Capitolo 23 La fuga da Troia

Capitolo 23 La fuga da Troia

Capitolo 23 La fuga da Troia


Dal cavallo si aprì la piccola porticina e si vide la testa di un re,era Ulisse, il più astuto di tutti che controllò la situazione,quando Sinone fece segno di scendere.Dal cavallo scesero Menelao, Ulisse e gli altri.Uccisero le sentinelle una ad una senza che potessero neanche gridare per dare l’allarme. Aprirono il gran portone e i soldati da fuori entrarono senza far rumore: erano più di mille! Occuparono tutte le vie. Quando tutti i soldati furono a Troia, gettarono un grido gigante, sfondarono le porte, entrarono nelle case uccisero molti uomini. Priamo fu ucciso, la moglie Ecuba fu fatta schiava da Ulisse, Cassandra fu fatta schiava da Agamennone, Elena fu risparmiata da Menelao. Enea entrò nel palazzo per salvare suo padre Anchise che da solo non ce l’avrebbe fatta, allora lo prese sulle spalle. Ascanio, figlio di Enea si svegliò, ed Enea gli disse di camminare vicino a lui e di non parlare per niente. Alla fine, arrivato da un gruppo di donne e bambini, Enea disse di caricare le navi per scappare. Tutti smisero di piangere, salirono sulle navi e incominciarono a remare per giorni e giorni. Attraversarono il mare di Grecia e di Sicilia fino ad arrivare alle coste dell’Africa. Lì incontrarono un pescatore ed Enea gli chiese come si chiamasse la città che si chiamava Cartagine. Enea chiese chi fosse il re ma il pescatore disse che non c’era nessun re, solo la regina Didone. Enea chiese se poteva vederla e il pescatore lo accompagnò. Enea raccontò la sua storia e Didone s’innamorò di Lui, ma Enea disse che aveva un altro destino da portare avanti. Allora ripartirono e andarono nelle foci del fiume Tevere dove, secoli dopo, sorse una grande città di nome Roma.