APPUNTI ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS
-Le Ultime lettere di Jacopo Ortis hanno per sottotitolo i versi danteschi : “Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta (Purg. I, vv.71-72). Questi versi rivelano la natura vera del suicidio di Jacopo Ortis: esso non è negazione della vita, ma è, nella concezione alfieriana, l’affermazione di una suprema libertà interiore che appare come la più alta forma denuncia contro la società del tempo. Il romanzo, così come i primi 8 Sonetti pubblicati a Pisa nel 1802, risente della forte COMPONENTE ALFIERIANA: l’accentuato autobiografismo ed il suo esprimersi mediante contrapposizioni (cuore-ragione; individualità del poeta- società), l’ansia esistenziale, il concetto dell’eroe alfieriano avvolto nella solitudine e sdegnoso della banale quotidianità, il senso dell’immortalità attraverso l’eroicità
A LIVELLO STILISTICO l’opera appare alquanto disomogenea, con 2 livelli di scrittura: un livello referenziale ( tono colloquiale, meditativo, tipico dell’epistola ) e un livello declamatorio, con toni concitati, con enfasi declamatoria. Lo stesso Foscolo, a proposito dello stile vario dell’”Ortis” dirà che la varietà stilistica presente nel romanzo è compensata dall’impianto tematico unitario (tema politico-amoroso) e dalla presenza dell’IO NARRANTE.
DALLA CRITICA LETTERARIA, l’Ortis è stato letto a partire da FRANCESCO DE SANCTIS, il quale definisce il romanzo giovanile del F. “poesia in prosa” , privo della maturità stilistica che caratterizzerà le opere successive; Jacopo è un eroe statico (come statico appare l’intero romanzo), sempre al 5 atto di una tragedia, nel senso che il suicidio avviene per lui come un destino ineluttabile.