APPUNTI SCUOLA GRECIA ANTICA

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Il nome “Grecia” deriva dal nome di una tribù dell’Epiro (una regione greca) che per prima entrò in contatto con gli antichi romani. Le popolazioni che la abitavano, avevano invece adottato, intorno all’800 a.C., il nome di elleni, che indicava tutti coloro che parlavano la stessa lingua e avevano tradizioni comuni.

I primi insediamenti in Grecia risalgono al Neolitico. In questo periodo si formarono i primi villaggi, abitati da popolazioni che praticavano l’agricoltura, allevavano gli animali e producevano ceramiche. Intorno al III millennio a.C., il passaggio all’età del Bronzo vide la nascita delle prime civiltà.

LE PRIME CIVILTÀ

Creta è una delle più grandi isole greche. Qui, 2.000 anni prima della nascita di Cristo, si sviluppò la civiltà minoica (così chiamata dal nome del mitico re Minosse). I cretesi erano un popolo di marinai e commercianti: vendevano in tutto il Mediterraneo vino, olio, legno, tessuti e oggetti in bronzo. Grazie alla ricchezza che veniva dal commercio, costruirono bellissimi palazzi che diventarono il centro della vita quotidiana, religiosa e politica. Una delle regge più celebri si trovava nella città di Cnosso; in essa vi era un labirinto nel quale si diceva abitasse un essere mostruoso: il Minotauro, metà uomo e metà toro. Intorno al 1700 a.C. un terremoto distrusse tutti i palazzi di Creta, che però furono ricostruiti ancora più belli.

La prima civiltà della Grecia continentale si sviluppò più tardi, attorno al 1600 a.C. La civiltà micenea prese il nome dalla città di Micene, uno dei centri maggiori dell’epoca, ma esistevano anche altre città e ciascuna di esse aveva un grande palazzo nel quale viveva un re. Gli archeologi hanno dimostrato che i re micenei erano molto ricchi. Le tombe reali scoperte a Micene verso la fine dell’Ottocento contenevano maschere, spade e altri oggetti d’oro.

Intorno al 1500 a.C. tutti i palazzi di Creta furono distrutti. Alcuni storici pensano che la causa della distruzione di Creta fu l’eruzione del vulcano Santorini, su un’isola non lontana da Creta; secondo altri storici la causa fu invece l’invasione dei micenei: sappiamo infatti che a un certo punto essi presero il controllo di Creta. Verso il 1200 a.C. anche i palazzi dei micenei furono misteriosamente distrutti e la loro civiltà, proprio come quella minoica, finì in modo tragico e violento.

CHE COSA ACCADDE DOPO?

Dopo la fine della civiltà micenea la Grecia entrò in una nuova fase storica, che durò dal 1100 all’800 a.C. circa. Purtroppo sappiamo molto poco di quanto avvenne in questo arco di tempo. Di recente alcuni scavi archeologici hanno dimostrato che sull’isola di Eubea gli abitanti avevano costruito grandi palazzi, fabbricato vasellame raffinato e praticato culti religiosi. Quello che si sa è che fu un periodo di crisi economica, durante il quale si sviluppò la lavorazione del ferro, vennero costruiti i primi edifici dedicati solo al culto e furono poste le basi di quella che diventerà, nei secoli successivi, la pólis.

L’ETÀ ARCAICA

A partire dall’800 a.C., ovvero all’inizio dell’età arcaica, la vita in Grecia subì una nuova trasformazione. Due cambiamenti furono particolarmente importanti. Anzitutto i greci iniziarono a organizzarsi in unità politiche dette città-stato (pólis, in greco). Ciascuna città-stato, come Atene, era formata da una città e dal territorio circostante. Ognuna di esse, inoltre, aveva un proprio governo e un proprio stile di vita.

La seconda importante novità furono le migrazioni di genti dalla Grecia verso altri paesi del Mediterraneo, dovute forse alle carestie. A partire dal 700 a.C. centinaia di persone lasciarono la Grecia e si stabilirono in Sicilia e nel Sud Italia, in Turchia e nel Nord Africa. Vennero fondate numerose colonie che, in un primo momento, ebbero forti legami con la Grecia ma che, con il passare del tempo, diventarono sempre più indipendenti.

L’ETÀ CLASSICA

Città-stato come Atene e Sparta combattevano spesso tra di loro, ma tutte dovevano fronteggiare un temibile nemico straniero. Era l’impero persiano, che si estendeva a est della Grecia ed era governato da re molto potenti. Nel 490 a.C. il re persiano Dario I invase la Grecia, ma fu sconfitto nella battaglia di Maratona. Dieci anni più tardi, il nuovo re persiano Serse I, alla guida dei suoi soldati, combatté contro i greci e distrusse Atene. Infine, nel 479 a.C., l’esercito greco sgominò i persiani nella battaglia di Platea.

La sconfitta dei persiani diede inizio a un nuovo periodo della storia greca, conosciuto come età classica. Esso durò dal 479 al 323 a.C.: durante questo breve periodo i greci, e in particolare gli ateniesi, raggiunsero l’apice della loro civiltà. L’arte della politica, la filosofia, la scienza, la matematica, l’arte, il teatro, lo sport vissero un periodo di incredibile sviluppo e prosperità. Molte di queste idee influenzano ancora oggi la nostra vita.

I GRECI E LA POLITICA

Una delle più grandi innovazioni dell’età classica ebbe inizio ad Atene. Dal 650 a.C. circa, Atene era stata governata da una serie di uomini molto potenti, chiamati tiranni. Nel 510 a.C. gli ateniesi abbatterono il potere dei tiranni e due anni dopo introdussero una nuova forma di governo: la democrazia.

La parola “democrazia” deriva dalle parole greche demos e kratein, che insieme significano potere del popolo. Da quel momento, infatti, un numero maggiore di ateniesi poté prendere parte al governo della città. Cinquecento cittadini appartenevano a un consiglio chiamato bulé. Il compito principale della bulé era di emanare nuove leggi e di proporre idee e suggerimenti su come governare la città-stato. Le proposte della bulé venivano poi discusse e votate da un’assemblea popolare che si chiamava ecclesia. I cittadini di Atene facevano inoltre parte di tribunali popolari, e decidevano sull’innocenza o la colpevolezza di coloro che venivano chiamati in giudizio.

Il sistema di governo democratico che nacque ad Atene è ancora oggi alla base della forma di governo del nostro paese e di molti altri in tutto il mondo. Va però detto che la democrazia ateniese aveva molti limiti: solo i cittadini di sesso maschile – ovvero gli uomini nati liberi all’interno della città-stato – potevano partecipare alla vita politica. Le donne, gli stranieri e gli schiavi restavano esclusi.

DALL’ETÀ CLASSICA ALL’ETÀ ELLENISTICA

Durante l’età classica il potere sempre più forte di Atene scatenò l’invidia e il rancore delle altre città-stato. Nel 431 a.C. Sparta dichiarò guerra ad Atene. La guerra del Peloponneso si concluse nel 404 a.C., con la vittoria di Sparta, ma essa non poté godere a lungo del suo successo. Nel corso degli anni seguenti crebbe progressivamente il potere della Macedonia, una ragione a nord della Grecia. Nel 338 a.C. il re Filippo II di Macedonia sconfisse Atene e le altre città-stato greche nella battaglia di Cheronea. Filippo fu assassinato due anni più tardi, ma Alessandro Magno, suo figlio, riuscì a costruire in pochi anni un impero vastissimo. La morte di Alessandro, avvenuta nel 323 a.C., segnò la fine dell’età classica e l’inizio dell’età ellenistica, che diffuse la cultura e la civiltà greca in tutto il mondo antico.

LE DIVINITÀ DELLA GRECIA ANTICA

Gli antichi greci erano politeisti: credevano cioè che esistessero molti dei e molte dee. Pensavano che fossero gli dei a provocare i fenomeni naturali e a esaudire le preghiere degli uomini. Le dodici divinità principali, incluso il padre degli dei, Zeus, erano note come “gli Olimpi”, perché si pensava che vivessero sul Monte Olimpo. I greci credevano anche negli eroi, uomini che avevano capacità particolari, ma non erano potenti come gli dei. Puoi saperne di più sugli dei e sugli eroi leggendo l’articolo dedicato alla mitologia greca.

I greci adoravano i loro dei in molti modi. Nelle città esistevano templi magnifici, dove le persone pregavano e offrivano in sacrificio animali, cibo, vino e altro ancora. Il tempio più famoso è il Partenone, le cui rovine dominano ancora oggi la città di Atene da una vasta area chiamata Acropoli. All’interno del Partenone i fedeli veneravano la dea protettrice della città, Atena, che era anche la dea della sapienza e della guerra. I greci non si recavano solo nei templi per celebrare le cerimonie religiose. Spesso si radunavano attorno ad altari all’aperto o tra le mura domestiche.

Nel corso dell’anno i greci celebravano varie festività religiose. Tra le feste più importanti c’erano le Panatenee, che si svolgevano ad Atene ogni quattro anni. Durante queste celebrazioni i cittadini onoravano la dea Atena con musica e competizioni sportive, poi percorrevano il centro della città in una spettacolare processione che giungeva fino in cima all’Acropoli.

LA NASCITA DELLA FILOSOFIA

Fra il 700 e il 600 a.C., alcuni uomini iniziarono a interrogarsi sull’origine del mondo, degli uomini e delle cose. Questi uomini erano chiamati filosofi. La parola filosofia deriva da due termini greci, filìa e sophìa, che insieme vogliono dire “amore della sapienza”. I filosofi si occuparono di molti problemi e si posero le domande più disparate. Alcuni, come Socrate, Platone e Aristotele, si interrogarono sui modi in cui gli uomini vivono insieme e si governano. Socrate ebbe molti discepoli cui insegnò le proprie idee, ma non scrisse nulla. Platone e Aristotele fondarono ciascuno una propria scuola di filosofia ad Atene, ed entrambi scrissero molti libri che sono letti e studiati ancora oggi.

Altri filosofi greci si occuparono di scienza e compirono molti esperimenti. Due tra i più famosi furono Pitagora e Archimede: entrambi scoprirono leggi matematiche e fisiche che sono tuttora insegnate.

DIONISO E LA TRAGEDIA

Tra i dodici dei dell’Olimpo, Dioniso era il dio del vino. Ogni anno, in primavera, gli ateniesi celebravano una grande festa in suo onore, con processioni e cerimonie, ma anche canti e balli. In origine, i cantanti e i danzatori formavano, tutti insieme, il coro. Ma a partire dalla metà del V secolo a.C. alcuni attori iniziarono ad avere ruoli propri, e da qui gradualmente si svilupparono gli spettacoli teatrali. Gli attori erano tutti uomini: essi indossavano una grande varietà di maschere per interpretare i diversi ruoli, inclusi quelli femminili.

Molti greci scrissero opere che prevedevano la presenza degli attori e di un coro. I più grandi scrittori per il teatro della Grecia antica furono Eschilo, Sofocle ed Euripide: tutti e tre scrissero tragedie basate su storie tratte dalla mitologia o su fatti della storia greca realmente avvenuti. Ad esempio, nei Persiani, Eschilo racconta in forma di tragedia la famosa battaglia di Salamina, combattuta da greci e persiani nel 480 a.C. Non tutti gli spettacoli teatrali però erano tragici o drammatici. Il pubblico greco amava anche le commedie, ad esempio quelle di Aristofane. La sua opera più famosa si intitola Le rane.

I teatri greci erano all’aperto ed erano formati da gradini in pietra disposti lungo il pendio di una collina. I gradini formavano un semicerchio e la distanza tra i due estremi era occupata dal palcoscenico, chiamato scena. Gli attori recitavano sulla scena, mentre il coro si esibiva nell’orchestra, com’era chiamata l’area piatta e circolare situata tra le gradinate e la scena. Alcuni degli antichi teatri greci si sono conservati attraverso i secoli. Tra le rovine più interessanti vi sono quelle di Epidauro: il teatro aveva ben 55 file di posti a sedere e poteva ospitare fino a 14.000 spettatori!

SCULTURA E VASELLAME

I greci scolpirono e fusero meravigliose statue in marmo, bronzo e altri materiali. Ultimata la fase di scultura o di fusione del metallo, le statue venivano dipinte con colori brillanti. Nel corso di migliaia di anni, purtroppo, il colore è sparito, e oggi restano solo la pietra e il metallo.

Uno dei più grandi scultori greci, Fidia, realizzò moltissime statue di dei e dee destinate ai templi. Per modellare la statua di Atena custodita nel Partenone e quella di Zeus nel tempio di Olimpia, Fidia utilizzò oro e avorio. La statua di Zeus era talmente imponente e magnifica da essere ritenuta una delle sette meraviglie del mondo antico.

I greci furono abili ceramisti e realizzarono una grande varietà di vasi di argilla utilizzati come recipienti per olio, vino, acqua ed essenze profumate oppure come coppe, piatti e lampade. La forma delle ceramiche ci fa capire sia a che cosa servivano, sia a quale periodo risalgono. Molte ceramiche erano decorate con bellissimi disegni. Poiché ogni epoca ebbe un proprio stile decorativo, le decorazioni permettono agli archeologi di stabilire l’età di vasi, piatti e coppe. Un tipo di decorazione molto diffuso era quello a figure nere, che apparve per la prima volta attorno al 550 a.C.: le figure erano dipinte in nero su uno sfondo rosso. Circa trent’anni più tardi si impose invece la decorazione a figure rosse dipinte su sfondo nero.

EDIFICI MERAVIGLIOSI

I greci abbellirono le proprie città con imponenti edifici pubblici. Tra di essi vi erano templi e collezioni di capolavori artistici, passeggiate e giardini coperti dove trovare riparo in caso di maltempo, sale nelle quali si tenevano riunioni politiche e ginnasi per praticare sport o studiare. La maggior parte di questi edifici era fabbricata usando marmo o pietra calcarea, e i blocchi di pietra erano tagliati in modo così perfetto che si incastravano tra di loro senza bisogno del cemento.

Quasi tutti i principali edifici greci erano circondati da colonnati. Per realizzare le colonne e altre parti degli edifici gli architetti greci svilupparono diversi stili chiamati ordini. I due ordini più comuni erano il dorico, massiccio e con colonne molto spesse, e lo ionico, più slanciato e con colonne più sottili. L’ordine corinzio si sviluppò più tardi, come sintesi degli altri due: la colonna era ancora più sottile ed era elegantemente decorata alla sommità (cioè sul capitello) con foglie di acanto.

LO SPORT

Per gli uomini greci lo sport era una faccenda molto seria: serviva a mantenersi in forma nel caso ci fosse stato bisogno di combattere in guerra, ed era anche un modo di onorare gli dei.

I greci amavano le gare (a piedi, a cavallo e sui carri), e anche la lotta e il lancio del disco e del giavellotto. La maggior parte delle città greche organizzava giochi locali, ma quattro di esse – Delfi, Istmia, Nemea e Olimpia – ospitavano competizioni aperte ad atleti provenienti da tutta la Grecia. I più antichi fra questi giochi ebbero luogo a Olimpia, probabilmente nel 776 a.C. Furono celebrati in onore di Zeus, padre degli dei, e da allora si tennero, ogni quattro anni, fino alla fine del IV secolo d.C.

Nel 1870 alcuni archeologi tedeschi compirono degli scavi a Olimpia e scoprirono i resti di molte strutture, compreso lo stadio dove i greci correvano le loro gare. Nel 1896 fu celebrata la prima Olimpiade moderna: ancora oggi questo grande evento sportivo si tiene ogni quattro anni.

LA VITA QUOTIDIANA

A Olinto, in Grecia, e a Priene, un’antica colonia greca nell’odierna Turchia, gli archeologi hanno rinvenuto molte abitazioni. Sulla base di queste rovine e di altre testimonianze sono riusciti a ricostruire un quadro molto dettagliato di com’era una tipica casa della Grecia antica. Le case erano in genere costruite con mattoni di fango essiccato, avevano un tetto di mattonelle ed erano disposte su due piani collegati da una scala. Tutte le stanze si aprivano su un cortile interno, privo di copertura e dove spesso si trovava un altare.

In una casa greca c’erano di solito un androne, ovvero una grande sala dove gli uomini ricevevano gli amici e consumavano i pasti, e un gineceo riservato alle donne. Molte case avevano anche stanze per gli schiavi, che aiutavano le donne in cucina e negli altri lavori domestici. Quasi sempre c’erano una cucina e un certo numero di stanze da letto per i membri della famiglia. Molte case non avevano la stanza da bagno: per lavarsi la maggior parte delle persone usava l’acqua delle fontane pubbliche.

I pasti consumati in casa di solito erano molto semplici. A colazione le persone mangiavano in genere un pezzo di pane e bevevano una coppa di vino. Il pranzo era spesso identico, forse con l’aggiunta di un po’ di formaggio di capra e di qualche oliva. Il pasto serale era solitamente caldo, per lo più a base di zuppa o di lenticchie con altra verdura. In occasione dei banchetti venivano serviti molti più piatti, ad esempio pesce fresco, frutta, dolci e vino. I banchetti erano riservati unicamente agli uomini ed erano allietati da musicisti, acrobati e poeti.

La maggior parte dei bambini cresceva con i genitori e possedeva giocattoli come bambole e trottole. I maschi cominciavano a frequentare la scuola a sette anni. Le bambine rimanevano con le madri, che insegnavano loro a prendersi cura della casa. L’infanzia delle ragazze terminava a quindici anni, quando si sposavano. I ragazzi dovevano abbandonare giocattoli e comportamenti infantili a dodici anni, ma non si sposavano quasi mai prima dei trenta.

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