APULEIO E LA FILOSOFIA

APULEIO E LA FILOSOFIA

Nel capitolo conclusivo di un saggio sulle METAMORFOSI, Gian Franco Gianotti affronta il problema dei rapporti tra Apuleio .e il pubblico dei suoi lettori, mettendo in luce la complessità dell’operazione culturale attuata dall’autore, che ha ripreso e concentrato originalmente nel suo romanzo un’enorme quantità di materiali filosofici e letterari. Della vasta analisi riportiamo il passo in cui viene posta in evidenza la matrice filosofica dell’evoluzione di Psiche e Lucio. 

Dalla lezione platonica, in particolare, Apuleio ha derivato […] il ricorso al trasparente simbolismo del racconto mitico, per orientare con inequivocabile chiarezza l’ingarbugliata vicenda dell’uomo-asino in mezzo al disordine della storia umana e all’incertezza del mondo sensibile. Platone si era servito del mito come approccio a verità difficilmente concettualizzabili da parte di interlocutori non ancora in possesso del vero metodo filosofico (si pensi al mito della caverna): sul suo esempio, ora, Apuleio si serva di una bella fabella per rendere intellegibile il difficile itinerario che l’anima deve compiere per ricongiungersi al divino, dopo essere caduta nel mondo dell’apparenza e della negatività costituito dalla “realtà” sensibile. Nasce così la favola di Cupido e Psyche, che occupa la parte centrale delle “Metamorfosi” e ne costituisce la chiave simbolica. Narrata da una vecchia deliria et temulenta [folle e ubriacona]  a una fanciulla dal nome parlante (Chiarite-Grazia) e a un asino tutt’orecchi prigionieri in una caverna di briganti (il mito nella caverna), la fabula assume ben presto funzione più ampia di una semplice consolatio ad captivos; singolare riedizione del mito di Eros, in cui valenze mistiche e reminescenze platoniche di dilatano sotto òa spinta di una incontenibile Lust zu fabulieren [“piacere di raccontare”], il racconto delle peripezie di Psyche-Anima fornisce la cifra interpretativa per le vicende di Lucio-asino. Lucio e Psyche, vittime della loro curiositas (per le arti magiche il primo, la seconda per le sembianze dello sposo divino), decadono dal loro stato e devono affrontare, imbestiato l’uno e resa schiava di Venere l’altra, prove e tormenti per ottenere, lungo le tappe di un arduo itinerario iniziatico, la loro redenzione; infine , per volontà divina, l’anima sofferente trova il suo riscatto. Psyche in Olimpo come legittima e immortale sposa di Cupido e Lucio a Roma (Olimpo terreno) come sacerdote dei culti egizi. Insomma: la storia che Apuleio racconta è una sola, sebbene sdoppiata nelle vicende dei due personaggi, come una sola (e sdoppiabile) è la figura umana che, posta a metà strada tra il cielo e la terra, verso il basso proietta la sua ombra di bestia, mentre verso l’alto libera il soffio della sua essenza razionale. […]

Apuleio si rivela, dunque, buon volgarizzatore di concetti filosofici, tanto che si potrebbe volgere a suo favore l’osservazione che leggiamo in Microbio, “non omnibus fabulis philosophia repugnant” [non con tutte le favole è inconciliabile la filosofia], inserita in un contesto certamente non benevolo delle “metamorfosi”; ma oltre alla ripresa e all’ammissione in un nuovo circuito di comunicazione di materiali di scuola platonica, l’opera apuleiana riserva ben altro. Ad esempio, il tema epico dell’avventura della ragione e della mutabilità delle forme (il tema di Ulisse e di Circe, per intenderci, rivisitato attraverso l’esperienza moltiplicata delle “Metamorfosi” ovidiane) si trasforma nella vicenda di un Ulisse asinino che subisce sulla (sotto la) propria pelle il processo metamorfico e attraversa il mare indistinto della materialità quotidiana alla ricerca del vero se stesso. Assistiamo così ad una nuova edizione dell’epica della conoscenza in cui la ragione straniata, prigioniera di un corpo degradato e subumano, si misura con l’irrazionale disordine del mondo sensibile, per riuscire alla fine vittoriosa, dopo prove non sempre serie ma sempre impegnative, recuperando non solo lo stato iniziale ma acquistando una più profonda comprensione dell’universo in virtù dell’iniziazione ai misteri dell’essere.