Cavalcante nel canto X dell’Inferno

Cavalcante nel canto X dell’Inferno

  1. GRAMSCI, Letteratura e vita nazionale,

Ed. Riuniti 1971, pp. 54-58.

Il dramma di Cavalcante non è espresso con parole; linguisticamente è “inespresso”; è la “struttura” della scena che lo esprime (la poesia è nella struttura): c’è l’emergere di Cavalcante, le sue parole (il suo breve scambio di battute con Dante) e il suo ricadere supino (anzi, a contrariis, rispetto a Farinata, viene suggerito “di Cavalcante lo stravolgimento del sembiante, la testa che ricade, il dorso che si piega”).

Il nodo del suo dramma non sta tanto nella questione del merito di Guido a tale viaggio per “altezza d’ingegno” (e quindi diventa secondaria la spiegazione del verso “forse cui Guido vostro ebbe a disdegno [6]); il nodo sta in quell’“ebbe”: se Guido sia vivo o morto. E che il nodo stia qui lo apprendiamo “strutturalmente” a posteriori: quando Farinata ci dirà che loro non vedono nel presente (del dramma, Farinata recita ladidascalia: che quindi è, tutt’altro che un’aggiunta dottrinale, indispensabile alla poesia del canto). Il nodo (il centro poetico) sta dunque nel manifestarsi in atto della specifica pena degli epicurei.

In questo modo Gramsci rivalutava la seconda parte del canto, espunta dalla critica romantica.

Mi pare che resti un problema: come si spiega questa angoscia di Cavalcante per una eventuale morte di Guido? Va bene la pietas del padre per il figlio; ma da morto, come ci si può disperare per la morte di un altro, anche se figlio? Proprio da morto si dovrebbe riconoscere la precarietà della vita e l’ineluttabilità della morte. Allora perché l’angoscia? Perché, se Guido è morto, “non fiere gli occhi suoi lo dolcelome”. L’angoscia è data dal pensiero che Guido possa aver perso il godimento della luce del sole; ed è comprensibile che questa idea possa essere angosciosa dal punto di vista di Cavalcante, che è un dannato. Ma, a rigore, Guido potrebbe aver perso la luce del sole per acquistare la luce eterna della beatitudine (in Paradiso). Vorrà dire che Cavalcante sa già che per Guido la morte significherà dannazione.