APPUNTI SUL ROMANTICISMO
APPUNTI SUL ROMANTICISMO
* ORIGINE DEL MOVIMENTO:
Il termine romantico veniva adottato nel 1600 in Inghilterra per indicare, in senso dispregiativo, tutto ciò che era fantastico, assurdo e falso. Dal 1700, invece, assunse il significato di qualcosa che diletta l’immaginazione, ma è verso la fine del XVIII secolo che il Romanticismo si affermò come vero e proprio movimento letterario e culturale dalla tipica tensione verso l’infinito, il vago, l’indefinito, il misterioso, la solitudine e per certi aspetti anche il fantastico e il macabro, in netta contrapposizione con la rigida e formale letteratura neoclassica.
La nascita di questo movimento può essere fissata nel 1798 con la rivista “Athenaeum”, sviluppandosi prima in Germania e in Inghilterra, e poi nel resto d’Europa. In realtà, più che di “romanticismo”, si dovrebbe parlare di “romanticismi”, in quanto ogni paese ha sviluppato tematiche differenti a seconda della propria tradizione: così in Germania e in Inghilterra prevalgono i toni macabri e oscuri, i paesaggi desolati e le rovine dei castelli; in Francia ciò che prevale è l’affermazione dei principi liberali proclamati dalla rivoluzione francese.
Per l’Italia è il periodo risorgimentale, perciò non ci sono tensioni mistiche, elementi fantastici, gusto per l’orrido e per il tenebroso, ma vi è un marcato patriottismo che fa riscoprire agli italiani la propria identità nazionale. Per questo motivo gli intellettuali romantici italiani sono impegnati politicamente e richiamano alla memoria soggetti del Medioevo per rievocare le antiche origini dell’Italia; infatti, a differenza degli altri paesi europei, le arti visive hanno uno sviluppo minore rispetto alla letteratura.
* TEMATICHE:
Manifestazione del sentimento, che è superiore alla ragione e al controllo. Il motto stesso del romanticismo è “sturm und drang”, ovvero “passione e impeto”: ciò sta a significare come i romantici diano grandissima importanza all’irrazionalità, all’impulsività e alla passione, all’espressione libera dei propri sentimenti attraverso un grande strumento, l’arte, che deve scoprire l’anima delle cose.
Manifestazione dell’individualità, infatti gli artisti si comportano in modo anticonvenzionale e antisociale perché, attraverso il rifiuto delle regole e dei canoni della società e della letteratura, l’individuo può affermare la propria libertà, che si manifesta anche attraverso le opere d’arte. Queste, infatti, non sono frutto della razionalità, ma dell’intuito e della fantasia: l’ispirazione è una cosa fondamentale, e non tutti la possiedono.
Si delinea così la figura del genio, dell’eroe, che si isola, rifiutato dalla società ma allo stesso tempo critico egli stesso nei confronti del mondo. Ricordiamoci infatti che nell’Ottocento aveva perso la sua posizione privilegiata e quindi era un declassato, posto ai margini della società, e questo provoca sentimenti di rabbia e frustrazione, oltre che di isolamento. L’artista si configura quindi come un titano che si erge al di sopra della massa nella sua solitudine e nel suo genio.
Tensione verso l’infinito: il soggettivismo e il rifiuto della realtà esterna si traducono in una tensione continua verso l’infinito, l’inesplorato, nell’ansia mistica di superare le barriere del reale attraverso l’immaginazione per attingere ad una dimensione superiore.
Culto della natura, in cui vengono trasferiti i sentimenti del poeta. Inoltre la natura è la manifestazione dello spirito assoluto, dell’infinito.
Il mito dell’infanzia, che è visto come paradiso perduto di innocenza e di gioia, di rapporto diretto e semplice con la natura, di spontaneità e di fantasia.
Il valore della storia, di cui vengono recuperati tutti i più antichi valori, in particolare viene rivalutato il Medioevo, che non è più visto come un periodo oscuro e di barbarie, ma piuttosto come il tempo in cui si sono formate le identità nazionali, i popoli, si sono affermate le tradizioni e i costumi di ogni popolo, compresi i miti, le superstizioni e la religione.
Rivalutazione dei caratteri nazionali dei popoli, della patria, e quindi anche del folklore e del lavoro artigianale, che arricchiva gli uomini del piacere del lavoro, perché fatto con passione, in contrapposizione con il cosmopolitismo, il classicismo e la rivoluzione industriale, che invece ha provocato un peggioramento della qualità estetica dei prodotti e una meccanizzazione del lavoro.
* SCELTE FORMALI:
I Romantici, in accordo con il loro interesse verso l’identità popolare, prediligono il genere del romanzo che, rispetto al linguaggio poetico, è più semplice e avvincente, oppure la ballata, che richiama le tradizioni popolari e le credenze antiche e, grazie al suo ritmo martellante e musicale, è di più facile memorizzazione.
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