CICERONE II FILIPPICA CAPITOLO 33

CICERONE II FILIPPICA CAPITOLO 33

CICERONE II FILIPPICA CAPITOLO 33


Ecce dies Dolabelle comitiorum. Sortitio prerogative; quiescit. Renuntiatur; tacet. Prima classis vocatur, renuntiatur. Deinde suffragia equitum, ita ut adsolet; tum secunda classis vocatur. Omnia quae facta sunt citius quam dixi.

TR – Ecco il giorno dei comizi di Dorabella. Si fa l’estrazione della centuria che deve votare per prima; Antonio tace. La prima classe viene chiamata, Dorabella è proclamato. Quindi vengono i voti dei cavalieri come è usanza. Poi la seconda classe è chiamata. Tutte queste cose sono state fatte più presto di quel che dissi.

Negotio confecto, bonus augur, diceres C. Laelium, inquit: “Alio die”.

TR – Concluse le operazioni di voto, quell’onesto augure, lo avresti detto che era Caio Lelio, disse: “Ad un altro giorno”.

O impudentiam singularem! Quid videras, quid senseras, quid audieras? Enim neque dixisti nec dicis hodie te servasse de caelo.

TR – O impudenza singolare! Che cosa avevi visto, di che cosa ti eri accorto, che cosa avevi udito? Poiché né dicesti né dici oggi che tu avevi osservato il cielo.

Igitur id vitium obvenit quod tu Kalendis Ianuariis provideras iam futurum esse et praedixeras tanto ante. Ergo, hercule magna, calamitate tua potius quam rei publicae, ut spero, ementitus es auspicia, obstrinxisti religione populum Romanum obnuntiasti augur auguri, consul consuli.

TR – Dunque quel vizio sopravvenne che tu alle calende di gennaio avevi previsto già che ci sarebbe stato e che avevi predetto tanto tempo prima. Dunque, per Ercole, con grande sciagura tua piuttosto che dello Stato, come spero tu mentisti sugli auspici, obbligasti con le scuse della religione il popolo romano, annunziasti essendo augure auspici sfavorevoli ad un augure, essendo consolo ad un console.

Nolo plura, ne videar convellere acta Dolabellae, quae necesse est deferantur aliquandoad nostrum collegium. Sed cognoscite adrogantiam et insolentiam hominis; quamdiu tu voles Dolabella creatus est vitiosus consul; rursus, cum voles, salvis auspiciis.

TR – Non voglio dire di più affinché non sembri che io voglia impugnare gli atti di Dolabella i quali è necessario che siano deferiti una qualche volta al nostro collegio. Ma apprendete l’arroganza e l’insolenza dell’uomo; finché tu vorrai, Dolabella, sarà un console creato irregolarmente; al contrario, quando vorrai, sarà nominato console essendo gli auspici salvi.

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