APPUNTI SULL ILLUMINISMO

APPUNTI SULL ILLUMINISMO


Illuminismo

Nell’Europa del Seicento la rivoluzione scientifica consentì un grande sviluppo delle conoscenze umane. Nel Settecento si sviluppò un movimento di idee, l’Illuminismo, fondato sul ragionamento, la tolleranza, la libertà di giudizio. Rivoluzione scientifica e Illuminismo furono poi la base del successivo progresso civile, economico e sociale.

Specialmente nel Settecento, quando l’inglese Edward Jenner scoprì il vaccino contro il vaiolo. La mentalità razionale nata con la rivoluzione scientifica ebbe riflessi importantissimi anche sugli studi relativi al comportamento dell’uomo e alle sue idee. Il movimento culturale che ne seguì fu detto Illuminismo, perché ispirato dai “lumi della ragione”. Scienziati e filosofi dell’epoca contrapposero la ragione, la libertà e la tolleranza all’autoritarismo dei secoli precedenti. Le idee illuministiche influirono anche sul pensiero politico. Montesquieu sostenne che all’interno di uno Stato esistono tre diversi poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Per evitare arbitri e soprusi essi devono restare divisi (principio della separazione dei poteri). Voltaire insistette sulla tolleranza. Rousseau affermò che ogni Stato deve fondarsi su un patto (o contratto) volontario fra i cittadini. Gli stessi devono avere uguali diritti e doveri di fronte alla legge. Lo spirito illuminista si sviluppò in tutti gli ambiti del sapere e diffuse idee di grandissimo rilievo per la nostra cultura. In campo economico fu sottolineata la necessità di lasciare liberi gli scambi delle merci e, in generale, le attività economiche e produttive.


IL PROGRESSO DELLA SCIENZA

Alla parola “rivoluzione” se ne è poi affiancata un’altra: “progresso”.Progredire significa “camminare avanti”, cioè passare da una situazione a un’altra che giudichiamo migliore. In genere si parla di progresso per indicare non tanto un singolo evento quanto una serie di sviluppi graduali che, sommati insieme, vanno verso una stessa direzione: quella, appunto, del miglioramento. In questo caso, del miglioramento e dello sviluppo delle conoscenze scientifiche. Rivoluzione e progresso sono concetti moderni, affermatasi soprattutto nel Settecento. Nel mondo antico, e soprattutto in quello medioevale, la storia non era vista come un cammino dell’uomo verso forme di società o di cultura più avanzate, ma come un continuo ritorno difatti e di esperienze già vissuti nel passato. Da questo derivava il grande rispetto che il Medioevo nutriva per i grandi testi dell’antichità e la sua continua ricerca di una spiegazione dei fenomeni naturali nella lettura della Bibbia o di un grande filosofo antico come Aristotele, piuttosto che nell’osservazione della realtà.

L’idea che l’uomo, nel corso della storia, possa continuamente sviluppare e migliorare le sue conoscenze trovò la sua base in un atteggiamento dell’Umanesimo e del Rinascimento: l’apertura dell’uomo verso la natura e le sue leggi e la fiducia in se stesso e nella propria capacità di scoprirle.


L’ILLUMINISMO

Fra il Seicento e il Settecento la rivoluzione scientifica si diffuse. Si cominciò a impiegare il metodo scientifico anche nelle cosiddette “scienze dell’uomo”: quelle che vogliono capire e disciplinare il suo comportamento. Si trattava, allora, della filosofia, del diritto, dell’economia. A partire dalla Francia si sviluppò così un nuovo movimento culturale che prese il nome di Illuminismo: esso sosteneva che la luce della ragione doveva illuminare le menti degli uomini e condurli sulla via del progresso e della felicità. Gli illuministi contrapposero alla tradizione e all’autorità i principi della libertà di critica, della tolleranza per le idee degli altri, dell’uguaglianza e della fratellanza tra gli uomini. Essi sostennero con forza l’idea che la storia dell’uomo è un continuo progresso verso forme di vita e di organizzazione sociale più giuste e più felici.


Libero uso della ragione

Nel seguente celebre scritto il filosofo tedesco lmmanuel Kant (1724-1804)definisce l’Illuminismo come libero uso dello propria ragione da parte dell’uomo.

L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità. Se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza È questo il motto dell’Illuminismo. La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanto parte degli uomini (…) rimangono volentieri per l’intera vita minorenni, per cui riesce facile agli altri

erigersi a loro tutori. Ed è così comodo essere minorenni Se io ho un libro che pensa per me. Se ho un direttore spirituale che ha coscienza per me, se ho un medico che decide per me sul regime che mi conviene ecc., lo non ho più bisogno di darmi pensiero di me. Non ho bisogno di pensare, purché possa solo pagare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. A persuadere la grande maggioranza degli uomini (…) che il passaggio allo stato di maggiorità è difficile e anche pericoloso, provvedono già quei tutori che si sono assunti con tanta benevolenza l’alta sorveglianza sopra i loro simili minorenni. Dopo di averli in un primo tempo istupiditi come fossero animali domestici e di avere con ogni cura impedito che queste pacifiche creature osassero muovere un passo fuori della carrozzella da bambini in cui li hanno imprigionati, in un secondo tempo mostrano a essi il pericolo che li minaccia qualora cercassero di camminare da soli. Ora questo pericolo non è poi così grande come loro si fa credere, poiché, a prezzo di qualche caduta, essi imparerebbero finalmente a camminare: ma un esempio di questo genere il rende paurosi e li distoglie per lo più da ogni ulteriore tentativo (…).

A questo illuminismo non occorre altro che la libertà e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: “Non ragionate!” L’ufficiale dice: “Non ragionate, ma fate esercitazioni militari” L’impiegato di finanza: “Non ragionate. Ma pagate”. L’uomo di chiesa: “Non ragionate, ma credete lo rispondo: il pubblico uso della propria ragione deve esser libero in ogni tempo ed esso solo può attuare l’illuminismo tra gli uomini.


L’ENCICLOPEDIA

Gli illuministi francesi si raccolsero intorno al progetto di pubblicare una grande Enciclopedia delle scienze umane. Curatori dell’opera furono Jean Baptiste D’Alembert e Denis Diderot. L”’Enciclopedia” non era solo un’opera di informazione. Gli autori intendevano infatti persuadere il pubblico della validità delle idee illuministe.

Il governo francese cercò di ostacolarli. Ciononostante 1’ “Enciclopedia”venne interamente pubblicata e ottenne un grandissimo successo. Notevole fu la forza dell’Illuminismo nell’ influenzare l’opinione pubblica. Anche attraverso i giornali, le riunioni e gli incontri, le idee illuministiche si diffusero e giunsero a influire sulle decisioni dei governi. L’importanza raggiunta dall’Illuminismo fu così grande che il Settecento è stato chiamato “secolo dei lumi”. Le principali idee politiche dell’illuminismo.

I principali pensatori politici illuministi erano d’accordo su alcuni punti essenziali:

completa libertà di religione.

La fine del potere culturale della Chiesa cattolica;

la libertà di stampa;

l’abolizione dei privilegi fiscali;

la limitazione del potere assoluto (libero da vincoli) del re.

Ma essi avevano opinioni diverse su quale fosse lo stato migliore. In Europa allora il sistema statale dominante era quello della monarchia assoluta. Faceva eccezione l’Inghilterra, dove si era sviluppato uno stato in cui il potere del re era controllato da un parlamento bicamerale. Montesquieu sistematizzò il sistema politico inglese, introducendo la teoria della separazione dei poteri. I poteri giudiziario, legislativo e esecutivo devono restare separati, senza che nessuno dei tre poteri cerchi di usurpare le funzioni altrui. Montesquieu finiva per auspicare una monarchia costituzionale, ma di carattere aristocratico.

Voltaire invece vedeva nel monarca assoluto una garanzia per i borghesi contro lo strapotere della borghesia; inoltre, giudicava non praticabile in quel momento storico, al di fuori dell’Inghilterra, la monarchia costituzionale. Egli invece auspicava una serie di riforme sociali che dovevano partire dal re “illuminato” dalle nuove idee sociali e politiche dell’illuminismo. Questa opinione prende il nome di “assolutismo illuminato”.

Più radicali erano le idee di Rosseau. Egli affermava che tutti i mali della società discendevano dalla proprietà privata, dalla diseguaglianza economica. Il rimedio poteva essere uno stato in cui sovrano fosse tutto il popolo e dal popolo (non dal re) derivasse ogni legge. Questo stato noi oggi lo chiameremo democratico.

L’illuminismo si diffuse in tutta Europa. In Italia tra gli importanti scrittori illuministi della Lombardia troviamo Cesare Beccaria. Questi pubblicò un saggio, intitolato “Dei delitti e delle pene”, in cui dimostrava l’inutilità e l’ingiustizia della pena di morte e della tortura. Gruppi di illuministi si formarono in diverse città d’Italia. A Milano Pietro Verri fondò una rivista “Il Caffè”

sulla quale si discutevano con passione e spregiudicatezza argomenti di attualità e di cultura.