I commerci internazionali dell’impero romano

I commerci internazionali
dell’impero romano

I commerci internazionali
dell’impero romano

Il commercio romano con le regioni che non facevano parte dell’impero si basava soprattutto sul rifornimento di cinque prodotti che in un modo o nell’altro erano essenziali alla vita dell’impero. La Germania non assoggettata produceva l’ambra, che costituiva una parte importante dell’economia dell’Europa meridionale già prima che nascesse l’impero. Dall’Africa tropicale, attraverso il Sahara e il mar Rosso, veniva l’avorio che aveva infiniti usi domestici. L’Arabia meridionale forniva incenso che era stato lungamente ricercato dai Faraoni e dagli Achemenidi e che, con l’oro e la mirra, fu offerto a Betlemme. Nell’India peninsulare cresce abbondante il pepe che per più di duemila anni ha dato sapore alla cucina del mondo occidentale. E la Cina ebbe il monopolio della seta fino al VI secolo d.C.

Ambra, avorio, pepe, incenso e seta furono le molle del commercio estero romano. Queste merci determinarono la nascita delle vie e dei mercati principali e uno schema della loro distribuzione si identifica in sostanza con quello del commercio imperiale nel suo insieme. Su queste vie e su questi mercati si inserirono com’era inevitabile, una quantità di altre merci – perle, pietre semipreziose, gusci di tartaruga, mussola, pelli, spezie – che variavano da luogo a luogo e servivano ad allargare il giro degli affari e a completare i carichi. Ma tutte queste merci erano complementari rispetto alle “cinque grandi”. (…) Si può anche supporre che la maggior parte degli affari più lontani si basasse, meno formalmente, su iniziativa commerciale privata. (…) La presenza di merci occidentali isolate in Indocina fa pensare a un commercio occasionale, in una rete di scambi che, strutturalmente, è soprattutto indiana piuttosto che romana. La maggior parte delle merci romane trovate nella Germania libera sono indubbiamente il prodotto di un commercio occasionale da mercato a mercato e da individuo a individuo.

Fonte: M. Wheeler, La civiltà romana oltre i confini dell’impero, 1963.

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