APPUNTI SULLA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

APPUNTI SULLA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

APPUNTI SULLA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE


La prima rivoluzione industriale iniziò in Inghilterra intorno al 1780. Dopo fu la volta di altri paesi tra cui l’Italia tra l’Ottocento e il Novecento. Essa utilizzava come principale fonte di energia il carbone ed ebbe nella macchina a vapore il proprio simbolo.Tutto ebbe inizio nel settore tessile:


– nel 1733 John Kay inventò la “spoletta volante”, uno strumento che permise di raddoppiare la capacità produttiva dei telai
– nel 1765 James Hargreaves propose la “spinning Jenny” o “giannetta”, un telaio meccanico
– nel 1769 Richard Arkwright costruì la “Water Frame”, un filatoio mosso dalla forza dell’acqua
– nel 1779 Samuel Crompton inventò un macchina chiamata “Mulo”.Dopo non molto i grandi inventori dovettero far ricorso alla scienza e alla chimica.
– nel 1769 James Watt inventò la macchina a vapore
– nel 1807 Robert Fulton costruì il primo battello a vapore, rivoluzionando il trasporto marittimo.
– nel 1814 Stephenson inventò la prima locomotiva
– nel 1830 venne inaugurata la prima linea ferroviaria sul tragitto Liverpool-Manchester.

Nel contempo comparvero nei campi le prime macchine agricole.Nella prima fase in Inghilterra non furono necessari grandi capitali, ma in seguito questi divennero indispensabili.

Si sentiva la necessità dell’intervento dello stato:
– per rimuovere tutti gli ostacoli che impedivano il libero commercio
– per sostenere l’iniziativa privata
– per la costruzione di infrastrutture
– nell’ambito dell’istruzione

In ambito sociale lo sfruttamento dei “proletari”, cioè coloro che “vendevano”, in cambio di uno stipendio, il loro lavoro, ebbe caratteri drammatici:
– l’orario di lavoro arrivava anche alle quindici ore giornaliere
– anche le donne e i bambini venivano impegnati senza alcun riguardo, tanto da costituire nei primi decenni dell’Ottocento la maggior parte dei lavoratori nell’industria tessile.
– l’obbligo di rimanere al chiuso delle fabbriche
– i rumori assordanti delle macchine
– gli ambienti malsani delle fabbriche di cotone, perlopiù umidi, affinché i fili non si rompessero.

I nuovi telai e le nuove macchine migliorarono le condizioni di vita dei lavoratori ma provocarono, anche, disoccupazione.

Questo disagio trovò un primo sbocco in una forma di violenza: la distruzione dei telai e delle macchine.Tale forma di protesta prese il nome di Luddismo,da un certo Ned Ludd, che per primo distrusse un telaio.

Lentamente, tuttavia, la riflessione sullo sfruttamento dei lavoratori, la cosiddetta Questione Sociale, prese via via il sopravvento sulla rabbia distruttiva. Coloro che lottavano per una maggiore giustizia sociale vennero chiamati Socialisti.

Le città videro crescere rapidamente il numero dei loro abitanti.

Dopo pochi decenni vennero emanate leggi per impedire che lo sfruttamento dei proletari fosse eccessivo. Le giornate di lavoro divennero più corte, le macchine sollevarono l’uomo dai lavori più massacranti e così le condizioni di vita dei lavoratori migliorarono sensibilmente.

Grazie poi alla diffusione della ferrovia, gli anni che vanno dal 1850 al 1870 conobbero uno sviluppo economico senza precedenti.

Mentre si diffondeva la rivoluzione industriale un’altra grande rivoluzione, quella agricola, sconvolgeva le campagne.

Tra il 1800 e il 1850 la produzione agricola in Inghilterra raddoppiò e successivamente l’incremento fu ancora maggiore.

Questo fenomeno fu favorito dall’ “abolizione degli obblighi” dei contadini nei confronti dei nobili. Ciò li rese liberi di coltivare la terra e di coltivare campi prima abbandonati. Inoltre vennero modificate le tecniche di coltura: nel Medioevo e nell’Età moderna la coltivazione della terra si basava sulla Rotazione Triennale; nel Settecento venne introdotta la Rotazione Quadriennale che consentiva di utilizzare anche la terza parte del terreno, prima lasciato incolto.

La rivoluzione agricola fu possibile anche grazie alla rivoluzione industriale: nelle campagne comparvero le prime macchine agricole. La chimica intervenne sempre più fornendo prodotti fertilizzanti e le tecniche di irrigazione migliorarono sensibilmente.

La popolazione prese a crescere; anche in questo settore si può parlare di rivoluzione, quella demografica. Le novità scientifiche e tecniche vennero presto utilizzate anche in medicina. Le industrie chimiche iniziarono a produrre ogni sorta di farmaco. Strumenti sempre più raffinati vennero utilizzati negli interventi chirurgici.

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