ARTE DEL NEOCLASSICISMO

ARTE DEL NEOCLASSICISMO


Stile caratterizzato dal recupero delle antiche forme dell’arte greca e dell’arte romana; coinvolse le arti figurative e decorative nonché l’architettura, in Europa e in America del Nord, dalla metà del XVIII secolo all’inizio del XIX. Gli artisti neoclassici cercarono dapprima di ovviare all’eccesso di sensualità del barocco e del rococò, che essi consideravano triviale, attraverso uno stile che fosse il più possibile geometrico, solenne nei toni, moralizzante nel carattere.

Lo stile neoclassico ebbe un grande impulso in seguito agli scavi che in Italia riportarono alla luce le rovine delle antiche città romane di Ercolano (1738) e Pompei (1748), alla pubblicazione di alcuni libri, come Le antichità di Atene (1762) degli archeologi inglesi James Stuart e Nicholas Revett, nonché al recupero dei marmi di Elgin, traslati a Londra nel 1806. Esaltando la “nobile semplicità e serena grandezza” dell’arte greco-romana, lo storico dell’arte tedesco Johann Winckelmann spronò gli artisti a studiarne e imitarne le forme ideali ed eterne. Le sue idee trovarono un’entusiastica accoglienza nei circoli internazionali di artisti che si raccolsero intorno a lui a Roma verso il 1760. Nacque una polemica tesa a stabilire una superiorità fra la tradizione greca e quella romana: Winckelmann prediligeva l’arte greca, mentre la romanità trovava la sua esaltazione, ad esempio, nelle incisioni di Giovanni Battista Piranesi.

Quando i movimenti rivoluzionari in Francia e in America instaurarono un regime repubblicano, i nuovi governi scelsero lo stile neoclassico come arte ufficiale in virtù della loro aspirazione a rispecchiarsi nella democrazia dell’antica Grecia e nella Roma repubblicana. In seguito, quando Napoleone I salì al potere in Francia, lo stile si adattò al nuovo regime e il periodo di riferimento divenne quello della Roma imperiale. Con l’emergere del movimento romantico, il gusto per le espressioni più soggettive e originali andò gradualmente sostituendo un’arte basata su canoni rigorosi e valori ideali.


Architettura

L’architetto e designer scozzese Robert Adam, che nella seconda metà del XVIII secolo riprogettò alcune tipiche residenze inglesi di campagna (tra cui Sion House, 1762-1769, e Osterley Park, 1761-1780), introdusse il neoclassico in Gran Bretagna, pur mantenendo caratteristiche rococò nella sontuosità ornamentale delle facciate e nella raffinatezza delle proporzioni. Un’architettura ispirata ai modelli greci è testimoniata in Inghilterra da molte costruzioni – soprattutto a Londra – come la rotonda della Banca d’Inghilterra (1796), di John Soane, e il portico del British Museum (1823-1847), di Robert Smirke. Il revival delle forme classiche fu modificato dallo stile Regency, un notevole esempio del quale sono le facciate di Regent Street, a Londra, iniziate nel 1812, e il padiglione reale di Brighton (1815-1823), entrambi disegnati da John Nash.

In Germania il neoclassicismo si espresse nei lavori dell’architetto tedesco Karl Friedrich Schinkel, tra cui il Teatro reale di Berlino (1819-1821), e di Leo von Klenze.

In Francia, Jacques-Germain Soufflot si ispirò al Pantheon romano per il progetto della chiesa di Sainte Geneviève (1757) a Parigi; Etienne-Louis Boullée esercitò un’influente attività teorica; Claude-Nicholas Ledoux disegnò, nel 1771, un padiglione per la contessa Du Barry a Louveciennes e alcune porte per la città di Parigi (1785-1789); i suoi ultimi lavori consistono nei progetti, mai attuati, per una sorta di città ideale in cui i disegni degli edifici sono frequentemente ridotti a essenziali forme geometriche. Gli architetti ufficiali di Napoleone, Charles Percier e Pierre-François Fontaine, lavorarono per trasformare Parigi nella principale capitale europea adottando come modello la sobria monumentalità dell’architettura romana imperiale; realizzarono opere pubbliche quali l’arco di trionfo al Carrousel du Louvre, progettato da Percier e Fontaine, e gli Champs Elysées, disegnati da Fontaine, tutti progetti totalmente estranei alle concezioni visionarie di Ledoux.

Negli Stati Uniti si sviluppò, tra il 1780 e il 1820, una corrente del neoclassicismo chiamata “stile federale”. Ispirato al lavoro di Robert Adam, esso è esemplificato dall’opera di Charles Bulfinch (Massachusetts State House, Boston, terminata nel 1798). La Maison Carrée – un tempio romano di Nîmes risalente al I secolo d.C. – fu utilizzata come modello da Thomas Jefferson per il Campidoglio di Richmond, Virginia (1785-1789).

In Italia un precursore dell’architettura neoclassica fu Luigi Vanvitelli, mentre i nomi più rappresentativi dello stile furono quelli di Giuseppe Piermarini, che progettò fra l’altro il Teatro alla Scala di Milano (1776-1778), di Luigi Cagnola e di Luigi Canonica, rappresentanti dell’arte di ispirazione napoleonica e operanti perciò soprattutto a Milano.


Pittura

Il centro propulsivo della pittura neoclassica fu Roma, dove molti artisti provenienti da tutta Europa si raccolsero intorno a Johann Winckelmann. Tale gruppo comprendeva il tedesco Anton Raphael Mengs, lo scozzese Scot Gavin Hamilton e l’americano Benjamin West. A Roma operarono anche Pompeo Batoni e Vincenzo Camuccini, che predilessero temi storici e mitologici. Il Parnaso di Mengs (1761), un soffitto affrescato per villa Albani a Roma, fu espressamente realizzato su consiglio di Winckelmann. Diversamente dalle composizioni barocche o rococò, quest’opera si presenta semplice e lineare, comprendendo solo poche figure in pose plastiche ispirate alle forme delle statue antiche. Tra il 1760 e il 1765 Hamilton, che era anche archeologo e mercante d’arte, completò una serie di cinque quadri, tratti dall’Iliade omerica, in cui inserì figure derivate dai modelli della scultura classica. West lavorò a Roma tra il 1760 e il 1763: dipinti come Agrippina con le ceneri di Germanico sbarca a Brindisi (1768, Yale University Art Gallery, New Haven, Connecticut) sono appunto influenzati dal suo soggiorno romano; solenni e austeri nel soggetto e nello stile, appaiono anche corretti, nei dettagli, dal punto di vista archeologico.

Le stesse tendenze sembrano evidenti anche nella prima fase pittorica del francese Jacques-Louis David, esponente di massimo rilievo della pittura neoclassica. Nel suo Giuramento degli Orazi (1784-85, Louvre, Parigi) lo spazio architettonico geometricamente organizzato e la composizione delle figure, ispirata agli antichi fregi, riflettono la predisposizione neoclassica per le strutture sobrie e chiare. Le linee ferme e le luci taglienti conferiscono a queste figure un carattere quasi scultoreo. Diverse, invece, le sue ultime opere, commissionate da Napoleone – come l’Incoronazione di Napoleone (1805-1807, Louvre) – che celebrano il lusso e lo splendore del potere imperiale.

Nell’ultimo decennio del Settecento, i pittori iniziarono a imitare le piatte e stilizzate figure che ornavano i vasi dipinti greci. Il più famoso esponente di questo stile fu l’artista inglese John Flaxman le cui incisioni, realizzate per l’edizione dell’Iliade e dell’Odissea omeriche del 1793, illuminate e modellate attraverso un segno asciutto, piatto e lineare, sostituirono la prospettiva tradizionale. Uno dei maggiori allievi di David, erede del suo ruolo di interprete della tradizione classica, fu Jean-Auguste-Dominique Ingres, che si rifece all’approccio bidimensionale inaugurato da Flaxman, come nella sua prima opera famosa, Achille e gli inviati di Agamennone (1801, Ecole des Beaux-Arts, Parigi).


Scultura

Poiché la scultura era già stata profondamente influenzata dalle forme classiche fin dal Rinascimento, il neoclassicismo ebbe un impatto meno rivoluzionario su quest’arte che non sulle altre. In generale, gli scultori neoclassici cercarono di evitare le pose contorte e drammatiche e l’impiego di marmi colorati che avevano caratterizzato la tarda scultura barocca e rococò, realizzando quindi le loro opere in marmo bianco e optando per una linea decisa e nobilmente quieta e per forme e soggetti idealizzati.

I primi esempi di scultura neoclassica vennero prodotti da artisti gravitanti intorno al circolo di Winckelmann, a Roma. Tra loro furono John Tobias Sergel, che al suo ritorno nella nativa Svezia diffuse le forme neoclassiche in Europa Settentrionale, e gli inglesi Thomas Banks e Joseph Nollekens, che a loro volta introdussero questo stile di scultura in Gran Bretagna. Tuttavia, la figura principale nella scultura neoclassica fu l’italiano Antonio Canova, che divenne membro del circolo di Roma nel 1780. Lasciandosi alle spalle i condizionamenti barocchi delle prime opere, egli intese cogliere attraverso il neoclassico l’essenza della severa e ideale purezza dell’arte antica; l’opera Teseo sul Minotauro (1781-82), ad esempio, il suo primo lavoro in stile neoclassico, più che la tensione della lotta rappresenta la suprema calma della vittoria.

Dopo la morte di Canova, l’artista danese Bertel Thorvaldsen ereditò il ruolo di maggiore scultore europeo. Le sue numerose commissioni internazionali garantirono al severo stile neoclassico la supremazia nell’attività scultorea fino alla prima metà dell’Ottocento. Alle sue opere si affiancano quelle di Johann Gottfried Schadow, autore della quadriga posta sulla Porta di Brandeburgo (1792-93) a Berlino.

Arti decorative

Lo stile neoclassico influenzò profondamente anche le arti decorative. Verso la seconda metà del XVIII secolo, Robert Adam iniziò a inserire nei mobili motivi ornamentali classici; introdotto in Francia, il suo stile classico e semplice divenne noto come style étrusque (“stile etrusco”) e si diffuse alla corte di Luigi XV. Attraverso ulteriori adattamenti – desunti dalle recenti scoperte archeologiche – verso una verosimiglianza classica, l'”etrusco” si evolse nel raffinato stile Luigi XVI, favorito dalla famiglia reale negli anni che precedettero la Rivoluzione. Per quanto riguarda le ceramiche, lo stile neoclassico eccelse in Francia nelle porcellane di Sèvres, mentre in Gran Bretagna furono celebri le ceramiche di Josiah Wedgwood. Durante il periodo napoleonico, fu ridecorato il castello di Fontainebleau, che era stato la residenza reale e che, seguendo un progetto condiviso da Parcier e Fontaine, fu arredato con mobili, porcellane, tappezzerie ricchi di motivi classici. Molti interni vennero adattati al gusto neoclassico, che si diffuse rapidamente in tutta l’Europa.

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