ANTONIO FOGAZZARA

ANTONIO FOGAZZARA

ANTONIO FOGAZZARA VITA E OPERE

La Vita:

Antonio Fogazzaro nasce a Vicenza da un’agiata famiglia borghese di tradizione cattolica il 25 marzo 1842 e vi muore il 7 marzo 1911. Terminato il liceo, i suoi interessi lo spingono verso studi letterari, ma trova l’opposizione del padre che lo vorrebbe avvocato. Si iscrive così alla facoltà di giurisprudenza e, terminati gli studi, si sposa e si trasferisce a Milano, dove conosce Abbondio Chialiva, che lo introduce negli ambienti della scapigliatura, movimento che cercava nuove strade nell’arte rifacendosi alle tradizioni romantiche tedesche e francesi. Tuttavia egli non farà mai parte di quella corrente, troppo ribelle ai suoi occhi di borghese conservatore. Non sentendosi portato per una carriera da avvocato, attorno al 1869 fa ritorno a Vicenza e decide di dedicarsi completamente all’attività letteraria.

Le Opere:

  • 1874, Miranda: poemetto in versi che si compone di 3 parti (La Lettera, Il Libro Di Miranda, Il Libro Di Enrico) e narra la vicenda di un amore irrealizzato, nato dal sogno. Non trovò il favore della critica, ma piacque in larga misura al pubblico, in quanto all’epoca lo spirito sentimentale era dominante.
  • 1876, Valsolda: raccolta di versi ambientati nell’omonima località sul lago di Lugano. Per quanto riguarda quest’opera, all’insuccesso critico, che giudicò dilettantesco il verseggiare di Fogazzaro, si sommò la delusione del pubblico.
  • 1881, Malombra: il primo romanzo di Fogazzaro i cui protagonisti, Marina e Corrado, sono figure che saranno riprese nelle opere successive. Marina è l’inafferrabile e inquieta donna bella e aristocratica, Corrado è l’intellettuale animato da importanti ideali che però non riesce a realizzare a causa degli impedimenti procurati dalle lusinghe del mondo e dall’inettitudine che lui stesso sente come fondamento del proprio essere. In questo romanzo sono anticipati numerosi temi cari a tutta l’attività letteraria successiva: il gusto per il mistero, la fusione tra le aspirazioni religiose e una sensibilità scura, gli interessi spiritistici.
  • 1884, Daniele Cortis: in questo romanzo il protagonista, un deputato cattolico che si propone di creare una

democrazia cristiana, è portavoce delle idee politiche dell’autore: egli riteneva che in Italia occorresse l’azione di un uomo autorevole che desse forza alla monarchia, risolvesse la Questione romana e rendesse la nazione rispettata nel mondo (compiti che la classe dirigente del tempo, considerata corrotta e pronta ad ogni compromesso, non riusciva a portare a termine).

  • 1888, Il mistero del poeta: narrazione dell’amore tra un poeta e una dolce ragazza inglese, che morirà di malattia durante il viaggio di nozze. La vicenda è per molti versi irreale, il sentimentalismo è quasi esasperato e teorizza un amore esclusivo, puro, proprio delle anime nobili e tormentate, che non può arrivare all’apice se non nelle avversità.
  • 1895, Piccolo Mondo Antico: il romanzo più famoso di Fogazzaro, che racconta il cammino tormentato del nobile cattolico Franco Maironi e della moglie borghese Luisa Rigery, contrassegnato da difficoltà economiche, pregiudizi, lutti (il più grave dei quali è la morte della figlia Maria, che allontanerà i due e porterà Luisa a chiudersi in se stessa e a cercare conforto nel misticismo) e contrasti ideologici tra i due coniugi. La storia è ambientata in Valsolda negli anni che precedono la seconda Guerra d’Indipendenza, caratterizzati da quello che, nel libro, è descritto come un patriottismo semplice e ideale, affermazione di dignità contro la sopraffazione e l’ingiustizia. Il successo del romanzo fu unanime.
  • 1900, Piccolo Mondo Moderno: romanzo il cui protagonista è il figlio di Luisa e Franco (i coniugi di Piccolo Mondo Antico), Piero Maironi, sposato con una donna mentalmente malata. Dopo la morte della moglie Piero si dedica alla vita ascetica.
  • 1902, Il Santo: ultimo dei 3 romanzi dedicati alla vita della famiglia Maironi. Il protagonista è ancora Piero e la sua nuova vita di predicatore che opera per il bene comune, incarnando così il prototipo del santo laico auspicato dal “modernismo”, movimento a cui Fogazzaro aderisce per tutta la durata della sua vita. Il libro ebbe grande eco fra il pubblico: venne condannato tanto dai laici quanto dai cattolici e messo all’Indice dalla Chiesa. In seguito a questo provvedimento l’autore fece pubblicamente atto di obbedienza.
  • 1910, Leila: pur avendo fatto atto di sottomissione Fogazzaro continuò, in particolare in questo romanzo, a sostenere l’esigenza di un rinnovamento nelle istituzioni ecclesiastiche che le rendessero aperte alle esigenze del mondo moderno. La religione per lui è, più che un dogma, azione e vita, carità attiva e amore fraterno. La propaganda morale che domina nel romanzo Leila deluse sia i cattolici più progressisti che quelli più conservatori.

Fogazzaro respinge la teoria verista e propone un’arte che recuperi alle radici la natura umana, promuovendo l’elevazione morale e spirituale, senza limitarsi a descrivere problemi materiali e sociali. Per queste ragioni si ricollega in parte al Romanticismo, di cui porta alle estreme conseguenze il soggettivismo. Lo avvicinano al

Decadentismo il tema del mistero, del sogno e dell’inconscio e il suo descrivere problemi materiali e sociali di personaggi spesso torbidi e inquieti.

Tutta la produzione in prosa di Fogazzaro è caratterizzata da uno stile armonioso, di forte ispirazione manzoniana, ma con un abbondante utilizzo del dialetto, in particolare di quello veneto, in modo da rendere la narrazione più verosimile.

Un tema ricorrente nell’opera di Fogazzaro è quello dell’amore che, secondo la precedente esperienza romantica,

  • incompatibile con il matrimonio, in quanto non è possibile una forte passione senza un ostacolo che contribuisca ad alimentarla. L’amore è, quindi, principalmente preconiugale o extraconiugale, ma resta sempre nascosto e ideale, come una sorta di tragedia che ogni personaggio vive nel chiuso della proprio anima, senza che siano sovvertite le norme della moralità borghese. La vita sociale, infatti (in particolare in Piccolo Mondo Antico) è rappresentata come idilliaca, basata sul sentimento cristiano dell’uguaglianza delle anime, che non lascia spazio alla visione, più realistica, dell’ingiustizia e delle disparità fra le diverse classi, tra le quali, nei romanzi dell’autore vicentino, non corrono relazioni di interesse, ma d’affetto. Ci si trova di fronte a una comune partecipazione dei diversi strati sociali a un ideale di vita collettiva capace di garantire all’individuo un equilibrio interiore che nel turbolento clima dell’Italia di fine secolo era, ormai, disperso.

Critiche e apprezzamenti:

La figura di Antonio Fogazzaro fu discussa e contrastata: fu accusato di avere l’ambizione di atteggiarsi a maestro di vita spirituale, ponendo i suoi romanzi al servizio delle tesi moderniste, ma volendo comunque restare cattolico. Riconobbe nei fenomeni della chiaroveggenza e del misticismo segni di una futura unione tra religione e scienza. Tra i meriti di questo autore vi è la sua acutezza e profondità nei giudizi e nelle analisi dei suoi personaggi, anche quelli minori, e delle vicende letterarie, culturali e politiche del suo tempo.

Fu, inoltre, tra il 1880 e il 1910, l’idolo della borghesia italiana (a cui appartengono anche i personaggi dei suoi romanzi), sia di quella alta che di quella piccola e media, di cui condivideva i sentimenti. Il declino del suo successo fu un mutamento generale di gusto, che allontanò il suo pubblico dalla passione per temi, tipici romanticismo crepuscolare, di cui lo scrittore amava trattare nelle sue opere.

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