ARSENIO DI ANALISI EUGENIO MONTALE

ARSENIO DI ANALISI EUGENIO MONTALE

ARSENIO DI ANALISI EUGENIO MONTALE


I turbini sollevano la polvere
sui tetti, a mulinelli, e sugli spiazzi
deserti, ove i cavalli incappucciati
annusano la terra, fermi innanzi
ai vetri luccicanti degli alberghi.
Sul corso, in faccia al mare, tu discendi
in questo giorno
or piovorno ora acceso, in cui par scatti
a sconvolgerne l’ore
uguali, strette in trama, un ritornello
di castagnette.

E’ il segno d’un’altra orbita: tu seguilo.
Discendi all’orizzonte che sovrasta
una tromba di piombo, alta sui gorghi
più d’essi vagabonda: salso nembo
vorticante, soffiato dal ribelle
elemento alle nubi; fa che il passo
su la ghiaia ti scricchioli e t’inciampi
il viluppo dell’alghe: quell’istante
è forse, molto atteso, che ti scampi
dal finire il tuo viaggio, anello d’una
catena, immoto andare, oh troppo noto
delirio, Arsenio, d’immobilità…

Ascolta tra i palmizi il getto tremulo
dei violini, spento quando rotola
il tuono con un fremer di lamiera
percossa; la tempesta è dolce quando
sgorga bianca la stella di Canicola
nel cielo azzurro e lunge par la sera
ch’è prossima: se il fulmine la incide
dirama come un albero prezioso
entro la luce che s’arrosa: e il timpano
degli tzigani è il rombo silenzioso.

Discendi in mezzo al buio che precipita
e muta il mezzogiorno in una notte
di globi accesi, dondolanti a riva, –
e fuori, dove un’ombra sola tiene
mare e cielo, dai gozzi sparsi palpita
l’acetilene –
finché goccia trepido
il cielo, fuma il suolo che t’abbevera,
tutto d’accanto ti sciaborda, sbattono
le tende molli, un fruscio immenso rade
la terra, giù s’afflosciano stridendo
le lanterne di carta sulle strade.

Così sperso tra i vimini e le stuoie
grondanti, giunco tu che le radici
con sé trascina, viscide, non mai
svelte, tremi di vita e ti protendi
a un vuoto risonante di lamenti
soffocati, la tesa ti ringhiotte
dell’onda antica che ti volge; e ancora
tutto che ti riprende, strada portico
mura specchi ti figge in una sola
ghiacciata moltitudine di morti,
e se un gesto ti sfiora, una parola
ti cade accanto, quello è forse, Arsenio,
nell’ora che si scioglie, il cenno d’una
vita strozzata per te sorta, e il vento
la porta con la cenere degli astri.

PARAFRASI
1-5. turbini: i turbini di vento preannunciano la tempesta che sta per abbattersi sulla città marina, i cavalli incappucciati, quelli delle carrozze pubbliche, che stazionano presso gli alberghi. Hanno la testa coperta da cappucci impermeabili. Annusano la terra: come sempre quando presentano la tempesta. Nota il senso di sospensione e di attesa di questo paesaggio, e anche la contrapposizione fra il turbine che s’addensa nell’aria, preannunciando la tempesta, e i vetri luccicanti degli alberghi. Da un lato hai le cieche forze cosmiche, dall’altro il povero mondo umano, colto nella torpida esistenza della città balneare.
6-8. tu: Arsenio, cioè il poeta. Frequente, negli ossi di seppia, il dialogo del M. con se stesso. Piovorno:l’aggettivo indica il cielo pieno di nuvole acquose. Acceso: illuminato dai lampi.
8-11. in cui…. Castagnette: la serie dei tuoni, a intervalli, simili a schiocchi di nacchere, sembra sconvolgere la trama delle ore uguali e monotone del pomeriggio.
12. e’…seguilo: gli scoppi del tuono sembrano segnare un’orbita diversa del tempo, un diverso cammino delle ore, strappandole al loro corso monotono, inerte. Per questo il poeta esorta Arsenio a seguire questa voce nuova, che forse lo condurrà verso una realtà meno assurda di quella usuale.
13-14. “Discendi verso l’orizzonte che è sovrastato da un plumbea tromba marina, alta sui gorghi del mare”.
15-17. salso… nubi: nembo salmastro d’acqua marina che l’elemento ribelle ha sollevato fino alle nubi. Il cielo e il mare si confondono, la natura appare nella sua violenza selvaggia.
17-19. fa…alghe: fa che il tuo passo scricchioli sulla ghiaia e che il tuo piede s’inciampi in un viluppo d’alghe, facendoti precipitare fra le onde. La discesa d’Arsenio al mare è pervasa da un desiderio d’annientamento: è una fuga dalla vita assurda verso la differenza del non essere.
19-23. “e’ forse quell’istante, da tempo atteso, che ti può liberare dalla pena di portare a compimento il tuo viaggio umano, la tua vita”. Anello… immobilità: la vita è l’anello d’una catena fatale che ci lega all’esistenza cosmica come a un destino, uno scorrere del tempo nel quale restiamo immobili attendendo la morte. E la consapevolezza di questa immobilità ci procura la vertigine del delirio, la brama di precipitare nell’abisso del nulla.
24-33. e’ un attimo di tregua. Il poeta rivolge un ultimo sguardo alla vita e alle sue suggestioni, alle sue oasi di pace nelle quali sembra balneare la luce d’una speranza; ma, nel contempo, scopre l’illusorietà di tutto questo. Donde, all’inizio della strofa seguente, la ripresa dell’esortazione all’annientamento.
24-27. il getto tremulo: lo zampillare tremulo dei violini dell’orchestrina, povero tentativo di esprimere una gioia che l’impeto rovinoso dei tuoni sommerge.
27-30. la tempesta…. Prossima:la tempesta può essere dolce quando la stella della canicola sgorga bianca nell’azzurro cielo estivo fra le nubi non ancora addensate e la sua luce fa pensare ancora lontana la sera, che invece è vicina.
30-33. se…. Silenzioso:se anche il fulmine incide il cielo della sera, può allora essere visto come un albero d’oro, entro la luce delle nuvole che si tingono di rosa. E allora lo scoppio lontano di esso può confondersi col rullo del tamburo delle orchestre tzigane che suonano negli hotels.
34-39. discendi…acetilene: riprende la discesa di Arsenio verso il mare, in mezzo alla tenebra della tempesta imminente che muta il meriggio in una notte cupa, interrotta solo dai globi delle lampade di carta accesi lungo il mare e dondolanti, mentre al largo cielo e mare sono un’ombra sola, interrotta dai lumi ad acetilene delle barche da pesca.
39-44. è l’esplodere della tempesta; l’acqua si riversa violenta dal cielo.ti sciaborda: “verbo tipicamente montaliano, che qui sta indicare il liquido disfacimento delle cose”. Le tende molli: quelli degli chalets. le lanterne di carta, espressioni d’una gioia vacua, sono disfatte dalla forza cieca della natura.
45-59. mentre Arsenio si protende verso la tempesta e il gorgo dell’annullamento, viene riafferrato dal desiderio della vita, ritorna nel mondo umano. Ma è un precipitare in un altro gorgo, quello dell’esistenza quotidiana, assurda e senza luce, che non è un vivere, ma un continuo morire in un’angosciosa solitudine.
45-46. sperso…. Grondanti: mentre sei là disperso, fra le sedie di vimini e le stuoie grondanti di uno chalet. La proposizione reggente è:la tesa…. Volge.
46-50. giunco…. Soffocati: come un giunco che trascina con sé le sue radici viscide, non mai del tutto staccate dall’esistenza, e mentre, nello stesso tempo, tremi di vita, continui, cioè, ad essere disperatamente attaccato alla vita e ti protendi verso il nulla.
50-54. la tesa…. Morti: mentre Arsenio è perplesso fra la vita e la morte, lo riafferra l’onda del destino, che da sempre lo ha in sua balia; lo riprende la realtà della vita, ma per configgerlo ancora fra le sue vacue parvenze e, sostanzialmente, nella gelida solitudine che è propria della massa degli uomini, “i nati-morti”, conficcati tutti senza speranza nel ghiaccio dell’esistenza assurda.
55-59. e se….astri. a tratti un gesto, una parola di solidarietà umana ci sfiorano, ci fanno intravedere la possibilità di uscire dalla solitudine, di poter comunicare con gli altri, e allora la catena del tempo che ci travolge inesorabile nel vuoto sembra dissolversi. Ma è un attimo: quel segno d’una vita nuova è subito strozzato. Il vento lo disperde fra gli spazi interplanetari, nel vuoto dell’universo, insieme con le ceneri degli astri defunti.

Breve Commento

Arsenio esprime il pessimismo storico e cosmico di Montale. L’uomo vi appare come una figura senza volto, non un personaggio, immerso da un lato in una civiltà assurda e livellatrice, dall’altro in un universo altrettanto privo di significato, mosso da un destino che, come una ruota fatale, trascina ogni cosa, con una forza cieca, verso la distruzione. A tratti(vv. 55-59) sembra di poter uscire da questo ingranaggio, di poter approdare a una verità più autentica, a un colloquio con l’altro dal quale possa emergere un nuovo mondo umano, riscattato dal nulla. Ma è un illusione breve; ognuno è chiuso nella propria solitudine, ombra, non persona, e la sua esistenza precipita negli spazi sterminati e muti del cosmo come le ceneri dei mondi spenti. La tempesta che piomba sulla piccola città, fra gli emblemi sterili d’una gioia mentita, l’avventura d’Arsenio, cioè la sua discesa verso il mare sul quale incombe la tromba marina fanno balenare per un istante la possibilità di un altro ordine di eventi, non più soggetti alla necessità ferrea, sembrano infatti, configurare una diversa “orbita” per il cammino terreno dell’uomo, un suo ritorno alla forza vitale della natura, ritrovata intatta nel suo scatenarsi nella tempesta, fuori della ferra catena del destino o della necessità che isterilisce di continuo la vita umana e quella cosmica; e allora l’inciampare nel viluppo delle alghe potrebbe significare l’uscita dalla catena delle ore uguali e senza scopo, da quell’andare in cui il delirio della passione cela la sostanziale immobilità di un’esistenza sempre frustrata. La tempesta diviene, a questo punto, un simbolo ambiguo. Da un lato appare come segno e promessa d’un oltremondo, d’una liberazione della vita in autentica che travolge l’uomo e le cose; ma poi essa si mescola alla vicenda fatua della città balneare, ai timpani degli tzigani; e la sua stessa violenza, promessa di distruzione e di metamorfosi, diventa emblema della distruzione di sempre, della vanificazione continua dell’esistenza. L’onda che riafferra Arsenio lo riconduce fra gli aspetti assurdi e inconsistenti della vita, fondata sul vuoto: fra gli uomini che appaiono come “una ghiacciata moltitudine di morti”, immersi in un vivere, cioè privo di ragione e giustificazione. La lirica (1927) entrò nella seconda edizione degli Ossi(1928).


ARSENIO DI ANALISI EUGENIO MONTALE

FONTE:https://liberacultura2013.wordpress.com/2013/05/22/analisi-parafrasi-e-commento-di-arsenio-di-eugenio-montale-da-ossi-di-seppia/comment-page-1/


https://www.appunti.info/arsenio-di-analisi-eugenio-montale/

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