CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE DELL’ASIA ANALISI

CANTO NOTTURNO DI UN PASTORE DELL’ASIA ANALISI


In questo canto, a differenza di tutti gli altri, Leopardi, non parla lui ma si serve della figura di un pastore; di diverso c’è pure che il paesaggio non è quello di Recanati. Questo canto gli fu suggerito dalla lettura di un libro di un barone, che parlava di un viaggio nell’Asia Centrale. Nel pastore si nasconde Leopardi, ma il pastore rappresenta pure un personaggio semplice, primitivo, che chiede il perché della vita in modo semplice. Si parla della vita umana che è infelice e forse anche quella di tutte le creature viventi, non solo, ma tutta la vita appare inutile e misteriosa, però nel canto si nasconde una lontana speranza di avere una risposta certa a tutte le domande del pastore. Per questo canto Leopardi pensò al De Rerum Natura di Lucrezio e all’antico testamento in cui si parla dell’inutilità delle cose terrene. Molti versi sono uguali a quelli del Petrarca, ma mentre Petrarca parla del suo amore, il Leopardi parla del mistero della vita. In conclusione, questo canto parla del dolore universale.