BALDASSSARRE

BALDASSSARRE

[significa “proteggi la sua vita”; o, forse, “Bel protegga il re”].

Figlio primogenito di Nabonedo e suo coreggente durante gli ultimi anni dell’impero babilonese. In testi storici si parla di Nabucodonosor come del “padre” di Baldassarre, e di Baldassarre come del “figlio” di Nabucodonosor. È stato scritto che probabilmente la madre di Baldassarre era Nitocri, figlia di Nabucodonosor (II). In tal caso Nabucodonosor sarebbe stato il nonno di Baldassarre. Comunque non tutti gli studiosi sono convinti di questa spiegazione. Può darsi che Nabucodonosor fosse semplicemente il predecessore di Baldassarre sul trono e suo “padre” in tal senso.

Una tavoletta con un’iscrizione cuneiforme che risale all’anno di accessione di Neriglissar, succeduto ad Awil-Marduk (Evil-Merodac) sul trono babilonese, menziona un certo “Baldassarre, il principale funzionario del re”, in relazione a un’operazione finanziaria.  Nel 1924 è stata pubblicata la decifrazione di un antico testo cuneiforme, detto “Storia in versi di Nabonedo”, grazie al quale sono state portate alla luce preziose informazioni che avvalorano senz’altro la posizione regale che Baldassarre aveva a Babilonia e spiegano in che modo divenne coreggente di Nabonedo. A proposito della conquista di Tema da parte di Nabonedo nel terzo anno del suo regno, parte del testo dice: “Egli affidò l’‘accampamento’ al (figlio) maggiore, il primogenito [Baldassarre], le truppe ovunque nel paese sottopose al suo (comando). Lasciò andare (ogni cosa), a lui affidò il regno e, lui stesso [Nabonedo] partì per un lungo viaggio, e le forze (militari) di Akkad marciavano con lui; egli si volse verso Tema, (molto più) a ovest”. Quindi Baldassarre esercitò senz’altro l’autorità regale dal terzo anno di Nabonedo in poi. In un altro documento, la Cronaca di Nabonedo, a proposito del settimo, nono, decimo e undicesimo anno del regno di Nabonedo, viene ripetuta questa dichiarazione: “Il re (era) a Tema (mentre) il principe, gli ufficiali e il suo esercito (erano) in Akkad [Babilonia]”. A quanto pare Nabonedo per gran parte del suo regno rimase lontano da Babilonia, e, pur non abbandonando la posizione di sovrano supremo, delegò in sua assenza l’autorità amministrativa al figlio Baldassarre. Ciò è reso evidente da numerosi testi ricuperati da antichi archivi comprovanti che Baldassarre ebbe prerogative regali, che emanò ordini e comandi. Le questioni trattate da Baldassarre in certi documenti e decreti erano tali da dover essere normalmente trattate da Nabonedo, quale sovrano supremo, se fosse stato presente. La notte del 5 ottobre 539 a.E.V. (calendario gregoriano; 11 ottobre, calendario giuliano), Baldassarre diede un grande banchetto per mille dei suoi grandi. Babilonia era minacciata dagli eserciti assedianti di Ciro il Persiano e del suo alleato Dario il Medo. Secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio (che a sua volta cita il babilonese Beroso), Nabonedo dopo essere stato sconfitto dagli eserciti medo-persiani si era rifugiato a Borsippa. Così Baldassarre sarebbe rimasto come reggente a Babilonia. Tenere un banchetto quando la città era in stato d’assedio non è tanto strano se si ricorda che i babilonesi consideravano inespugnabili le mura della città. Gli storici Erodoto e Senofonte dichiarano inoltre che la città aveva abbondanti scorte e quindi nessuno si preoccupava che potesse mancare il necessario. Erodoto descrive l’aspetto festoso della città quella notte, fra danze e piaceri. Ma quella notte Baldassarre non sopravvisse; fu ucciso la notte stessa della resa della città, il 5 ottobre 539 a.E.V., quando, secondo la Cronaca di Nabonedo, “le truppe di Ciro (II) entrarono in Babilonia senza combattere”. Con la morte di Baldassarre e la resa di Nabonedo a Ciro ebbe termine l’impero neobabilonese.

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