COMMENTO IL TRENO HA FISCHIATO

COMMENTO IL TRENO HA FISCHIATO

La novella è la storia del ragioniere Belluca che tutt’ad un tratto impazzisce e aggredisce il suo capoufficio. All’ospedale, dove il “pazzo” è ricoverato, i suoi colleghi lo andranno a trovare un po’ per cortesia, un po’ per osservare da vicino la stranezza che ha colpito il povero Bellica. Fra i visitatori del ragioniere vi è anche un suo vicino di ca-sa che ripercorre la vita intima del “povero pazzo”. Il ragioniere vive una situazione fa-miliare impossibile: in casa vive con tre cieche (la moglie, la suocera e la sorella) e le figlie vedove. In ufficio poi la situazione di pressione per Bellica non cambia, infatti egli è oggetto di vessazioni da parte dei colleghi e in particolar modo del suo capoufficio. Belluca stesso, alla fine della novella, racconterà il perché di questa sua improvvisa pazzia: di notte ha sentito un treno che fischiava. La sua fantasia si è risvegliata di colpo, questa vitalità improvvisa, incontenibile all’inizio, lo ha portato alla ribellione; ma adesso non succederà più. Di tanto in tanto avrà bisogno solo di prendere questo treno per estraniarsi dalla vita e viaggiare.

La novella è l’esempio in piccolo delle storie che Pirandello traccerà nei suoi ro-manzi e per il teatro. Il protagonista è un uomo qualunque, oppresso dalla famiglia e anche se sembra perfettamente inserito negli ingranaggi anonimi della società, si sen-te un estraneo. Ha bisogno di evadere da questa situazione, sente la necessità di auto-definirsi come persona perché non è contento del ruolo che la società e la famiglia gli hanno imposto. La rivelazione è improvvisa ed inaspettata. Lo coglie dapprima impreparato psicologicamente, fa delle stranezze perché non aveva saputo gestire tanta libertà tutta insieme. Con questa sua nuova identità si era presentato il giorno dopo in ufficio, ma i colleghi e soprattutto il capoufficio non si erano accorti di questo cambiamento, per loro egli era sempre lo stesso Belluca. Quando però l’uomo rifiuta la maschera imposta e si ribella, allora la società lo rifiuta, lo relega nel luogo in cui vivono coloro che ormai hanno perso sé stessi. Il manicomio, il luogo per eccellenza di esclusione, di-viene il simbolo evidente del rifiuto della società per chi abbandona l’identità imposta da essa.

Il finale della novella è molto diverso dalla conclusione dei romanzi e degli scritti teatrali, nei quali il protagonista restava per sempre escluso dalla società. Belluca, al contrario, riuscirà a rientrane in essa, dovrà sì contenere questa sua nuova identità, ma potrà di tanto in tanto seguire il fischio del treno.

Sono evidenti nella novella anche i due momenti fondamentali della poetica di Pi-randello: l’avvertimento del contrario e il sentimento del contrario.

Nella prima parte troviamo l’avvertimento del contrario. I punti di vista del racconto sono i colleghi che rimangono esterrefatti dall’atteggiamento del ragioniere sempre così sottomesso, circoscritto. Infatti Belluca si comporta in modo totalmente diver-so rispetto a quello di un ragioniere statale. Il sorriso è d’obbligo, egli di colpo dice co-se strane e si comporta altrettanto stranamente. Ma a Pirandello non basta questo pun-to di vista, egli vuole andare più a fondo e allora la focalizzazione della storia cambia.

E un vicino di casa che ci fa comprendere nella sua complessità questo atteggiamento strano. È l’avvertimento del contrario che si è trasformato in sentimento del contrario. Le cose hanno da questo momento un senso diverso, più profondo ma anche più tragico. Il sorriso fa posto alla compassione, l’osservazione alla riflessione interiore.