Analisi Il sacrificio della patria nostra è consumato

Analisi Il sacrificio della patria nostra è consumato


Nichilismo e illusione. Sin dalla pagina iniziale la morte appare l’unica alternativa che si offre all’eroe di fronte ad una situazione politica senza via d’uscita. Ma, oltre che in negativo, la morte è vista anche in positivo, come una forma di sopravvivenza, sia pur illusoria: l’eroe sarà compianto dai «pochi uomini buoni». La morte è sopravvivenza nella memoria, il valore dell’individuo non va del tutto perduto; inoltre la morte, attraverso il conforto di un ricongiungimento con la terra dei padri, è anche l’unico modo per trovare un terreno sicuro nell’incertezza angosciosa di una condizione precaria, quella del “senza patria”, di chi è privo della patria come organismo politico. In questa pagina d’apertura è già in germe la duplice direzione in cui muoverà il resto del romanzo: da un lato il nichilismo disperato, dall’altro il ricupero di valori positivi attraverso l’illusione.

Forma e stile. La forma epistolare fa sì che il protagonista sia anche il narratore della vicenda. Inoltre fa sì che l’atto del narrare coincida cronologicamente con lo svolgersi dell’azione (oppure la segua di poco). In questo modo la narrazione è sempre tutta pervasa dai sentimenti e dalle passioni che hanno dominato l’evento narrato. Per questo, più che una narrazione, il racconto sembra il monologo di un eroe tragico, di tipo alfieriano.

Ciò rende ragione dello stile del passo, che sarà poi caratteristico di tutta l’opera, uno stile tendente alla sublimità tragica, dalla forte enfasi oratoria. Si noti la secchezza delle frasi molto brevi, la ricerca di sentenze dalla concisione lapidaria, quali si possono trovare sulle labbra degli eroi della storia romana o delle tragedie alfieriane (ad esempio: «Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte»). Si noti anche l’incalzare delle interrogazioni retoriche, a cui si aggiungono le studiate antitesi («per salvarmi da chi m’opprime mi commetta a chi mi ha tradito?»).