettanta convinzione, afferma che il pazzo è il marito della figlia. L’uomo è geloso dell’affetto della suocera verso la figlia, per cui le due donna hanno deciso di non vedersi mai per non turbare il matrimonio. L’unica che può finalmente svelare il mistero è la mogie del Ponza. Nell’ultima scena appare la donna, dimessa, quasi restia a voler parlare. La signora Ponza dà ragione ad entrambi, afferma infatti di essere sia la nuova moglie del Ponza sia la figlia della signora Frola.

La filosofia dell’incomunicabilità: Pirandello per bocca del signor Laudisi enuncia le sue tesi: la verità non esiste, o meglio la verità è così complessa, sempre in fluire, che noi possiamo averne solo un’immagine personale. Proprio questa immagine sommata alle altre è la nuova verità. Ognuna è valida perché è il prodotto della vita interiore dell’individuo, senza di essa l’uomo smarrirebbe quella maschera che lui stesso si è messo, perdendo quindi ogni possibilità di relazionarsi agli altri. Ma proprio questa miriade di verità diviene anche la causa dell’incomunicabilità degli individui perché l’uomo non accetta che una verità unica, incontestabile, verificabile.

La critica alla società borghese: Pirandello critica aspramente la società occidentale, perché essa pretende l’oggettività della realtà. Figlia del positivismo, la borghesia non può che accogliere la realtà oggettiva, ma l’oggettività non può più esistere dopo la scoperta della frantumazione dell’io. Il positivismo aveva fondato le sue tesi sul falso postulato che l’uomo è un individuo inscindibile in sé stesso. Quindi poteva, tramite la ragione scientifica, arrivare a comprendere la complessità della realtà: come l’uomo, pur nella sua complessità era un individuo, così la realtà era unica, indiscutibile, quindi conoscibile. Ma Freud aveva dimostrato che nell’individuo coesistono almeno tre altrettanti io in lotta fra di loro. L’uomo così non era più la semplice somma dell’io, dell’es e del superio, ma era un individuo nel senso letterale del termine, proprio perché la sua realtà si distingueva da quella degli altri. L’uomo non viveva più in una realtà oggettiva, esistente fuori di sé, ma era l’individuo stesso a crearla, e così come vi erano tanti uomini, così dovevano esserci tante realtà tutte valide di per sé.
La borghesia figlia del positivismo non poteva accettare questa nuova verità, cioè che è l’io a creare il mondo.

La poetica dell’umorismo: in quest’opera è chiara anche la dimensione poetica di Pirandello. La prima fase dell’umorismo, l’avvertimento del contrario, e quindi la comicità, è esposta dai personaggi che incarnano i caratteri della borghesia. Essi giudicano in base agli stereotipi imposti dalla società e quando vedono storie diverse dai loro schemi, avvertono il contrario di ciò che dovrebbe essere (la madre non può non andare a trovare la figlia). Il loro giudizio viene condizionato quindi dalle convenzioni. Ma la poetica ha anche un altro aspetto, uno più profondo che non si accontenta di ciò che vede, ma vuole indagare l’io, il profondo dei soggetti. Il personaggio Laudisi ha questa funzione. Egli non si accontenta dei dati oggettivi, non si ferma alla curiosità e al sorriso della borghesia, va oltre. In realtà il personaggio non ha bisogno di indagare, perché è già arrivato alla consapevolezza filosofica dell’incomunicabilità. Comunque cerca di spiegare agli altri che forse qualcosa di tragico è successo a quella famiglia e quindi sarebbe meglio non cercare di sapere di più. Ma il suo consiglio è reso vano dalla curiosità. Si indaga, si va nel profondo, ma non si arriva a niente. Alla fine la verità stessa fa comprendere il dolore della famiglia, che si comporta in quel modo strano, proprio per coprire agli altri e a sé stessa la tragedia che li ha colpiti.