Attacco Ischemico Transitorio

Attacco Ischemico Transitorio (TIA)

Attacco Ischemico Transitorio (TIA)

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Generalità

L’attacco ischemico transitorio, chiamato più semplicemente TIA, è un deficit neurologico temporaneo e reversibile, causato da una riduzione transitoria del flusso di sangue al cervello.
Il TIA è molto simile, per cause, sintomi e segni, all’ictus di tipo ischemico, con la sola differenza che il deficit neurologico non è permanente (come nell’ictus) ma transitorio e reversibile.
Un attacco ischemico transitorio, pur non causando danni permanenti al cervello, non va mai trascurato; esso, infatti, potrebbe essere il primo indizio di una predisposizione all’ictus, il cui esito può essere letale.
Tramite un’attenta diagnosi, si può risalire all’anomalia vascolare che ha provocato il TIA e, in base a questo, impostare la terapia; terapia, che può essere sia farmacologica che chirurgica.
La prevenzione dei fattori di rischio e una cura attenta dello stile di vita sono fondamentali per evitare il peggioramento della situazione e l’insorgenza di un ictus.

Attacco ischemico transitorio
Figura: l’attacco ischemico transitorio è una particolare forma di ictus ischemico. L’ostruzione, dovuta a un coagulo di sangue, può verificarsi in un’arteria cerebrale, ma anche a livello delle carotidi. Dal sito: fibrillazioneatriale.it
Cos’è l’attacco ischemico transitorio

L’attacco ischemico transitorio, noto anche con l’acronimo TIA, è una particolare forma di ictus ischemico, le cui manifestazioni, a livello cerebrale, sono temporanee; infatti, segni e sintomi si risolvono spontaneamente in breve tempo (entro pochi minuti o comunque entro le 24 ore successive).
Nonostante questo carattere transitorio, il TIA è un episodio da non trascurare; infatti, non solo può ripresentarsi, ma spesso costituisce il primo indizio di qualcosa che non va nel nostro cervello, nonché un preavviso dell’ictus vero e proprio.
ICTUS E ICTUS ISCHEMICO

Quando si parla di ictus ci si riferisce ad una grave condizione patologica, provocata da un mancato o insufficiente afflusso di sangue al cervello. Ciò determina, più o meno lentamente (dipende dalla gravità dell’ictus), la morte del tessuto cerebrale, per mancanza di ossigeno e nutrienti, e la perdita delle capacità motorie (e non solo) connesse all’area dell’encefalo interessata.
L’ictus è definito ischemico se all’origine del disturbo c’è un ostacolo all’interno dei vasi arteriosi cerebrali, che impedisce la normale irrorazione dei tessuti del cervello. Tale ostacolo può essere rappresentato da un coagulo di sangue mobile (embolo) o ancorato alla parete dei vasi (trombo).
L’embolo, molto spesso, origina nel cuore; il trombo, invece, può formarsi in un vaso arterioso dell’encefalo, in una carotide o in un’arteria vertebrale, dopo la rottura di una placca aterosclerotica.

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EPIDEMIOLOGIA

È difficile fornire un dato preciso relativo alla reale incidenza del TIA, in quanto, trattandosi di un evento transitorio, il paziente, in alcuni casi, non se ne cura e il disturbo passa inosservato.
L’incidenza annuale è quindi vaga e il valore calcolato, per l’Italia, si aggira attorno ad un caso ogni 1.000 abitanti (circa 60.000 episodi, se si considera l’intera popolazione).
Essendo il TIA una forma particolare di ictus, condivide con esso diversi aspetti epidemiologici. Come l’ictus, infatti, il TIA colpisce maggiormente:
Le persone anziane (il 75% degli individui colpiti ha più di 65 anni)
Più uomini che donne, specie prima di raggiungere l’età anziana
Individui di razza africana, asiatica e caraibica, a causa di una predisposizione di queste etnie a diabete e malattie di cuore
Persone colpite da TIA hanno maggiori probabilità di sviluppare, in futuro, episodi analoghi, o addirittura un ictus vero e proprio. Sembra, infatti, che circa un caso di ictus su 5 venga preceduto da un episodio di TIA.
Cause di attacco ischemico transitorio

Abbiamo già visto come all’origine del TIA vi sia un insufficiente afflusso di sangue ad un’area più o meno estesa del cervello; tale deficit, detto ischemia, è legato alla presenza di un coagulo di sangue (trombo o embolo) che occlude uno dei vasi arteriosi cerebrali. In tali condizioni, le cellule del cervello, non più correttamente irrorate, vengono a trovarsi senza ossigeno e nutrimento e, per questo motivo, entrano in uno stato di sofferenza che può rivelarsi letale.

APPROFONDIMENTO: PERCHÈ SI FORMANO TROMBI ED EMBOLI?

Un trombo è una massa solida occlusiva che si genera all’interno di un vaso sanguigno dopo la lesione di una placca aterosclerotica. Quest’ultima è una raccolta di cellule adipose e di colesterolo, che si forma sulla parete interna di un vaso in modo spontaneo o a causa di determinate condizioni patologiche (vedi fattori di rischio).
La presenza di una placca indurisce la parete vasale e ciò la predispone a rotture e lesioni. Dopo una lesione, sono richiamate delle cellule riparatrici, le piastrine, che, unite al colesterolo, danno origine al trombo vero e proprio.
Un embolo, invece, è un coagulo di sangue mobile, che faceva parte in origine di un trombo da cui si è staccato. Spesso, gli emboli che causano un TIA provengono da un cuore non in perfette condizioni di salute.
I FATTORI DI RISCHIO

I fattori di rischio dell’attacco ischemico transitorio sono numerosi e meritano un’attenzione particolare. Infatti, conoscere le condizioni che favoriscono l’insorgenza di un TIA risulta fondamentale sia per la prevenzione che per la cura.
In generale, possono riconoscersi due categorie di fattori di rischio: quelli potenzialmente trattabili e quelli non trattabili.
Per fattori di rischio potenzialmente trattabili s’intendono tutte quelle circostanze per le quali esiste un rimedio, farmacologico o di tipo comportamentale. Per esempio, il diabete (uno dei principali fattori di rischio di ictus) può essere trattato sia mediante farmaci ipoglicemizzanti sia adottando uno stile di vita sano (dieta povera di grassi e zuccheri semplici e movimento).
Per fattori di rischio non trattabili, invece, s’intendono alcune caratteristiche del paziente non modificabili, come per esempio l’età, la razza ecc.

I fattori di rischio trattabili:
Ipertensione
Malattie cardiovascolari (o cardiopatie)
Malattie della carotide
Fumo e fumo passivo
Inattività fisica
Diabete
Obesità e sovrappeso
Colesterolo alto
Pillola anticoncezionale e ormonoterapia (a base di estrogeni)
Eccesso di alcol
Uso di droghe (cocaina e metanfetamine)
Elevati livelli di omocisteina nel sangue
I fattori di rischio non trattabili:
Storia familiare di TIA, ictus e attacco di cuore
Età superiore ai 55-60 anni
Sesso. Il TIA è più frequente nei maschi, rispetto alle femmine
Razza. Le popolazioni più colpite sono quelle asiatiche, africane e caraibiche.
Anemia falciforme. I globuli rossi, per via della loro forma particolare, tendono a formare degli agglomerati che ostruiscono i vasi sanguigni
Sintomi, segni e complicazioni

Conoscere quali sono i sintomi e i segni classici di un TIA è essenziale per riconoscere il disturbo, qualora questo si presenti.
Infatti, in alcuni casi, il TIA può passare inosservato o comunque essere preso alla leggera dal paziente, dato che è una situazione transitoria e reversibile. Tuttavia, come abbiamo visto, occorre sempre tenere a mente che almeno un individuo su 5 colpito da ictus ha subìto un TIA in precedenza. L’attacco ischemico transitorio, pertanto, può essere considerato un vero e proprio campanello d’allarme.
LA SINTOMATOLOGIA

I sintomi del TIA ricordano quelli di un ictus e, come tali, non sono sempre gli stessi; molto dipende dall’area di cervello coinvolta dal disturbo, in quanto regioni diverse dell’encefalo governano distretti differenti del nostro corpo. Ciò significa, quindi, che ogni paziente, affetto da un attacco ischemico transitorio, rappresenta un caso a sé stante. I segni e i sintomi classici sono:
Ictus Sintomi
Figura: I 3 sintomi tipici dell’ictus: paralisi facciale da un lato con impossibilità di sorridere normalmente; incapacità di mantenere sollevate entrambe le braccia; difficoltà a parlare.
Se si avvertono sintomi simili chiamare immediatamente il 118. Dalla campagna di sensibilizzazione irish heart condition.
Paralisi e sensazione di intorpidimento della faccia e degli arti
Caratteristiche: questi disturbi, associati anche a formicolio e debolezza, si presentano su un lato soltanto del corpo (per esempio, interessano o solo gli arti del lato sinistro o solo quelli del lato destro).
Per riconoscere il segno: alzare le braccia sopra la testa o di fronte a sé, e vedere quale delle due tende a cadere senza la nostra volontà; oppure sorridere (di fronte a uno specchio) e osservare quale angolo della bocca torna lentamente in posizione normale.
Difficoltà a parlare e a capire
Caratteristiche: il paziente parla farfugliando e in modo poco chiaro; non riesce a comprendere ciò che gli altri dicono.
Difficoltà a camminare e a stare in equilibrio
Caratteristiche: il paziente comincia, improvvisamente, a incespicare, a soffrire di vertigine e a perdere l’equilibrio e la coordinazione motoria.
Difficoltà visive
Caratteristiche: il paziente, sempre all’improvviso, comincia a perdere le proprie capacità visive. La vista, infatti, si fa annebbiata od offuscata. Il disturbo può interessare uno o entrambi gli occhi.
PERCHÉ? IL TIA È TEMPORANEO? QUANTO DURA?

L’attacco ischemico transitorio differisce dall’ictus solo per il carattere temporaneo e reversibile dei suoi sintomi. Per il resto, non esistono altre differenze.
Ma come si spiega questa temporaneità? Il coagulo di sangue, embolo o trombo che sia, crea un’ostruzione transitoria. Al contrario, nell’ictus ischemico, il coagulo di sangue blocca, in modo permanente, il vaso interessato.
Un episodio di TIA, di solito, dura da pochi minuti a un’ora; sono rari i casi in cui il disturbo si protrae più a lungo. Se supera le 24 ore, non è classificato come TIA ma come ictus.
Per capire che il TIA si è esaurito, ci si basa, ovviamente, sui sintomi, i quali scompaiono.
QUANDO RIVOLGERSI AL MEDICO?

Dato che ictus e TIA condividono la stessa sintomatologia, non si è in grado di distinguerli l’uno dall’altro, se non perché l’attacco ischemico transitorio, a un certo punto, termina spontaneamente. Tuttavia, aspettare per vedere l’evolversi della situazione non è una scelta intelligente! Significherebbe infatti correre un grosso rischio, poiché potrebbe avere risvolti drammatici. Al sopraggiungere dei sintomi tipici, bisogna pertanto richiedere assistenza medica immediata.
A questo punto, solo il parere del medico e gli esami diagnostici faranno maggiore chiarezza.
COMPLICAZIONI

Il TIA si esaurisce da solo, senza lasciare complicazioni o segni permanenti sull’individuo colpito. Pertanto, parlare di complicanze dell’attacco ischemico transitorio è poco appropriato. Tuttavia, ribadendo il concetto che spesso un TIA anticipa un ictus, si può definire proprio quest’ultimo, cioè l’ictus, l’unica vera complicazione.
L’ictus richiede soccorsi immediati (il rischio di morte è elevato), la somministrazione di farmaci adeguati, l’intervento chirurgico, una lunga riabilitazione (fisica e psicologica) e la correzione di un errato stile di vita (qualora questo sia una delle cause del disturbo).

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